Creazione, di Claudia Brigato

Creazione, di Claudia Brigato.

   

   

“Liberami dal fango, perché io non affondi,
che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde.
Non mi travolga la corrente,
l’abisso non mi sommerga,
la fossa non chiuda su di me la sua bocca”
Salmo 69,15-16

    

CREAZIONE

I prati vanno dissolvendosi:
vortici di viole aprono buchi neri
in gola alla terra
ed intorno galassie affilate di margherite
disegnano mappe al destino
di ignare api operaie.

Saranno tutte sacrificate sulla rotta del ritorno.

A nulla varrà il loro atto estremo
di devota generazione.

E dio in uno sbadiglio beato riposa
abbassa le ciglia
e lascia accadere
il mondo.

*

Se questa Bora Nera mi facesse polline la pelle
migrerei a riposo sul capo allegro di una cincia.

Da queste altezze
il pensiero di dio
ha la forma
sacra
della mollica di pane
deposta ai piedi di una porta.

*

Il Gange, l’Eufrate, il Giordano
fluiscono tutti qui
in questo fosso che mi lava gli occhi.

Dal ventre dell’acqua

dio mi segue

con sguardo di pesce

che a passo d’ombra si allontana.

*

Il Grappa mi guarda
con gli occhi di un impiccato
appeso alle prime luci del giorno.
E’ un ossimoro la mia carne viva
stesa
sul marmo bianco di questo ossario.
La tragedia è nel pensiero
dell’eterno
– non nella morte
se tutto tace come sotto questa neve
a primavera –

                      

Ingmar Bergman, La fontana della vergine 1960
Ingmar Bergman, La fontana della vergine 1960

 

One thought on “Creazione, di Claudia Brigato”

  1. Ai redattori di Versante Ripido porgo i miei più vivi complimenti. Gli scritti di Claudia Brigato sono compendi di alta speculazione teologica ricondotti sulle sponde della quotidianità da una zattera fatta di molliche di pane, api operaie e fiumi che fluiscono nei fossi. E’ tipico dei matti e dei pionieri non essere capiti sino in fondo (anche quando si propone un’alternativa valida e innovativa allo scrivere moderno), per questo sono sicuro che la scrittura disincantata e onirica di Claudia Brigato – e la sensibilità dei redattori di Versante Ripido che l’hanno accolta – avranno il giusto merito tra qualche tempo, quando ci si accorgerà della assoluta discordanza del suo stile contro lo scrivere in versi contemporaneo. L’autrice riduce una divinità grandiosa e assoluta a minuziosi mosaici di sguardi personali quando il resto (una gran parte) dei poeti è ancora intenta ad assurgere a Dio il proprio Ego.

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