Con le labbra bianche appena nate, poesie di Francesco Paolo Dellaquila. Con una nota introduttiva dell’autore.
Francesco Paolo Dellaquila è nato a Barletta, conosce la musica e ha scritto testi e musica di alcuni brani depositati alla SIAE. Ha pubblicato i seguenti libri: 2008 “L’altro Senso” – Narrativa onirica; 2010 “Il mistero del bacio nell’alone rosso di una rosa” – Romanzo; 2012 “Semplicemente l’amore” – Poesia; 2017 “Un mondo in quattro quarti” – Prosa ritmica e poesia.
Attualmente sta preparando una silloge di poesie.
Nel dicembre 2013, in collaborazione con l’esperta d’arte dottoressa Cinzia Dicorato, presenta al “Palazzo della Marra” di Barletta una conferenza sul pittore Giuseppe De Nittis durante la quale proietta un suo video documento.
Nel 2014, risulta primo classificato, giuria esperti, al concorso di poesia nazionale “La Stradina dei Poeti” – Barletta, con la poesia dal titolo: “Vorrei scrivere”.
Collaborata da diversi anni, come docente esterno, con l’Università della Terza Età di Barletta dove ha presenta monologhi e letture di sua composizione.
Francesco Paolo Dellaquila, oltre alla poesia e alla scrittura creativa, si dedica alla stesura di testi teatrali che presenta in diverse occasioni; promuove, organizza e presenta eventi culturali generalmente presso la Sala Athenaeum di Barletta.
Francesco Paolo mira alla diffusione e alla divulgazione della poesia e delle attività culturali ad essa correlate, con il gruppo di “Tinelli Poetici” creato da una sua idea con Paolo Polvani e Raffaella Porreca Salerno.
Attualmente sta lavorando ad un progetto teatrale, con musica e canto al pianoforte, tratto da un suo racconto dal titolo: “L’Ombra”.
L’amore per la poesia ed anche il modo di come concepirla e presentarla, trova una svolta importante con la conoscenza di Paolo Polvani, poeta già noto nella sua stessa città di Barletta dove vive, e con cui è legato da una solida, bella e proficua amicizia.
Parlare della madre in poesia non è mai facile: si rischia di essere banali, si rischia di riflettere condizioni che pur se condivisibili e dette in un certo modo, risulterebbero inutili, ripetitive, spesso noiose.
Azzardare, in poesia, è un’opera ardua ma indispensabile; la poesia richiede forme particolari di linguaggio, meticolosità nella scelta delle parole, la poesia necessita di musicalità, richiede l’uso di simbolismi e di figure retoriche che non possono essere trascurate. Spesso, quando si tenta di scrivere una poesia sulla madre, ci si ricorre alla narrazione sostenuta da un’implacabile e inevitabile senso del ricordo. E qui, se sopraffatti dal ‘solo gusto personale’ si rischia la critica del lettore attento che non potrà considerarla poesia e la scarta!
Probabile che, inconsciamente, anch’io sia caduto in tale ‘trappola’ che è sempre in agguato anche se questo può accadere per qualsiasi altra poesia da proporre. Ma per la madre, considerando il tema così profondamente intimo e sigillato dentro di noi, risulta difficile partorire poeticamente un qualcosa che possa ricevere consensi. Io ci ho provato. FPD
Madre
nella mia solitudine trovo la tua libertà
il dolce sibilo che sfiora
e porta primavera nei giorni di gelo
ferma è l’ambizione di baciarti
i ricordi scandiscono il tempo
spesso
m’addormento suonando Chopin
*
Mia madre parve libera
posò le sue vesti
si concesse al fluire
seguì mio padre
e mi ripose beato con sé
*
Mia madre
Quando guardavi in alto
ancor prima d’essere nato
anch’io vedevo l’azzurro del cielo
quando vidi mio padre
già conoscevo il suo volto
Sollevavo gli occhi al tuo sorriso
e dolcemente dormivo
in quell’azzurro di pace
del tuo sguardo
Restavo nel silenzio
lieve delicato leggero
udivo il respiro
caldo morbido suadente
e nel tepore del corpo
seguivo la via del sogno
Il mio pianto
taceva alla tua voce
le tue parole erano carezze
che ancora
porto nella mia vita
*
La tinozza
riempita all’orlo
la portavi al sole,
a mezzogiorno m’immergevi
nudo come nato
poi ritrovavo
avvolto alle tue braccia
il tepore
e il sapore della vita
*
Con le labbra bianche
appena nate
colsi dal suo seno la vita
la baciai
come ancora oggi
quando nudo
m’addormento
e sogno
*