CHI TEME TIK TOK? IL CASO DELLE ELEZIONI COLOMBIANE E L’INGERENZA DEI SOCIAL MEDIA VS ALTRE FONTI INDIPENDENTI DI INFORMAZIONE DI LINA SCARPATI MANOTAS

Chi teme TIK TOK?
Il caso delle elezioni colombiane e l’ingerenza dei social media vs altre fonti di informazione.
Di LINA SCARPATI MANOTAS

  

    

A giugno del 2022 il motore di ricerca più importante al mondo modificava il suo logo a favore di quello allusivo al secondo turno delle elezioni presidenziali 2022-2026 nella Repubblica di Colombia.  Sebbene Google pubblichi i cosiddetti “Doodle” con l’obiettivo di ricordare date rilevanti collegate a personaggi o scoperte in maggioranza accadute in paesi sviluppati o di primo ordine mondiale, questa volta si è concentrato su una nazione il cui trend sui social media, oltre al posizionamento legato alla crescita economica più alta di tutta l’America Latina, indicavano una ricerca di informazioni relative alle immediate elezioni.

Per la prima volta la Colombia, oltre agli insuccessi legati al narcotraffico e la violenza generata durante 61 anni di conflitto armato tra lo Stato Colombiano, formazioni Guerrigliere (Farc, M19, ELN) e gruppi paramilitari, si è rivelata fonte di interesse per via della possibilità che la coppia formata da un ex guerrigliero e un’afrodiscendente, entrambi di sinistra, potessero arrivare al vertice del governo come Presidente e Vice Presidente. Nel caso particolare dei comizi di questi due candidati, le cifre ricavate dal traffico in rete, gli hashtag e i contenuti indicavano che gli occhi dei media internazionali, le ONG, l’Unione Europea, i governi di diversi continenti ma soprattutto l’attenzione di un ampio margine dell’utenza a livello mondiale fosse indirizzata verso le elezioni di maggio.

Un panorama caratterizzato da una forte supremazia della destra iniziata alla fine del XIX secolo ed esercitata da tre partiti politici di matrice tradizionale lasciava presagire l’arrivo di un ricambio politico. Nonostante la situazione di repressione politica vissuta nel ventennio 2002-2022, con l’insorgere dei social media la Colombia aveva iniziato una vera rivoluzione di carattere informativo contro la corruzione dell’egemonico partito di governo Centro Democratico, la disinformazione dei grandi network televisivi e l’insufficiente copertura in materia di educazione pubblica che ancora oggi colpisce il paese.

I risultati dei recenti comizi hanno dimostrato la necessità di ribaltare le tradizionali strutture di potere. Un obiettivo emerso a 6 anni dalla firma per gli accordi di pace e dopo le rivolte sociali accadute nel 2019 e 2021. Le elezioni del 2022 saranno ricordate come la transizione verso uno stile di governo dai toni conciliatori ed aperti, in cui per la  prima  volta  nella storia politica del paese arriva un partito di sinistra moderata,  condotto  dal senatore  Gustavo  Petro,  leader del movimento politico Pacto Histórico assieme all’ambientalista Francia Márquez. Un primato retto dalla più alta partecipazione alle urne mai registrata in tutta la storia politica della Colombia (58%).

LO SCENARIO

Per capire il ruolo dei media tradizionali e la decisiva interazione della popolazione con i social media durante le elezioni colombiane è importante saper intrecciare gli aspetti storici verificatisi prima e dopo il recente accordo di pace firmato ad agosto del 2016. Secondo fonti dell’Istituto Colombiano per la Memoria Storica, nei 61 anni di conflitto armato si sono raggiunte cifre pari a 8,376,463 di vittime (indicativamente). Gli scontri nelle zone di montagna e in territori di difficile accesso tra esercito, Farc e Paramilitari hanno colpito persone di tutti i ceti sociali attraverso azioni mirate come sequestri, estorsioni, agguati, displacement (spostamento forzato) e innumerevoli violazioni ai diritti umani che tuttora vengono indagate, pubblicate dalla Commissione della Verità e attribuite indistintamente sia allo Stato che ai movimenti insorgenti e/o fuori legge. 

