Delle madri è il sangue, poesie di Lucianna Argentino.
Lucianna Argentino è nata e vive a Roma. Dai primi anni novanta il suo amore per la poesia l’ha portata a occuparsene attivamente come organizzatrice di rassegne, di presentazioni di libri e con collaborazioni a diverse riviste del settore. Sue poesie sono presenti in molte antologie. Ha fatto parte della redazione del blog letterario collettivo “Viadellebelledonne”. Ha partecipato a diversi Festival tra cui: al Festival Caffeina di Viterbo nel 2011 e nel 2017; al “Festivart della Follia” a Torino (2015); al Festival “La Rocca dei Poeti” nel borgo medioevale di Ostia (2015, 2016, 2017) e nel Tempio di Santa Croce a Tuscania (2018); allo “Stabia Teatro Festival di Castellammare di Stabia (2016); a “Ritratti di Poesia” di Roma (2017); al Festival della poesia nella cortesia a San Giorgio del Sannio (2017); al Festival “La luna e i calanchi” di Aliano (2017); al Festival “Notturni di Versi” di Portogruaro (2018). E’ coautrice con Vincenzo Morra del libro “Alessio Niceforo, il poeta della bontà” (Viemme, 1990). Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991) con la prefazione di Gianfranco Cotronei; “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza e disegni di Francesco Paolo Delle Noci; “Mutamento” ((Fermenti Editrice,1999) con la prefazione di Mariella Bettarini; “Verso Penuel” (edizioni dell’Oleandro 2003) con la prefazione di Dante Maffia; “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco Guzzi; “L’ospite indocile” (Passigli, 2012) con una nota di Anna Maria Farabbi; il poemetto “Abele” (Ed. Progetto Cultura, Le gemme 2015) con la prefazione di Alessandro Zaccuri di cui alcuni brani sono andati in onda, nel giugno del 2017, su Radio Vaticana nella rubrica “Pagine Fogli Parole” a cura di Laura De Luca nell’interpretazione di Pino Censi; “Le stanze inquiete” (Edizioni La Vita Felice, 2016); “L’ombra dell’attesa” (Macabor Editore, 2018) con la prefazione di Elio Grasso, ristampa revisionata del libro “Verso Penuel” del 2003. Nel 2009 ha pubblicato la plaquette “Favola” (Lietocolle), con acquerelli di Marco Sebastiani. Il suo lavoro inedito “La vita in dissolvenza” (quattro monologhi al femminine) sono stati musicati dal chitarrista Stefano Oliva e presentati in vari teatri, associazioni culturali e Festival. Dal 2014 collabora con le Acquelibere Ensemble con lo spettacolo “Almanacco indocile”. Il 9 settembre del 2018 su Radio Vaticana è andata in onda la sua intervista impossibile ad Abele, interpretato ancora da Pino Censi, nella trasmissione “Domande impossibili” curata da Laura De Luca. Il 27 dicembre 2018 è stata ospite di Radio Radio nella trasmissione “Un giorno speciale” di Francesco Vergovich nella rubrica “Affari di libri” curata da Maria Gloria Fontana.
Dai padri ereditiamo i cognomi
ma delle madri è il sangue
versato nel tempo dell’assedio:
mediatrici di pace tradite da delatori pavidi.
Per questo non abbiamo imparato mai
ad essere fedeli, né crediamo che la verità
ci possa liberare se non per renderci, poi,
suoi schiavi.
da “Mutamento” (Fermenti, 1999)
*
Tu, madre, occasione violata
mancata fatalità d’essere simili
perché diverso è il senso e imprevista
è la stagione lievitata in un’imprendibile
vicinanza dove non ci accorgiamo
della differenza resa sorella d’affinità.
Ed è per attitudine all’assenso
che escludo tutto ciò che non afferma
eppure nego il fondamento, rinnego il nome
cui non so adeguarmi e dileguo.
Spezzato il ramo m’innesto
dove la voce si trattiene genuflessa
inarcata in un silenzio che – acerbo acerbo –
a lei s’arrende.
da “Mutamento” (Fermenti, 1999)
*
Sta in quel di più – visione delle madri
lei che parla senza staccare la lingua dal dolore
e continuamente lo rifà presenza
di se stessa e di quel che
del suo motivo le avanza.
da “L’ospite indocile” (Passigli, 2012)
*
Curva sul lavello stava la madre
le clavicole serrate, custodi di un pensiero
che dentro le faceva eco
ma come da un’altra voce.
E una pena da lei mi arrivava
simile a chi vuole limitare il male
rendendo sinottici il dolore e il gaudio.
da “L’ospite indocile” (Passigli, 2012)
*
La guerra finì
e loro che c’erano nati dentro
ne uscirono con vaghi ricordi
di allarmi e vermi nella minestra.
E nonna, quella di cui porto metà del nome,
confusa nella continuità spazio temporale,
è malamente è malamente, ripeteva
na cria diceva quando le offrivano del vino
una goccia, una lacrima.
No cry nonna no cry
passati ormai a un’altra storia
a un’altra guerra di tutto il lascito
ce ne resta na cria.
da “L’ospite indocile” (Passigli, 2012)
*