Dio mi mise in ginocchio, poesie di Caterina Davinio.
Dio mi mise in ginocchio
pregai per i miei piccoli figli
la morte mi prendeva
tutto
e vedevo Dio, come colui
che muore:
la mente strappata
si dissolve nel suo temerario
proposito
e scappai via inseguita dai demoni
per le strade disperate del mio quartiere
verso le chiese e le loro volte imponenti
per cercare un riparo,
inseguita da mio padre
costernato per la deriva della mia mente
ormai persa come strascichi di nuvole.
***
L’angoscia
L’angoscia ha le sue forme,
le sue mostruose ali
di demone
che strappano il velo della mia alcova
per mostrare
la violenza dell’infinito.
***
Ho visto
ora
più nudo che mai
un dio
lo guardo negli occhi
lo vedo:
che cosa sei?
Una statua d’oro
nella cella del tempio
con palpebre chiuse rivelanti.
Un uomo biondo
dalle bianche carni
e dalla muta forza.
Come Apollo nel sole
come Alessandro a cavallo per i deserti.
Un mostro fluorescente
nell’angolo davanti alla tenda
sorride amichevole
e dice: io sono dio
sono un demone santo
le tentazioni nel deserto
guarda la mia schiuma lucente.
—————————————
Tratte da: Fatti deprecabili. Poesie e performance dal 1971 al 1996.
*
Caterina Davinio (Foggia 1957). Dopo la laurea in Lettere si è occupata di arte dei nuovi media come autrice, curatrice e teorica. Tra i pionieri della poesia digitale, è la fondatrice della net-poetry italiana. Ha esposto in centinaia di mostre in numerosi Paesi del mondo, tra queste sette edizioni della Biennale di Venezia ed eventi collaterali, cui ha collaborato anche come curatrice, le biennali di Sydney, di Lione, di Parigi, di Liverpool, di Atene, e molte altre. Inclusa in pubblicazioni italiane e straniere d’arte, letteratura e avanguardie, ha ricevuto premi in Italia e all’estero per l’attività letteraria e artistica. Sue opere poetiche e saggistiche sono tradotte in inglese.
Ha pubblicato i romanzi Il sofà sui binari (2013), Còlor còlor (1998); per la saggistica: Tecno-Poesia e realtà virtuali (2002) e, sulla net-poetry, Virtual Mercury House (2012); in poesia: Aspettando la fine del mondo (2012), premio Astrolabio per l’originalità del testo; Il libro dell’oppio (2012), finalista nel XXV Premio Camaiore e tra i selezionati del Premio Gradiva, New York; Fenomenologie seriali (2010), terzo classificato nel Premio Carver e menzione speciale nel Premio Nabokov; in corso di pubblicazione: Fatti deprecabili, Premio Tredici 2014.
Brava Caterina. Sempre struggente, coraggiosa, mai elusiva per una poesia che scava dentro, ferma e morbida..
Una forma poetica suggestiva e surreale, che in un movimento ondulatorio e sussultorio sa condurre il lettore nelle stratosfere alate di un principio cosmogonico, atto a dare versi di buona densità lirica.
E’ una poetica suggestiva che costringe il lettore ad entrare dentro ogni parola e dentro se stesso. Molto, molto bella.