Nonostante un primo armistizio celebrato nel 1988 tra il Governo e il movimento Guerrigliero M19 da cui successivamente nacque il partito politico Polo Democrático che nel 2021 entra a far parte della coalizione del odierno Pacto Histórico, la diffidenza verso le ideologie di sinistra è stata sempre collegata al grande timore dell’espropriazione e a ipotetiche alleanze tra ex guerriglieri e i governi di Venezuela e Cuba. È assodato che, a livello storico, il messaggio elettorale della destra contro eventuali avversari di sinistra sia sempre stato costruito su diversi presupposti,  tra cui l’aspetto collegato alla diretta responsabilità  dei gruppi insorgenti nel prolungamento del  conflitto armato ai fini di delinquere. Con l’avvento dei social media questi preconcetti e pregiudizi rimbalzarono dalle piazze alle interviste pubblicate sul web, condotte da giornalisti e dai principali giornali, canali privati di tv, case editoriali e riviste durante le elezioni precedenti del 2018. Così, in materia di capacità critica il popolo colombiano è arrivato a queste ultime elezioni consapevole della grande corruzione del governo in carica attraverso le indagini di alcuni media indipendenti e dell’ingerenza avuta dai mass media nella manipolazione di messaggi centrati sul timore e l’incertezza attraverso i propri canali.

I CANDIDATI E LE LORO STRATEGIE MEDIATICHE

La campagna elettorale del 2022 si è estesa per circa 1 anno (dalla seconda metà del 2021), includendo le legislative e le primarie, un primo turno a maggio e un secondo ballottaggio a giugno. Una campagna prolungata in un paese in precedenza curiosamente caratterizzato dall’astensionismo. Infatti, il 2022 verrà ricordato come quello con la più alta percentuale di votazione della storia politica colombiana e gran parte di questo primato è dovuto a due singoli fattori: la necessità di un cambiamento politico condotto da figure fuori dagli schemi abituali e un costante bombardamento d’informazione in cui i cittadini si sono sentiti per la prima volta chiamati a partecipare sin dalla costruzione di messaggi sui social fino alla delegittimazione di fake news e la retorica di tipo Goebeliano che queste trascinavano da anni.

A maggio, durante il primo turno alle urne, lo scenario politico proponeva 4 candidati tra cui uno di sinistra (Gustavo Petro) uno di centro (Fajardo) e due di destra: Federico Gutiérrez (Centro Democrático) e l’imprenditore Rodolfo Hernández. A livello di maggioranza di voti, solo i candidati Petro ed Hernández sono riusciti a passare al secondo ballottaggio celebratosi un mese dopo,   momento   in cui  l’utilizzo  dei  social media diviene fondamentale nell’accelerazione di un ipotetico ed illusorio vantaggio di Hernández sulla vittoria del candidato Gustavo Petro.

Catturare l’interesse della classe elettorale dei giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni è stato tra gli obiettivi più importanti di queste elezioni. La generazione nata nell’ultimo triennio del conflitto, alla quale appartengono pure i nativi digitali, è caratterizzata da un livello di accesso superiore all’educazione universitaria e specialistica, sia di fonte statale che privata. Di conseguenza, possiede una capacità critica discorsiva da non sottovalutare, dimensionata in maniera sbagliata dal candidato Hernández come segnala l’esperta Juliana Uribe Villegas del quotidiano indipendente La Silla Vacía, sottolineando nelle sue analisi il potenziale di questa popolazione e la sua rilevante affinità con la strategia di comunicazione implementata da Petro in diversi social media e non solo, ma anche attraverso un contatto diretto con gli elettori in atenei, teatri, scuole, paesi e tanti altri spazi.

Il docente e ricercatore della Università Externado de Colombia (Bogotá), Daniel Aguilar, esperto in contenuti politici sui social media spiega lo scenario mediatico al momento delle elezioni: “Vi sono evidenziati diversi fattori che hanno avuto impatto a livello di comunicazione, tra cui il primo è rappresentato dai media tradizionali, la cui crisi di credibilità colpisce specialmente i giovani. L’affiliazione politica di destra dei grandi colossi colombiani dell’informazione, unita al loro legami con determinati settori produttivi ed industriali ha determinato l’allontanamento dei giovani da questi media, così come il consumo accentuato dei social media tra cui Tik Tok ed Instagram. In questa maniera, i due candidati hanno trovato dei meccanismi efficaci per arrivare a questo settore della popolazione, anche se la grande sfida per ogni candidato è stata l’imparare a sviluppare il proprio linguaggio attraverso i social. Sia Gustavo Petro che il suo avversario, l’ingegnere outsider Rodolfo Hernández riuscirono a connettersi con tantissima gente, ma indiscutibilmente l’impatto ottenuto dal primo in termini di followers è stato superiore”.

