Della paura e della creatività, editoriale di Enea Roversi

Della paura e della creatività, editoriale di Enea Roversi.

     

     

“E la voce che mi esce, si disperde tra le case,
sempre più lontana, se non la conosci, è l’angoscia metropolitana.”
(Claudio Lolli, Angoscia metropolitana)

     

I versi citati in esergo appartengono ad una canzone di Claudio Lolli datata 1972: a quarantacinque anni di distanza le città conservano ancora il loro strato d’angoscia, anche se i contorni e gli scenari si sono profondamente modificati.
Viviamo tempi nei quali la paura fa parte della nostra vita: una banalità, purtroppo, facilmente confutabile.
La cronaca ci porta quotidianamente notizie che i media ci servono in tempo reale, senza respiro e senza alcuna possibilità da parte nostra di poterle evitare.
Siamo forse una società condannata alla paura? Dovremo abituarci a convivere con il terrore, pur continuando a mantenere le nostre abitudini di vita?
Non è questione che appartiene soltanto al nostro tempo: la letteratura e l’arte hanno tratto ispirazione da questo tema anche nei secoli passati. Noi, rispetto a chi ci ha preceduto, viviamo tutti gli accadimenti vicini e lontani in tempo reale (ecco probabilmente la nostra vera condanna), metabolizzandoli a volte consapevolmente e a volte no.

Il tema di Versante Ripido di questo mese è La paura e la città ed è incentrato sull’omonimo concorso fotografico e poetico, indetto dall’Associazione Il Civico 32 insieme con Versante Ripido, Scuola della Carta e Humareels – Poverarte/Fotografia.
Con questa iniziativa Versante Ripido prosegue e rafforza la propria attività di collaborazione con altri soggetti che operano nell’ambito della promozione culturale, alla costante ricerca di nuovi spunti di dialogo e stimoli di discussione, aprendosi ad altre forme espressive come, in questo caso, la fotografia.
Chi conosce Versante Ripido sa del resto che l’immagine ha sempre avuto un ruolo importante in ogni numero della fanzine.
Recita il tema del concorso: La paura e la città (Mobilità, precarietà, caduta delle identità personali e collettive sembrano connotare lo scenario odierno della città: paura e sterile reazione oppositiva e violenta le conseguenze?).
Il concetto di paura è qui visto in simbiosi con l’idea di città: il luogo in cui si nascondono piccole ma devastanti angosce. I poeti e i fotografi che hanno partecipato al concorso hanno così puntato il loro sguardo sulle paure quotidiane: il risultato è un affresco dai colori lividi, l’immagine di una società che si muove in fretta e in cui l’essere umano fa fatica a tenere il passo, in preda ai timori propri e a quelli altrui.
Se la precarietà è un elemento con il quale tutti ci troviamo sempre più spesso costretti a scontrarci, più complesso appare l’aspetto della caduta (perdita?) delle identità personali e collettive.
Il senso di smarrimento che fa da fil rouge alle nostre vite è sicuramente legato in modo indissolubile a questa caduta: l’identità perduta come singoli, ma soprattutto come collettività, parola quest’ultima in auge qualche decennio fa e che oggi sembra solo un termine arcaico e privato di ogni significato.
L’arte, intesa come forza creativa, può servire allora a denunciare e non limitarsi ad immortalare e a descrivere. La fotografia, la letteratura, le arti figurative, hanno nel loro humus un potere immenso che non sempre viene convogliato nei giusti binari.
Occorre quindi cercare di muovere (smuovere) la creatività e le creatività, aggregando le varie forme espressive per tentare di fare un po’ di luce in questi tempi bui: chi si occupa, a vario titolo, di arte e di promozione culturale dovrebbe tenerselo bene impresso e scriverlo in grassetto nella propria agenda.
Versante Ripido cerca, con i propri mezzi, di portare un po’ di luce attraverso la diffusione della buona poesia e collaborando con importanti realtà come Civico 32, grazie a cui questo numero si arricchisce di un apporto altamente significativo.
I testi selezionati da Versante Ripido si fondono mirabilmente con le fotografie selezionate da Civico 32: parole e immagini interagiscono tra di loro, usando codici diversi per arrivare allo stesso risultato.
In fondo, la poesia e la fotografia si servono entrambe degli occhi e del cuore.

         

L'esorcista, William Friedkin, 1973
L’esorcista, William Friedkin, 1973

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Dal 1 Febbraio 2023
il numero di VERSANTE RIPIDO con tema:
"RUMORE BIANCO - L'ILLUSIONE DELL'INFORMAZIONE"
    
IN VERSIONE CARTACEA
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