Anomali animali, inediti di Enea Roversi.
Gatto (dal suo punto di vista)
Il solito gomitolo
con cui giocare
i soliti bocconcini
da assaporare.
Per la tua gioia repressa
dispotica padrona
dai piedi gonfi
di opulenta matrona.
Sapessi quanto mi indispone
la tua grassa risata
davanti alla televisione.
Se solo potessi uscire
da questa triste stanza
con la carta da parati a fiori
ti porterei in dono
una nuova pietanza
reclutata là fuori.
Un succulento sorcio
con coda e zampette
da rovesciare immondo
sulle tue debordanti tette.
***
Lepre
Di più non può fare,
la lepre
di quel suo scappare
con forma di
ombra diurna
sinuosa oblunga
invereconda tonda
nel torbido fogliame
a fuggire da
pum! lo sparo
che spero
colpisca il vuoto
colga il nulla
onde evitare
salmodiati salmì.
***
Il leone Reno
Pochi e stralunati passi
dapprima verso destra
poi verso sinistra
e ancora verso destra
inesorabilmente inerme
per tutto il giorno.
La gabbia urlava di noia
fradicia malinconia
di unghie strappate
da consunta abitudine.
Lì dentro, solo e spelacchiato
regnava incontrastato Reno
miserabile attrazione
per noi bambini d’altri tempi
ingenui sognatori
infilati nei cappottini blu.
E la giungla si profilava
accanto alla giostra
dei Giardini Margherita.
Esotismo d’antan
brividi da periferia
che il tempo portò via.