e, di Lucia Marilena Ingranata.
Camera 14, vista lago
Sono indecenti le promesse
che ti servo dentro al piatto
e la goccia di vino
che lascio scivolare dalla bocca
è indecente il mio piede
che ti sfiora e ti sorprende
la lingua sul cucchiaio
sulle dita, dentro il palmo.
Vieni c’è un nuovo odore da respirare.
Camera 14, vista lago .
***
Un’orazione
Chiamarti è averti nella bocca, assaporare
l’aria che il tuo nome muove
Ti pronuncio con costanza, come un’orazione
inghiottendoti col fiato, accuratamente.
***
e
Sull’orlo dove appoggio la mia bocca
hai lasciato un’impronta circolare
ho così poca memoria che lascio fare a te
la parte più importante dell’amore
– esserci – sulle tue gambe tese
contare il tempo dei rintocchi dentro
e fuori e dentro, metterli in fila indiana
stringere _il cerchio _ stringere
anche alle spalle succedono le cose
e siamo chiusi in casa
e piove
e
Marilena, brava, brava.
Sai, pensavo che sarebbe stato facile mettere di puntini di sospensione dopo la ” e ” che chiude l’ultima poesia, sì, facile
come cadere nel kitsch, ma tu non l’hai fatto, ecco perchè ti ho detto ” brava “
🙂 grazie Luigi
hai visto che numero bollente di versante ripido?
Ho letto un po’ in giro e mi sono detta che le mie poesie sono da educanda eh eh eh