Come si scrive una poesia cinese in epoca Tang (tanto per divertirsi un po’), di Alberto Cini

Come si scrive una poesia cinese in epoca Tang (tanto per divertirsi un po’)

  

    

In Cina, nell’epoca che va dal 618 al 907 la dinastia Tang, successe alla dinastia Sui.
In questo perido nella poesia si distinguevano due stili, uno antico ed uno moderno. Lo stile detto “moderno” poteva essere formata da quattro oppure otto versi, anche se poi in letteratura si trovano versi fuori da questi schemi.
Io preferisco concentrare l’attenzione sulla poesia di soli quattro versi e cinque sillabe

Ad un famoso poeta giapponese fu domandato come si componga una poesia cinese.
«La consueta poesia cinese è di quattro versi» spiegò lui. «Nel primo verso c’è la premessa; nel secondo c’è la continuazione di quella premessa; il terzo verso si allontana dall’argomento e ne comincia uno nuovo; e il quarto verso collega i primi tre. Un canto popolare giapponese esemplifica quanto ho detto:

immagine“A Kyoto vivono le due figlie di un mercante di seta.
La più grande ha vent’anni, la più giovane diciotto.
Un soldato può anche uccidere con la sua spada,
Ma queste ragazze uccidono gli uomini coi loro occhi”.

Il primo verso possiamo dire sia L’esordio ed è chiamato Ki
Il secondo verso espreime lo sviluppo ed è chiamato Chun
Il terzo verso definisce la svolta e viene chiamato Chuen
Il quarto verso ovviamente è il finale ed il suo nome è Ho

Questa metrica è diversa dall’Aikù giapponese e anche nello sviluppo ha le sue peculiarità, ma come vediamo resta sempre lo stile della sfida, dove esprimere massime libertà di simboli in gabbie di regole estremamente rigide. Già questo contrasto tra forma e contenuto è la prima poetica che viene manifestata da questa forma poetica.
La caratteristica di questi quattro passaggi sta anche nel fatto che sono gli stessi passaggi di qualsiasi struttura narrativa completa, sia che si tratti di un romanzo, di un racconto, fino alla più contratta poesia. Questi passaggi quindi compiono un’azione cronologica di sviluppo narrativo anche in una poesia che si nutre di tasselli simbolici ed evocativi che singolarmente vivono della loro solo istantaneità.

Il fatto che mi diletti di scrivere in dialetto bolognese rende maggiormente suggestivo e divertente il tutto.

Faccio alcuni esempi lasciando didatticamente le griglie e la traduzione a vista, è un gioco linguistico che possiamo fare anche con i bambini, nelle classi multietniche, per offrire la possibilità di parlare due lingue almeno, e ragionare sulla loro sonorità e significato.

   

Il sole

1 ki- esordio Al soul l’è putent         Il sole è potente
2 Chun-sviluppo l’è l’aster zentrel             È l’astro centrale
3 Chuen-svolta Al fiaur l’è cinen Il fiore è piccolo
4 Ho-finale Granel ed vetta Granello di vita

    

I sogni

1 ki- esordio Toti i sogn van vi Tutti i sogni se ne vanno
2 Chun-sviluppo Brisa qual piò dur Ma non quello più duro
3 Chuen-svolta Aiè sas in zil Ci sono sassi in cielo
4 Ho-finale Dla zant con gli uc srè Della gente con gli occhi chiusi

    

Il pittore

1 ki- esordio Culaur al pitaur Colore al pittore
2 Chun-sviluppo Par al bel quedar Per il quadro bello
3 Chuen-svolta Al pnel piov dal cil Dal cielo piove il pennello
4 Ho-finale Art e nadura Arte e natura

    

La diversità

1 ki- esordio La diversitè La diversità
2 Chun-sviluppo La da on gran spaz Da un grande spazio
3 Chuen-svolta Qual cl’è beli uguel Ciò che è già uguale
4 Ho-finale At da on abraz Ti da un abbraccio

    

La continuità

1 ki- esordio On dè ti beli nè Un giorno sei già nato
2 Chun-sviluppo Cinen madur vec Piccolo maturo vecchio
3 Chuen-svolta aiè qualcosa c’è qualcosa
4 Ho-finale Clè brisa cambiè Che non è cambiato

   

I bi-sogni

1 ki- esordio Toti nueter Tutti noi
2 Chun-sviluppo As perla divers Si parla diversamente
3 Chuen-svolta Confruntagna ban Confrontiamo bene
4 Ho-finale Bisogn e i sogn Bisogni e sogni

*

            

Vasily Kandinsky, "Improvvisazione 17 (Il giardino dell'amore II)", 1912 - in apertura "Paesaggio di pioggia, 1911, Metropolitan Museum New York
Vasily Kandinsky, “Improvvisazione 17 (Il giardino dell’amore II)”, 1912 – in apertura “Paesaggio di pioggia, 1911, Metropolitan Museum New York

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