Rodolfo Hernández su Tik Tok

In effetti, quando nelle recentissime elezioni italiane alcune figure politiche cominciano a utilizzare Tik Tok con il proposito di fidelizzare i più giovani, in Colombia oltre ad essere già stato implementato dai candidati nelle passate elezioni è emersa una profonda analisi basata sulla costruzione del messaggio o testo, sulla finalità rafforzativa dei social e l’importanza della presenza sul territorio e negli spazi di dibattito di ogni candidato.

A livello comparativo, i video di Gustavo Petro spiccano per la rappresentazione sui reels dei seguenti elementi: gli incontri celebrati nelle piazze dei municipi, la partecipazione espansiva dei simpatizzanti tra cui i cosiddetti “líderes y liderezas sociales”, ovvero, figure che all’interno delle loro comunità lottano per la salvaguarda dei diritti delle minoranza etniche, religiose e di genere,  la lotta  contro la discriminazione razziale, il femminismo e l’aborto, le energie rinnovabili, la partecipazione attiva della sua compagna di corsa alla Presidenza e delle comunità indigene ed afrodiscendenti; punti tutti inclusi nella futura agenda di governo, oltre ai propri valori e storia personale. “Un discorso di indole programmatica, arricchito da discussioni in toni invitanti verso la riflessione, il quale ha avuto impatto sui giovani, la popolazione decisiva per vincere queste elezioni” segnala Aguilar.

Hernández invece, ha provato a costruire l’immagine del politico impegnato nel contrastare la corruzione attraverso regole ferree e punitive, realizzando contenuti facilmente decodificabili carichi di simpatia goliardica, utilizzando sia un linguaggio volgare e offensivo contro i disoccupati oltre che sessista verso le donne, burlandosi del passato di guerrigliero del suo avversario. Hernández puntava sul proprio ruolo come imprenditore di successo e sul provare a demistificare l’immaginario degli over 80 utilizzando toni e linguaggio autoritari entrati in piena sintonia con un settore della popolazione, quella degli “over 45”, ancorati al conflitto armato e di mentalità ultraconservatrice. Questa fetta di popolazione ha sostenuto ed applaudito le sue proposte, ottenendo l’informazione relativa al suo candidato esclusivamente dal social Tik Tok. Informazioni molto superficiali, visto che il suo programma di governo non è mai stato spiegato né pubblicato.  Ciò che è contato  al momento di scegliere il loro candidato  per questo gruppo, a prescindere da quanto ripetitivo fosse l’aspetto centrato sulla  “fine della corruzione”, era punire la classe dirigente che solitamente avevano votato.  A metà maggio Hernández si è rifiutato di partecipare ad un secondo dibattito contro il suo avversario nonché all’intervista proposta dal network americano CNN (in spagnolo) finalizzata a conoscere il suo futuro programma di governo. Nonostante, le previsioni pubblicate dai media tradizionali dessero un superamento netto del 15% di Hernández per il secondo ballottaggio, le elezioni sono state vinte dal Pacto Histórico rifacendo letteralmente la “storia politica di Colombia”.

MEDIA TRADIZIONALI CONTRO MEDIA INDIPENDENTI

La politica fatta per strada attraverso il volantinaggio esercitato da donne sopravvissute al conflitto armato, le “liderezas” delle comunità vulnerabili che sostenevano Petro, contrastava con le carovane di macchine di grande cilindrata che attraverso Whastapp reclutavano i simpatizzanti di Hernández.  Di fatto, queste elezioni sono servite a potenziare Whatsapp e Telegram come strumenti di reclutamento per Hernández e di disinformazione contro Petro.  Secondo un’indagine riportata dalla Silla Vacía, la partecipazione dei followers alle chat di WhatsApp collegati ad una specie di centrale che gestiva i futuri elettori/simpatizzanti in diverse città colombiane serviva a diffondere dalle fake news contro l’avversario e persino a editare pezzi di design personalizzati oltre che all’organizzazione    dei  raduni  e  gruppi   di haters.

