CON LA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA. POESIE DI GIORGIA MONTI

Con la pistola puntata alla tempia.
Poesie di GIORGIA MONTI

 

    

Le poesie di Giorgia Monti qui proposte sono tratte dal libro Che razza di mondo (Cicorivolta Edizioni, 2012).

    

Senza dove

   

Con la pistola puntata alla tempia, la pistola puntata alla tempia…

È un metallo che brucia mentre raggela.

Cola in gola come fiele, ma non è paura.

Sposta quell’arnese che c’è ancora qualcosa da vedere in giro.

Ho i succhi gastrici un po’ incazzati e una strada deserta da percorrere

… oltre, ancora oltre, non arriverà nessuno.

Nel non luogo della mia mente è cresciuto il tunnel

… era incastonato nella brina ghiacciata nella stagione del silenzio

e farina in cielo fin dove l’erba cresce, dal basso.

E farina densa in un cielo che perde di dignità.

Sei stato tu? Sei stato tu?

Dimmelo, lo voglio sapere.

Ho una pistola puntata alla tempia e di te non vedo che un’ombra.

Spostala, sposta quell’arnese che c’è bisogno di un po’ di vita

da smerciare sottobanco ché i grandi della terra non abbiano

sogni tranquilli da fare.

Ti senti forte oggi? Ti senti vero?

Guardati, mi fai ridere … non così, per dire, ma per davvero.

Cacciatela in bocca la tua canna sfavillante, pisciati addosso e trema

e confessa, dai su, confessa che non ti fa poi così schifo vivere.

Ho fatto un giro senza sole, una capriola stanca senza vertigine.

È troppo freddo per i significati,

c’è troppo grigio per un ballo in maschera.

Non ti diverti alla festa?

Eppure dovresti, è come un bel pacco di natale.

Ho la schiuma alla bocca e sapore di sale.

Con una pistola alla tempia, una pistola alla tempia,

so esattamente dove si trova il mare.

*

   

La viaggiatrice

   

Ho paura a stare in giro.

Ho paura dell’acqua.

Io l’ho visto che cosa fa, l’acqua.

Comincia a cadere e cadere

che poi non ci vedi più niente

e s’infila dappertutto, l’acqua.

E non si ferma, non si ferma mai

e s’ingrossa si riempie e cresce

fino a quando non spacca tutto.

Io l’ho visto, l’ho visto in televisione

e allora poi arriva un’onda grande

un’onda gigante

che sbaracca tutto

e non ha bisogno di strade, l’acqua,

e con la forza si prende tutto

e non la tieni da nessuna parte

e si presenta tutta piena, densa e sporca.

Sporca di fango, di sabbia e di sangue

che neanche te la immagini

e se avevi pensato di avere qualcosa,

ti eri sbagliato di grosso.

E neanche te lo immagini

quanto ti eri sbagliato.

Poi, se sei ancora vivo, ti disperi

e io l’ho visto

anche senza la televisione.

Ho paura a stare in casa.

Ho paura della terra.

Io l’ho visto che cosa fa, la terra.

Comincia a tremare e tremare

e scuotersi e scuotere

e non si ferma più, la terra.

E ti fa cadere il mondo addosso

e rompe tutto e ti schiaccia, la terra.

Io l’ho visto, l’ho visto in televisione

e allora poi la tua casa crolla,

quella del tuo vicino crolla

e la montagna crolla

e nel mondo resta solo

la polvere, la sabbia e il sangue

e te non vedi più niente

e è tutto grigio che ti soffoca,

tutto pesante che non ti puoi muovere

e neanche te lo immagini

e se avevi pensato di avere qualcosa,

ti eri sbagliato di grosso.

E neanche te lo immagini

quanto ti eri sbagliato.

Ho paura a stare alla finestra.

Ho paura dell’aria.

Io l’ho visto che cosa fa, l’aria.

Comincia a stringersi e stringersi

e a comprimersi e a tenersi

e poi esplode tutta in una botta, l’aria

e ogni cosa diventa miliardi di pezzi di ogni cosa

che schizzano via da tutte le parti

e spariscono nell’aria e dopo

non resta più niente di nessuna cosa

da nessuna parte.

Io l’ho visto, l’ho visto in televisione

e allora poi arrivano gli aerei che si ficcano

dentro ai grattacieli che neanche te lo immagini

e cadono le bombe e s’incendiano gli spari

e scoppiano i reattori e tutto quello che c’era

diventa fumo e sabbia e sangue

e non ti rimane neanche il tempo per dire

un’ultima parola

e se avevi pensato di avere qualcosa,

ti eri sbagliato di grosso.

E neanche te lo immagini

quanto ti eri sbagliato.

E poi, se sei ancora vivo, ti disperi

e io l’ho visto

anche senza la televisione.

Ho paura di stare alla luce.

Ho paura del fuoco.

Io l’ho visto che cosa fa, il fuoco.

Comincia a crepitare e crepitare

e cresce e si divincola poi, in un lampo,

diventa un’enorme cosa che scotta, il fuoco

e ha migliaia di lingue brucianti e un abbraccio ardente

e ha fame, il fuoco, una fame boia

e non si accontenta e divora tutto, il fuoco

e mentre ti fa sembrare che arrivi il giorno

ha già steso il suo mantello nero

su tutto

e se stavi all’inferno

almeno lo sapevi

perché in basso fa sempre così caldo

e non c’era bisogno di nessuna commedia.

Io l’ho visto, l’ho visto … in televisione?

E allora poi, dopo che ha tolto la forma alle forme

e i nomi alle cose, tu lasci la tua impronta

sulla cenere, sulla sabbia e sul sangue

e se sei ancora vivo chiamalo pure miracolo,

ma per me è pura maledizione.

Il fuoco l’aria la terra e il fiume.

Il fatto è che più di tutto

io ho paura a stare

fra gli uomini

che fra gli uomini, a starci,

sembra sempre

tutta roba da ridere.

Ho la valigia strapiena di tanti vasetti

belli zeppi di marmellata

e non mi piace neanche.

*

   

Che razza di mondo

   

Guardati bene le spalle

copriti bene

Spira un vento cattivo

in questa sera

senza prospettiva

Non stare a tuo agio

mantieniti sulle spine

È un respiro d’aria malsana

che ti sostiene

Copriti le orecchie

turati il naso

ma aguzzala la vista

e stai attento

a dove metti quel piede

È un mondo minato questo

non stare sicuro

e non ti credere

quel mostro che c’hai dentro

fa ridere a confronto

Hai 20 regole d’oro

da perseguire

tra religione e costituzione

e quel mezzo secondo

per capire

il mestiere del giocoliere.

*

    


Giorgia Monti in una foto di Chiara Baldini e Marco Puglia

Giorgia Monti:  autrice di “Che razza di mondo”, Cicorivolta Edizioni 2012; dei testi dell’ep “Tra acqua e acqua” Studio Fuzz Studio Recording (Fabio Fanuzzi) 2016; “La balena”, Cicorivolta Edizioni 2020.  È cofondatrice, insieme a Serena Piccoli, dell’Associazione Culturale Lestordite per la diffusione della poesia, la parità di genere e contro ogni forma di discriminazione. Sempre insieme a Serena Piccoli è ideatrice e direttrice del Festival Internazionale di Poesia e Arti Sorelle e curatrice della rubrica di poesia contemporanea “Verso l’Italia” sulla rivista di cultura rumena “Tribuna”. Dal 2021 è membro della redazione di Versante Ripido per cui cura la rubrica “Interferenze”.

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