Alle venti della sera, inediti di Bartolomeo Bellanova

Alle venti della sera, inediti di Bartolomeo Bellanova.

     

     

33778986_10212372002117703_2914190273032486912_oBartolomeo Bellanova nasce a Bologna il 2 settembre 1965. Dopo studi economico finanziari si avvicina alla letteratura e pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui  Sotto il cielo di Lampedusa – Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Sul tema delle migrazioni ha scritto la riflessione Genesi e sviluppo di un progetto pubblicata dalla rivista on line Versante ripido a giugno 2015 e su Verbumlandia – Webzine di cultura e letteratura. Fa parte dei fondatori e dell’attuale redazione del contenitore on line di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com. Sul sito della casa editrice Le Petit Plaisance è stato pubblicato on line in novembre’2015 l’articolo Riflessioni sul saggio di Etienne De La Boetie – Discorso sulla servitù volontaria. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati  (David and Matthaus) che contiene una scelta di testi scritti tra il 2011 e il 2014.  Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni, scritti da quarantasei autori di sedici Paesi. Nell’ottobre 2017 è stata pubblicata la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi Edizione), edizione contenente un progetto fotografico di Aldo Tomaino.

     

Il lavoro

E poi mi dovete convincere
che nobilita l’uomo
inchiodare ogni giorno
un sussulto d’ali e trachea
a un nastro trasportatore
per due spiccioli e croste di pane.

Prima mi dovete staccare di dosso
la luce di panna del mattino,
quella luce che resta appiccicata alla pelle
come oro colato,
come un tesoro fuggitivo.

Prima  mi dovete risucchiare  dal cervello
quello zufolare di petali e di piume
che mi attira verso altri mondi
riparati dal vento di neon e polvere di ferro,
quel pifferare di mani e nervi
che mi corre in corpo e mi ritrovo
con le guance paonazze degli agrumi,
frutto maturo da cogliere
già acido da mangiare
buono solo per i becchi aguzzi dei corvi.

*

I volti della sera

Dai volti della sera colano
gocce di ottundimento,
la sacca lacrimale è pregna
della fatica e della lotta del giorno.

Sui volti della sera il naso arrossisce
dei sospiri intrappolati nelle corde vocali.
I volti della sera supplicano
una dose massiccia
di sogni di vaniglia.

Dalla feritoia delle palpebre
l’orizzonte è la schiena del passeggero davanti,
tutti hanno davanti un orizzonte a cappotto
e i primi un finestrino unto e buio.

S’aprono le porte a soffietto
e ognuno smandria sugli zoccoli usati.

Fa freddo e nelle pozzanghere
i volti della sera hanno smesso di specchiarsi.

*

Alle venti della sera

Alle venti della sera le vasche luminose
dell’abbigliamento globale
sono acquari desolati.

Le ultime commesse guardano
e boccheggiano dalle vetrate.
Infastidite saettano di coda
nascoste all’ombra di un camerino,
ammanettate tra orge di cotoni,
lane, bottoni, sottane e calzoni.
Invidiano le colleghe già sulla strada
sulle scia di mille passi e mille impronte confuse.

Sono stanche di galleggiare
in pochi metri cubi d’aria condizionata.
Sono stordite dalla trottola dei ritornelli ossessivi!

Guizzano fuori, saltano ubriache di libertà,
come i pesci suicidi per amore
e si contorcono senz’acqua.

Il buio alla fine le accarezza sulle guance,
sboccia per loro la rosa nera
nel roseto notturno del desiderio.

Notte di tutti e di nessuno,
notte di talpe e di tigri,
notte che spegni e accendi,
notte che corri, corri via
e t’inseguono i battiti amanti,
notte che lasci i lividi alle mani
di chi cerca di afferrarti.

Notte che veleggi placida su di noi,
notte che al fine t’arrendi
e sbatti le tue ali come manta di velluto,
sulle vetrine spente degli acquari anonimi.

*

         

Un posto sicuro, Francesco Ghiaccio, 2015
Un posto sicuro, Francesco Ghiaccio, 2015

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