7 POETI DEL CENTRO: ANNA MARIA FARABBI (UMBRIA), con introduzione a cura di Manuel Cohen.
Con molta probabilità possiamo considerare Anna Maria Farabbi tra le splendide realtà della poesia italiana. Da sempre scrive in lingua e in dialetto, confermando una attitudine, affermatasi nel Secondo Novecento, di una ricca e feconda situazione di sostanziale diglossia che ha interessato più poeti. I versi qui presentati al lettore, sono scritti nella lingua parlata in una couche umbra, tra Umbertide e Gubbio, a Montelovesco, città natale del padre della nostra autrice: «il dialetto lo diceva il mio babbo e il mio babbo / ce l’ho in corpo // se faccio cadere la lingua in terra / mi esce» (ldialetto ldiceva lmi babbo e lmi babbo). Il verso di Farabbi è informale, non cede apparentemente alle lusinghe della letterarietà, non presenta una rilevanza metrica. Eppure si fissa a istanze ritmologiche nuove, e personali, affidate a versi brevissimi, di un lessico basico eppure tendente a una forte semantizzazione di sé. Così, sono da intendersi le accensioni coloristiche che tendono ad aprire a un ventaglio o caleidoscopio di simboli: «Io sono un’esplosione gialla nel cervello muto/della solitudine. L’ape di luglio / che scotta. / Il miele. // Sono il miele che nevica / dentro la pancia della notte / ungendo di oro / il vento.» (in: Giallo): dove ogni parola richiama o evoca una ‘foresta di simboli’ o simulacra: di una religio panica e primordiale, carica di risonanze testamentarie. Come in un processo naturale, di verticalità da perseguire, Farabbi spoglia continuamente i versi e le parole, caricando nell’economia testuale il massimo grado di visione e figuralità; procedendo, di fatto, da un dato di partenza naturalistico e giungendo a una dimensione simbolica, di astrattismo concettuale e di intima verità di dire: «spoglio la testa/e scrivo sulla sabbia//mentre il mare slengua» (spojo la testa). M.C.
Anna Maria Farabbi – pubblicazioni e attività:
Opera edita poesia:
Firmo con una gettata d’inchiostro sulla parete, Scheiwiller,1996 in 7 poeti del premio Montale.
Fioritura notturna del tuorlo, Tracce, 1996, riedita da Blu di Prussia, 2011.
Il segno della femmina, Lietocolle, 2000 con cd.
Adluje’, Il ponte del sale, 2003.
Kite, su portfolio di 9 opere grafiche di Stefano Bicini, Studio Calcografico Urbino, 2005.
La magnifica bestia,Travenbooks/Alphabeta (bilingue in italiano e tedesco) 2007.
Segni, con opere grafiche di Stefano Bicini, Studio Calcografico Urbino, 2008.
In Nomine, con incisione di Simonetta Melani, Due Lire, 2008.
Larosaneltango, canzoniere per musica di Diego Conti, Studio Calcografico Urbino, 2008.
La neve, Il pulcino Elefante, 2008.
La luce esatta dentro il viaggio, Aljon, 2008.
Solo dieci pani, Lietocolle, 2009.
Avemadrìa, Lietocolle, 2011.
Biblioteca in Almanacco dello specchio, Mondadori, 2011.
Abse, Il ponte del sale, 2013
Opera edita di saggistica e traduzioni:
Kate Chopin: il risveglio, Regione dell’Umbria Centro di Pari Opportunità, 1997.
Alfabetiche cromie di Kate Chopin, Lietocolle, 2003 (monografia su Kate Chopin.).
Un paio di calze di seta, Sellerio, 2004 (saggio e traduzione di racconti di Kate Chopin)
Il lussuoso arazzo di Madame d’Aulnoy, Travenbooks /Alphabeta, 2009 (saggio introduttivo e traduzione di favole di Marie-Catherine d’Aulnoy)
Perugia, Unicopli, 2014
Cura dell’opera:
Luce e Notte, esperienza dell’immagine e della sua assenza, Lietocolle, 2008.
Antologia di Ammirazione Femminile per l’Associazione Il Filo di Eloisa, Lietocolle, 2008.
cura e traduzione Agenda delle Fragole, Lietocolle, 2011.
cura dell’opera poetica postuma di Paola Febbraro, Stellezze, Lietocolle, 2012.
Teatro:
la bambina cieca e la rosa sonora, Lietocolle, 2010, su musica di Vincenzo Mastropirro, voce di Enrica Rosso, Massimo Achilli per la multivisione, per la pittura Paolo Sciancalepore.
la morte dice in dialetto, Rossopietra, 2013
Opera edita di critica d’arte:
Maria Cammara, Poggibonsi, Lalli Editore, 1999.
Opera edita di narrativa:
Nudita’ della solitudine regale. marginalia, Zane Editrice, 2000.
La tela di penelope, Lietocolle, 2003.
Leièmaria, Lietocolle, 2013
Opera edita di narrativa per ragazzi:
Caro diario azzurro, Kaba edizioni, 2013
Poesia per bambini e ragazzi
Talamimamma, Terra di ulivi, 2014
Monografia sull’opera:
Francesco Roat, L’ape di Luglio che scotta, anna maria farabbi poeta, Lietocolle, 2005.
Milena Nicolini, Attraversamenti di Abse, Rossopietra, 2013
Dirige la collana Un’altra via di pane, vino, tavola e molto silenzio per Lietocolle
Dirige la collana Signature per Terra d’Ulivi.
*
da Adlujè, Il ponte del sale, 2003
GIALLO
Io so nbotto giallo ntol cervello tsitto
dla soletudine. L’epo de lujo
che coce.
Lmiele.
So lmiele che nengue
drent’a la trippa dla notte:
ogne d’oro
lvento.
*
Io sono un’esplosione gialla nel cervello muto/della soletudine. L’ape di luglio/che scotta./Il miele.//Sono il miele che nevica/dentro la pancia della notte/ungendo di oro/il vento.
***
ROSSO
Io so l’inferno briaco.
Lingua nrabbita nfoco.
La luminaria
ntla trippa viva del tamburo,
lune luje luce:
la batterella del roscio.
Io so lmosco ntol bucobujo
dl’orecchio del demogno. E lfojo
ceso ntrono.
*
Io sono l’inferno ubriaco./Lingua idrofoba in fuoco./L’intensità illuminata/nella pancia ritmica/del tamburo:/vulcano in testa, scintilla, interiorità ustoria/della lente:/i tuoni miocardici del tuorlo.//Io sono il morso nel bucobuio/dell’orecchio del demonio. E il foglio/acceso in trono.
da Abse, Il ponte del sale, 2013
canto drento lpolmone
dua scoltono i morti
*
l’inedito
canto dentro il polmone/dove ascoltano i morti
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ldialetto ldiceva lmi babbo e lmi babbo
ce lò ncorpo
si fò cadé la lengua nterra
m’esce
*
il dialetto lo diceva il mio babbo e il mio babbo/ce l’ho in corpo//se faccio cadere la lingua in terra/mi esce
***
spojo la testa
e scrivo ntla sabbia
ntra che lmere slengua
*
spoglio la testa/e scrivo sulla sabbia//mentre il mare slengua
(inedito)
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Nota:
Il dialetto della mia poesia si origina nella zona di Montelovesco, in provincia di Perugia.
Non traduco in italiano volutamente la parola dialettale slengua per la comprensibilità, e per la sua emozionante potenza sintetica.
