Arborgrammaticus, poesie di Tiziano Fratus

Arborgrammaticus, poesie di Tiziano Fratus.

   

   

Tiziano Fratus nasce a Bergamo ma si trasferisce in Piemonte all’età di 12 anni. Studi irregolari inizia a occuparsi di teatro e nuova drammaturgia curando libri quali “Lo spazio aperto” (2002) e collaborando con Outis – Centro Nazionale di Drammaturgia a Milano. Pubblica i primi libri di poesie e inizia a viaggiare. Fra le sue raccolte di liriche si ricordano “Il Molosso” (2005), “Nuova Poesia Creaturale” (2010) e “Gli scorpioni delle Langhe” (2012), alcune poesie sono tradotte e pubblicate in Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Portogallo, Argentina, Slovacchia, Polonia e Brasile. La sua poesia è inclusa in diverse antologie fra cui “Poeti per Torino” (2008, curatela Roberto Rossi Precerutti) e “Poesia in Piemonte e Valle d’Aosta (2012, curatela Emanuele Spano e Davide Ferreri). Dal 2006 al 2010 ha diretto il Festival e le Edizioni Torino Poesia. Nel 2010, durante viaggi in Estremo Oriente, Stati Uniti e Europa, crea i concetti di “uomo/donna radice” e “alberografia”, iniziando a pubblicare una serie di opere legate alla natura, all’identità e agli alberi monumentali, dal titolo “Homo Radix”. Ne fanno parte diversi titoli fra i quali “Homo Radix. Appunti per un cercatore di alberi” (2010), “L’alber de Milan” (2012), “Questi occhi mettono radice” (2012), “La linfa nelle vene” (2012), “Il bosco di Palermo” (2012), “Il sussurro degli alberi” (2013), “Manuale del perfetto cercatore di alberi” (2013), il libro illustrato per bambini “Ci vuole un albero” (2013), “Vecchi e grandi alberi di Torino” (2013), la “Trilogia delle Bocche Monumentali” firmata per gli Editori Laterza (“L’Italia è un bosco” – 2014, “Il libro delle foreste scolpite” – 2015, “Giona delle sequoie” – uscirà nel 2016). Per questo percorso ha ricevuto il Premio speciale Natura consegnato nel 2012 dall’Accademia del Ceppo di Pistoia. Ha allestito diverse personali fotografiche dedicate al paesaggio arboreo monumentale italiano ed internazionale, ospite del Museo del Paesaggio di Verbania, Palazzo Hanbury a Ventimiglia, Il Fondaco a Bra, l’Orto Botanico di Palermo, MRSN a Torino, il Circolo dei Lettori di Torino. Ha disegnato itinerari botanici e guida passeggiate per cercatori di alberi in diverse regioni italiane. Il regista Manuele Cecconello ha realizzato un documentario sul suo percorso, dal titolo “Homo Radix”, ambientato fra le sequoie più antiche d’Italia nel Parco Burcina, a Pollone (Biella). Firma la rubrica “Il cercatore di alberi” per il quotidiano torinese La Stampa. La sua ultima raccolta di liriche s’intitola “Un quaderno di radici” ed ha segnato il ritorno dell’editore Feltrinelli alla poesia contemporanea.

Arborgrammaticus è un’opera in versi di Tiziano Fratus che abbraccia due nuclei poetici: Un quaderno di radici e Musica per le foreste.

Da Musica per le foreste. Poesie in forma di seme (Mondadori)

Il seme degli Dei del vento

Vi
addormenterete
fra le carezze degli Dei
del vento, placidi come gondole
nelle tiepide acque notturne che invadono
Venezia. Le loro mani vi stringeranno, le loro
labbra vi sorrideranno, le loro immaginazioni vi
scombussoleranno, le loro incertezze
vi accompagneranno nelle ore
della buonanotte. Voi
sarete tutti illuminati,
sarete la pienezza
del mondo senza
bisogno di
spendere
u n a
sola
par
ol
a

    

Seme del tenersi per mano

Vorrei
io tenerti
soltanto per mano,
senza dire nulla, io
& te, noi due ora, in un
eterno presente storico senza
bisogno di scorte di cibo,
collezioni di stampe rare
o di stanze d’ossigeno.
Il nutrimento sta nei nostri
occhi ti avrei detto, io,
tenendo la tua mano
nella mia. Ti avrei
sorriso, soltanto
sorriso, io
a te

    

Il seme della fatica

Preghi
per non sentirti solo,
come un filo d’erba che cigola
al soffio del vento o per l’arrivo d’una nuvola.
La voce completa quel tu,
scritto è così piccolo, minuscolo,
quasi pronto a scomparire, a farsi bianco
sotto una coltre
di neve.
Il mare scorre dentro,
è una marea in disordine,
ne percepisci l’odore
di cera. Il silenzio
costa
fa
ti
ca

    

Da Un quaderno di radici. Poesia dallo studio fiammingo (Feltrinelli)

Storia d’una lingua di vetro

Non tanto
la fatica del sudore
tolto alla fronte,

non tanto
i capogiri dei coltelli
in cucina,

piuttosto
la luce fioca
dentro la nebbia,

piuttosto
i pomeriggi al tepore
sotto le coperte,

piuttosto
le carezze ai gatti
sopra le ginocchia.

Non tanto
i litigi fiaccati
graffiando i soffitti,

piuttosto
il silenzio degli occhi
che si fanno stella,

non tanto
il peccato che dilava
dal di dentro,

piuttosto
il riverbero della notte
che si spiaggia,

non tanto
la marea di scatti
che si rinnovano a cascata,

piuttosto
la fragilità presunta
delle fondamenta:

la lingua è una creatura
che sa indietreggiare
a occhi chiusi

                       

william blake, l'iscrizione sopra la porta, 1824-7 - in apertura omero e gli antichi poeti, 1824-7
william blake, l’iscrizione sopra la porta, 1824-7 – in apertura omero e gli antichi poeti, 1824-7

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