Cinque poesie di Lucia Marilena Ingranata.
Marilena, parlaci un poco di te!
Mi chiamo Lucia Marilena Ingranata, sono nata a Migliarino, in provincia di Ferrara. Ancora bambina mi sono trasferita a Torino con la famiglia.
Attualmente abito in provincia di Torino, in campagna, tirando fuori un piccolo sogno dal cassetto. Ogni tanto succede. Ho frequentato un istituto professionale, ho due figli, uno di 32 anni già papà e uno di
21 anni che si è iscritto ad ingegneria al Politecnico di Torino, sono
divorziata da 14 anni. La mia passione è sempre stata lo sport, avrei voluto frequentare l’Isef ma c’era poco denaro in casa mia ed ho iniziato presto a lavorare. Ho praticato salto in alto, e salto in lungo a livello agonistico, ho fatto parte di una squadra di pallavolo arrivando alla serie B, poi ho abbandonato tutto per via della maternità.
Come spero di te
Ho avuto un dolore che mi teneva lontano dalla porta
le lettere ammucchiate hanno perso l’ordine di arrivo
– “io sto bene, come spero di te” –
io ho smesso l’amore, come un vestito stretto,
come un lutto dai termini scaduti, nel cuore
c’era un difetto di pronuncia e troppo blu di Prussia
ora vernicio tutto d’amaranto massaggiandomi
il costato e invidio i cani, il loro tempo
malcontato.
*****
I gatti di gennaio
Si appoggia sulle spalle la stanchezza di gennaio,
le carcasse dei gatti non avranno esequie
– scoloriranno – e l’ultimo a passare
non se ne accorgerà di averle calpestate.
Hanno tagliato il bosco, quello prima del mare
Anna, dovremo cambiare le poesie
e posizione delle sedie. Ma sai, importa poco,
ho un figlio che sa piangere di gioia.
*****
Nella foto
Io e mia sorella abbiamo i piedi uguali
e il cuore
bucato nello stesso punto
ci confondono spesso
non si vede che lei è buona, so mentire
come in quella foto dove rido
e accanto sono tutti morti.
*****
Figli persi
Ho avuto figli senza nome
piccoli destini dispersi, uova interrotte
senza alcun commiato
sono stanca di nidi all’aria aperta
della mancanza di imposte per frangere la luce
(hanno vita dura anche le mosche)
occorrono pareti, devo appoggiarmi
con la schiena, piantare chiodi.
Attaccare tutte quelle foto sparpagliate.
*****
Pensieri arrugginiti
Oggi nel cuore ho un ricordo di cane
un latrato mite che picchia contro i muri
rugginosi. E ti chiedo se mangi
se dormi, se va tutto bene, per assonanza
per quella volta in cui non rispondevi
e fuori morivano di fame anche le oche.
Sono basita dalla bellezza di queste poesie, le trovo singolari e sanno bene esprimere, e in concretezza, l’alterità di genere, il modo cioè con cui chi è donna guarda il dentro e il fuori di sè. Bravissima davvero! Desiderosa di rileggere questa grande penna. nunzia binetti
Mi sembrano davvero belle, queste poesie dalla voce sussurrata e timida. Me le immagino scritte in una casa silenziosa mentre fuori è inverno. Mi ricordano un po’ le liriche della Dickinson.
In particolare mi ha colpito “nella foto”, tutta, ma in particolare quel “cuore bucato nello stesso punto” e il verso finale. Complimenti.
Sono qui per ringraziare innanzi tutto i fautori di questa bellissima rivista che mi pare molto bene impostata e ricca di spunti interessanti.
So che questo è il numero “zero” e mi piace tantissimo esserci proprio per questo.
Ringrazio poi per i commenti ricevuti da Nunzia e Paolo e soprattutto per il loro apprezzamento.
Paolo in effetti la mia casa è in campagna ed è grande e silenziosa, oggi è anche circondata dalla neve 🙂
Un caro saluto a tutti.
Questo poesie sono come una scultuta incisa direttamnete nella carne viva della vita quotidiana.
Grazie, Valdo, molto vero il tuo commento 🙂
Sono poesie belle, col seme della verità dentro e l’armonia fuori. Sono amare e incise con grafia leggere, quasi senza dolore.
Hai fatto una giusta analisi, il dolore lo tengo di lato, non vale la pena esserne sopraffatti.
Grazie
Il dolore “di lato”… ogni verso una schiacciata cercando di evitare il muro, un salto verso il cielo sapendo di cadere su un materasso morbido, un granello di sabbia in più da sorvolare e da lasciarsi dietro o, al massimo, “accanto”…
bravissima
Marilena, è un’ora che rileggo le tue poesie. Ma perché non ci sei tu in televisione, stasera, al posto di quegli idioti di Sanremo?
grazie di cuore Massimiliano ma non mi ci vedrei proprio in televisione anche se l’accento della Littizzetto lo faccio proprio bene :-))
Marilena, io credo che tu sia una dei maggiori poeti del nostro paese.
Per favore, posso leggere altri tuoi testi? Puoi mandarmeli in qualche modo? Grazie.
come dicono dalle mie parti “esageruma nen” guarda che mi monto la testa 😉
vedo cosa posso fare per la tua richiesta. Ciao
Molto belli, davvero. E con una continuità di VOCE…CHE è ORIGINALE, fedele alla SUA ORIGINE….
MARIA PIA qUINTAVALLA
grazie Maria Pia per il tuo passaggio
Ciao Marilena,
Massimiliano mi ha segnalato le tue bellissime poesie. Mi piacerebbe postarne qualcuna nel blog che curo, lapoesiacheserve.wordpresscom, per Albeggi edizioni. Posso?
Hai mai pubblicato un volume? Mi piace molto questo tuo tenere il dolore “di lato”…
Paola Musa
ciao Paola, grazie per il tuo commento e grazie a Massimiliano per la pubblicità 🙂
No, non ho mai pubblicato e penso che si, se desideri puoi inserirne qualcosa sul tuo blog.
Grazie Marilena! Di solito aggiungo una breve biografia e un ritratto/foto dell’artista…ma se preferisci, metto un’altra immagine.
Fammi sapere
Lucia,
sono così felice per te di scoprire che altri ( lasciami dire presuntuosamente : dopo di me ) stanno scoprendo la bellezza delle cose che scrivi.
Sai che ti ho sempre apprezzata e sostenuta e credo proprio che verrà il giorno in cui avrai il TUO libro.
e……..dai commenti che ho letto qui sotto, altro che i miei poveri applausi.
avanti, vedrai che ce farai.
un bacione
luiss
da pochi giorni salvato un file da un bel blog, leggo solo oggi.
Questo modo di fare poesia è davvero emozionante.
Ne ho lette alcune a voce alta, in casa. Ed altre non le ho potute leggere, ché mi commuovevo!
Sono felice d’aver aggiunto una bella perla alla mia lunga collana di poeti.
Molto.
Grazie.