Enigmi al femminile: Fattori, Paticchio, Zanarella.
Narda Fattori
Enigmi
Fra la perfezione simmetrica e spiraliforme
della ragnatela che imprigiona il cervello
stridono pesanti pensieri d’acciaio
senza grazia rossi di ruggine e cemento
vogliono uscirsene andare verso il sole
ma il ragno è in agguato chenefaràdiloro
pavidocascamediferraglia e sempre piove
quando il sole manca e l’enigma impazza.
***
Un foglietto piegato in due
svolazza sui fiori e si posa
su una corona d’oro. Una farfalla
la soluzione dell’enigma.
***
E’ nato il silenzio senza un vagito
a pochi metri il mare sciacquava
le sue onde creatura che sarai bipede
e riscriverai la storia fino alla morte
della tua madre fuggitiva e inerme.
posò sul ventre il tuo corpicino nero.
Sei l’enigma dei vivivenutidalontano
sei padre figlio mio ferita mai sanata.
***
L’isola lontana dove solo i cormorani
posano le zampe e fanno il nido
è affogata nel buio della mente
è assente sulle carte marinare e ride
e si strozza al centro e il cormorano
dà il cambio alla compagna nella cova.
Paticchio Rosemily
Eco di fantasia
In questo vago dolce nutrimento
s’aggira inquieta una flotta di segni
d’incerti voleri dissolti
al brillare di sguardi lucenti
ogni presenza in barca ciondola
tenendo stretto tra denti di piombo
il suo sogno integerrimo.
L’acqua che proviene sublima
la superficie del vetro
sui ciottoli fragranti di passi.
Che sia un’eco di Fantasia
o il frantume di schegge taglienti
di per sé vuotoflesse
se sostare soffoca il fiato
se la salvezza di un lume è esigere
l’Enigma Esistente
sulla carrucola di sogni e desideri
Andiamo pure!
Un grande atrio spalanca l’emisfero
ricevendo il rosone dei viventi
il cui esercizio dei poteri è immenso
nel contrappasso che genera l’ascesa
lo scioglimento del rosario ai vespri
50 grani fluorescenti al tocco intenso
di membrane e particelle
che in congiunzione cercano gli anelli.
Ma in fondo è debole la mensa
e si resta in preghiera
nei nostri umili panni lisi.
(da “Incipio”, L’Arca Felice 2012
Foto di Rossella Venezia)
Michela Zanarella
L’enigma dell’ora
(poesia ispirata all’opera di De Chirico)
Dormono docili lancette
dove spicca il flusso dell’ora
immobile nel tempo.
In spazi vuoti metafisici
un enigma
segna le geometrie
e le luci.
Tre figure dimorano
nella fissità
dove non basta un senso
a chiarire le direzioni
dell’attimo.
Filtra il pensiero
tra le scale e i portici
a domare l’origine
e l’essenza delle età.
Forse nel ricordo
si liberano le forme
dell’ eterno
tra respiri di memorie.
E viviamo
il perché
della nostra esistenza.