Dialogo tra un viandante e un viaggiatore, canto in ottava rima di Silvia Parma.
Silvia Parma, bolognese, nasce artisticamente come cantante. Da anni si occupa di poesia e musica cantautorale, creando e promuovendo eventi e spettacoli dove musica e poesia interagiscono (tra cui gli spettacoli teatrali Le Donne di Faber, Bologna di Ieri e di Oggi, ed il format multimediale Musici & Poeti). Collabora da anni con l’emittente Radiofonica Radio Città Fujiko www.radiocittafujiko.it . I suoi format sono trasmessi anche sulle emittenti televisive Nuova Rete e 7 Gold. Come poeta ha pubblicato su varie antologie tra cui il “il Terzo Censimento della Poesia a Bologna” e la prima raccolta italiana di “100thousend Poets for Change” ; fa parte della Lega Italiana Poetry Slam (come membro del direttivo Emilia-Romagna Toscana). Ha fin dall’inizio promosso e sostenuto la poesia performativa, convinta che la giusta collocazione della poesia non sia solo in cenacoli o ambienti esclusivi, ma anche in luoghi di più alta diffusione e fruibilità, con maggiore possibilità di sviluppo e ricezione per nuove forme della sua espressione. I suoi format nascono dalla contaminazione dei generi, dalla fusione ed interazione di varie forme artistiche, tutte diverse espressioni di un unico linguaggio in continua evoluzione…
www.silviaparma.it
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Parlando di poesia nazionalpopolare vi propongo quella che secondo me è una “chicca”…una poesia che ho scritto seguendo le regole del “canto in ottava rima” toscano, di antiche origini popolari, fa parte della cosiddetta tradizione orale; l’origine del “canto in ottava” è appunto toscana, ma ci sono richiami anche in Sardegna (canto a chitarra: gabbia metrica e regole identiche ma con accompagnamento di chitarra) e perfino a Cuba (Canto in decima rima: sempre improvvisazione orale ma gabbia metrica differente: a Cuba si organizzano ancora sfide accesissime di canto in decima rima, e dai video che ho visionato su youtube, il rum aiuta parecchio gli sfidanti).
Le caratteristiche peculiari del canto in ottava sono L’improvvisazione e la gabbia metrica.
Il meccanismo è il seguente:
2 o 3 cantatori si sfidano su un argomento scelto dal pubblico (e qui ci possiamo sbizzarrire: moglie marito e amante, diavolo angelo e uomo ecc, tutti temi rigorosamente popolari) e improvvisano le loro strofe cantando a cappella su una melodia predefinita -che è sempre quella dalle origini del canto in ottava- seguendo una gabbia metrica precisa:
8 versi in endecasillabo: i primi 6 in rima alternata (AB AB AB), gli ultimi due in rima baciata (CC)
Ogni cantatore si sceglie un ruolo; il primo cantatore propone i suoi versi (ovviamente inerenti al tema scelto dal pubblico) e gli altri cantatori lo seguono; ma attenzione; l’ultima rima baciata diventa la prima rima alternata del secondo cantatore che canterà i suoi versi con questo schema CD CD CD EE, e cosi via EF EF EF GG ecc. fino al termine della sfida.
In Italia la tradizione del “Canto in ottava” è tenuta viva dall’Accademia dell’ottava rima “L’ottava-Accademia di Letteratura orale” http://www.accademiadellottava.it/presentazione/ di Terranova Bracciolini promossa da David Riondino -grande cantatore in ottava-, e altri famosi ed eccellenti cantatori in ottava sono Roberto Benigni e Francesco Guccini (che aprivano il programma tv “Onda Libera” -titolo originale Televacca- del 1976 proprio con un canto in ottava). S.P.
DIALOGO TRA UN VIANDANTE E UN VIAGGIATORE
Sulla sella d’ un ciuco ora mi giaccio
ed il viaggiar per me è di gran piacere
Io porto una bisaccia e un canovaccio
e all’osteria ci trovo anche da bere
Il mio riposo spesso sai è all’adiaccio
ma con le stelle in ciel è un bel vedere
La ninna nanna la cantano i grilli
che bevan vin? Paion anche lor brilli
Oilà cocchier che fai lassù vacilli?
questa carrozza mi costò assai cara
Vi sono stemmi sete ed anche vessilli
e il tiro dei cavalli è cosa rara
Orsù rallenta prima che io strilli
questa è carrozza sai non è una bara
Aspetta che io scenda depravato
paghera’ i danni con il tuo costato
Buondi signor vi vedo assai provato
Che vi successe lungo il vostro viaggio
Paretemi ridotto in uno stato…
dall’inferi trovaste salvataggio?
E poi che dir del cocchier affannato
più che un cocchier mi pare un vostro ostaggio
Or che ci penso vi farebbe bene
dormire un poco e scacciar vostre pene
Chi foste voi che affar vostro non tiene
noi fummo nobil’ ricchi e gran signori
Vostre premure a noi son vane pene
Pidocchio voi per noi che abbiam tesori
E poi aiuto a noi che ci conviene
pagar possiam alloggi ben migliori
Fatevi in la cencioso, date sfogo
Tempo non ho, nel vostro puzzo affogo
Che galantuom davver me ne fo’ logo
de vostro “savoir faire” vossignoria
Triste pensar al vostro triste giogo
che per lui percorrete una sol via
Ricchezze e vezzi per voi sono rogo
brucian viscere non puo’ scappar via
Da tale schiavitù ch’ ogni uom’ sente
per falsità e poter ogni uom’ mente
Ohila villano ohila grande fetente
com’osi tu pensare e criticare
Sol ch’io m’immagin d’essere furente
pentirti avrai anche solo di parlare
Tu ed i villani tuoi che son tua gente
mai forza avranno mai !per reclamare
Goditi or l’aria el’ sole se tu puoi
doman non avrai neanch’i figli tuoi
Miei figli e figlie son il sen di poi
miei figli e figlie son le foglie e il vento
Lasciamo ai nostri figli i vezzi suoi
son uomo libero e son già contento
Allor ricco signore che tu vuoi.
legarmi a un parlo stretto controvento ?
Va libero come liber’ son io
ama il prossimo tuo come il tuo dio
Liberi siamo? ridere poss’ io
se in schiavitù viviamo incatenati
Bellezza, oro eternità …e addio
all’anime noi siamo avvelenati
Riderai tu e ridere poss’ io
noi vagabondi moriamo beati
Vieni con me non piangerai il caviale
viver è un viaggio che non ha finale-