In bocca alla balena! (Brevi) note di lettura a Balena di Roberta Durante, Prufrock ed. 2014, a cura di Paolo Polvani.
Ho sempre pensato che la prima caratteristica che individua un poeta sia la sua abilità nel governare il linguaggio, che sia questa la linea di demarcazione tra chi possiede i requisiti minimi e chi invece si lascia governare dal linguaggio, ne è succube, si accoda alle sue regole, non cerca di scardinarle e inevitabilmente la poesia gli sbarra le porte. Che poi non è una grande scoperta, equivale a dire che un musicista deve saper addomesticare le note o un pittore possedere buona dimestichezza con i colori. In questo delizioso libro di una giovanissima Roberta Durante si avverte fin dall’inizio e già matura la dimestichezza con le parole, si avverte il piacere del gioco, della scommessa, dell’inventarsi una catena in cui l’ultima parola di ogni poesia costituisce la prima della successiva, ma con l’impressione finale che il gioco sia tutt’altro che affidato al caso ma risponda a un preciso progetto.
Inoltre anche lo scintillio del gioco rivela una consapevolezza che induce al sospetto, che la ragazza la sappia più lunga di quello che appare.
Per esempio già in questa piccola delizia:
il suono suona sempre sé
non mente cio che sente e ciò che è
e semina dispersa la parola
germoglia bene sola la pronuncia
e cresce cio che dopo emana il seme:
sembra vero ma sotto la lettera è il nulla che luccica
dove il verso finale rivela una capacità di intuizione e riflessione promettenti.
Si, giocare con le parole porta a importanti rivelazioni, produce squarci in certi meccanismi, mette a nudo gli ingranaggi, le intime connessioni della lingua, i rimandi, e tramite ammiccamenti, avvistamenti, avvicinamenti, persino certe segrete verità connaturate alla poesia, che è artificio e finzione, ma in funzione di misteriose verità.
Linguaggio magico, linguaggio per iniziati, per pochi adepti, forse si.
Questo piccolo libro è bello fin dal titolo.
fato che fai figli fallaci
fingi di fare fiori e taci
non darci la parola annegaci
recidici i rami e uccidici
strappaci le radici falciaci
poi seminandoci pianta i nostri ganci