Rubrica Cultura e Società. Versi di Lucetta Frisa.
Naufragio
In memoria del 3 ottobre 2013
Non è più quell’ottobre, ma resta
la presenza del naufragio, i gommoni capovolti, le urla.
Il mare nasconde il tempo, mescola
i secoli i vivi i morti i mostri i tesori
delle antiche navi naufragate come
il satiro danzante dagli occhi d’alabastro
che scintillavano anche là sotto
nel più profondo dei sepolcri
e ora continua a danzare nel museo.
Voi che statue non siete nessuno
potrà farvi tornare in superficie
siete andati a raggiungere
tutti gli annegati del mondo
zavorra senza voce e patria.
Ma se potete, venite a salutarci in sogno :
a chi vi ha rubato la vita voi
di notte rubate il sonno
lacerate il suo velo compiacente.
Il mare è un grembo che culla
ma non salva mai
e col suo tremito di specchio
muta tutte le vostre ombre
in un suono implacabile
che mai sarà silenzio perché le onde
battono, battono sempre:
per cancellare o ricordare?
Il loro movimento è lo stesso.