Primavera italiana, editoriale di Claudia Zironi.
La libertà espressiva è il non-tema di questo numero primaverile della nostra fanzine Versante Ripido. Abbiamo invitato molti poeti amici, in un’uscita assolutamente autoreferenziale e votata al più genuino nepotismo, secondo italica tradizione, a esprimere a volontà il loro ritorno alla vita dopo il lungo letargo invernale che, come è noto, affligge e ha afflitto i poeti di ogni epoca.
Nelle pitture rupestri, ad esempio, i toni invernali sottolineavano lugubri metafore di animali abbattuti in cacce particolarmente sanguinose e le prime testimonianze su tavoletta di argilla, nell’Epopea di Gilgamesh, pure evidenziavano una certa tendenza pessimista nel mito del diluvio universale, certo inciso in tardo novembre. Non parliamo poi dei roghi neroniani della Roma imperiale o di un certo gusto estetico, ispiratore, per martirii assortiti, dettati dal tedio dei pomeriggi di pioggia. Nel Medio Evo la poetica decembrina arrivo’ a portare pure una certa sfiga e a ridurre di parecchio la popolazione mondiale. E il sommo Vate palesemente inizio’ la sua opera a settembre per arrivare in Luglio a partorire paradisiache visioni (dovessero esserci autorevoli testi ad affermare una contraria cronologia, di certo si tratterebbe di sviste storiche). Upupe e cimiteri crepuscolari furono poi chiari segni di un protratto onirico da bassa temperatura. E via dicendo… fino alle moderne passerelle del pret-à-porter poetico: i crisantemi, la nebbia, ma anche la morte e il tempo che passa ne costituiscono, come il marrone nelle vetrine del centro, il leit motiv da ottobre a febbraio.
Dunque abbiamo scelto la bella stagione per celebrare la libertà espressiva, certi che gli amici poeti avrebbero dato il meglio di sé, e così è stato.
Ci auguriamo che questi leggeri e ariosi articoli, pur densi di bei versi e contenuti, allietino i nostri lettori e ne favoriscano il risveglio sensoriale e intellettivo.
Salutando tutti e augurando buona lettura, vi proponiamo, come aperitif, una breve, emblematica lirica di Cesare Pavese.
Primavera
poesia di Cesare Pavese
Sarà un volto chiaro.
S’apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra….
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite
Le scale
le terrazze
le rondini
canteranno nel sole.