Ugualmente, le denunce al riguardo di pagine pagate alla piattaforma Facebook con il proposito di diffondere fake news su determinati candidati è stata uno degli elementi della ricerca effettuata dal quotidiano indipendente la Silla Vacía, assieme al Clip (Centro Latinoamericano per la ricerca giornalistica). L’indagine ha rilevato in  modo  evidente  più  di  10  pagine  su  FB  collegate  e  coordinate tra  loro per diffondere pubblicità negativa con elementi di disinformazione relativi a Gustavo Petro nonché hashtag come #viveredallostato, #noalcomunismo #fuorilasinistra #PetroNo ecc. e video in alta risoluzione che incitano all’odio. Infine, la Fondazione Carter nel suo dossier sulle elezioni presidenziali colombiane ha informato di aver riscontrato una marcata preferenza delle emittenti televisive private colombiane a diffondere una maggior quantità d’informazione relativa ai candidati di destra durante il primo turno elettorale.  A questo punto, Daniel Aguilar ricercatore della Università Externado aggiunge: “I media di grande tradizione come Revista Semana e Canale RCN risultarono sfacciatamente tendenziosi e belligeranti all’ora di esporre le opinioni contro il candidato della sinistra, in contrapposizione alle misurate opinioni di altri quotidiani come El Espectador e Caracol”.

L’indipendenza a livello informativo in questo caso, come quello del quotidiano La Silla Vacía e del TG  Noticias Uno, ha giocato un ruolo preponderante sulla scrematura attuata dagli elettori nel selezionare informazione di qualità. I punti sono tanti e partono dalla creazione di un osservatorio collegato ai risultati delle indagini, passando dallo spiegare in maniera dettagliata, sintetica e ben articolata i programmi di ogni singolo candidato e i rispettivi punti, fino all’esporre i tentativi di disinformazione sui social media attraverso indagini mirate in collaborazione con gli enti di ricerca  e ONG impegnati nel far fluire l’informazione in processi civici e partecipativi.

CONCLUSIONI

Il caso delle elezioni colombiane dimostra quanto sia stata fondamentale la costruzione e la qualità del messaggio in termini di cultura politica e le proposte contro un bombardamento di reels o video di corta durata dove prevale la forma sul contenuto di fondo. Ma è pure importante segnalare che la capacità critica dell’elettorato, un’aperta volontà di cambiamento e la continua ricerca d’informazione di carattere indipendente sono stati elementi essenziali per la ricostruzione di un sano criterio di scelta mediatica, contrario a campagne di discredito, fake news e disinformazione.  L’aspetto più importante: Tik Tok può potenziare a livello audiovisivo gli incontri celebrati con gli elettori nelle piazze ma non li sostituisce! Potenzia pure i valori di ogni candidato ma non sostituisce un dibattito tra candidati negli atenei, le università o i centri accademici colombiani.  Le decisioni sulla nostra democrazia non passano da un social media, ma dal criterio che abbiamo costruito per scegliere le informazioni in maniera ponderata e da diverse fonti. Il caso colombiano lo dimostra.

    


Lina Scarpati Manotas

Lina Scarpati è originaria della Colombia dove si laurea in Comunicazione Sociale con enfasi audiovisivo. Attualmente, scrive su politica internazionale, femminismo ed attualità per giornali, riviste e portali colombiani come El Heraldo, La Silla Vacía, Noticias Ya! Dal 2018 fa parte del Gruppo 98 Poesia dove continua ad approfondire la sua ricerca riguardo la propria visione interculturale del paese di accoglienza e il ruolo della donna nella società italiana. Attualmente lavora come consulente di comunicazione e marketing digitale nell’ambito associazionistico e per aziende specializzate in telehealth solutions.

One thought on “CHI TEME TIK TOK? IL CASO DELLE ELEZIONI COLOMBIANE E L’INGERENZA DEI SOCIAL MEDIA VS ALTRE FONTI INDIPENDENTI DI INFORMAZIONE DI LINA SCARPATI MANOTAS”

  1. Sempre interessante prendere contatto con realta` diverse dalla nostra, e trarne eventuali insegnamenti o chiarificazioni; per esempio, mi sembra di capire che in Colombia Hernandez impersonasse una figura un po` simile, in italia a suo tempo, a quella di Berlusconi, risultando alla fine attrattivo per meno elettori del previsto; cio` che invece mi incuriosisce moltissimo e` sapere: l’altro, il vincitore Petro, come si pone nei rapporti coi poteri transnazionali, in questo caso pero` non transcontinentali ? Perche` il suo programma politico, cosi` come descritto, accenna a temi molto cari ai Dem USA e non si fa cenno ne` alla geopolitica ne` alla lotta di classe. In altre parole: Petro ha vinto grazie a un elettorato maturo e consapevole, o perche` qualcuno ha deciso che andava bene lui ?

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