Qualche anno fa scrissi dei testi da portare, letti o recitati in uno spettacolo teatrale dedicato al tema dei migranti.
Si trattava di un vero e proprio accampamento di 40–50 tende di ispirazione nord africana che invase per alcuni giorni Piazza Santo Stefano a Bologna.
Dentro ogni tenda un attore, autore, migrante o nativo, portava i suoi racconti veri e i suoi oggetti di viaggio, le storie, i desideri. Viaggiatori provenienti da cento paesi diversi.
Il pubblico, numerosissimo si aggirava tra le tende entrando in questa e in quella ad ascoltare.
La mia tenda accoglieva quel piccolo pubblico che una tenda si può permettere di ospitare e il racconto, che si sviluppava attraverso 4 quadri, veniva ripetuto ad ognuno di quei piccoli gruppi di affettuosi e curiosi spettatori che si affollavano incessantemente attorno al mio tavolo.
Scrissi vari testi, ispirati a foto di luoghi lontani, o a memorie personali di luoghi e lontananze, o a poesie di autori che avevano lasciato la loro terra di nascita, come Nazim Hikmet.
Lo spettacolo idea e regia, era del Teatro dell’Argine di San Lazzaro ed era “VIAGGIO ATTRAVERSO L’ACCAMPAMENTO MONDO” e si è tenuto per la prima settimana di Luglio del 2010.
Questa poesia qui sotto è scritta in risposta alla Poesia di Nazim Hikmet “Arrivederci Fratello Mare”, riportata più sotto. E’ una scrittura a ricalco. Scrittura a ricalco, un lavoro dove il risultato diventa proprio, ma l’idea originale resta dell’autore con cui si dialoga… L.F.
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci sorella pineta
mi porto un po’ dei tuoi sassi
bianchi ed eterni
che spostavo col piede
che tiravo al mio amore
che ci giocavo a triglia.
Un po’ dei tuoi aghi salmastri
che toglievamo dal bigliardino
che facevamo a collana
che si infilavano tra il sandalo e l’alluce,
si infilavano nella rotella del juke-box
– e nelle mie tasche –
che scendevano coi capelli,
a volte, fino alle spalle.
Mi porto un po’ della tua promessa
di tutti i futuri possibili
come di rivedersi domani
e mi porto un pochino dei tuoi sorrisi adolescenti,
che consolavano dalle incertezze
degli incontri sospesi
e un po’ dei tuoi addii prematuri
che sospettavamo per fine settembre.
Ci hai saputo dire molte cose
sul tuo destino di leggerezza
sul tuo destino di scoperta.
Eccoci con un po’ più di speranza
di non risparmiarsi al nuovo
eccoci con un po’ più di saggezza
per battere paura e solitudine.
E ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci sorella pineta.
Ed ecco l’originale.
Nazim Hikmet
Arrivederci fratello mare
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.