Femmineo di Luigi Paraboschi.
Possesso
Quando saprò pensare a te
usando il tuo nome o il diminutivo
allora sarai riuscito a farmi tua,
ora lo pronuncio solamente
quando mi premi dentro il ventre
ma quello non è amore
non ti creare miti.
Ascoltami nel sonno
se bisbiglierò di te
a occhi chiusi
allora potrai sperare
ma ora no,
ora sono solo mia
e tu sei un lui
che non ha nome.
Ambiguità
Stavo stendendo le collant sopra la vasca
quando hai citofonato
– posso salire ? mi fermo poco. –
e ti sei buttata sul divano
-Gillespie ? E’ preistoria –
e guardando il libro aperto di Prevèrt
-bella questa, parla di Brest
e di una col tuo nome –
Nel cono giallognolo dei lampioni
era la pioggia, proprio come a Brest
lei che raccontava di un lui bastardo
a me che cercavo complicità
per cauterizzare un vecchio taglio.
-Che nuovo quel colore dei capelli !–
ed intanto aggiungevi gin al blues,
t’ ho risposto – è per festeggiare
la sentenza. Ora abbiamo chiuso
per davvero –
Tra i pini, nella finestra, un mare
d’asfalto nero con croste bianche
verso riva.
Auto rare.
Sera di fine inverno, quasi Bretagna.
Vuoto in cui oscillavano i pensieri.
Centellinavo la malinconia goccia per goccia
( tengo solo il cuore del distillato )
d’un tocco leggero sulla pelle
e poi quell’abbandono che s’insinua dentro
e ti strappa un “ oh “ di commozione
come guardare un fuoco d’artificio a pioggia.
Che belle Luigi… ma non sono sorpresa per queste poesie, conosco la tua capacità di osservare da impensanbili angolazioni.
Concordo con Marilena, Luigi Paraboschi ha la capacita’ di calarsi in panni insospettati, qui e nella poesia Bondage proposta nell’articolo “Tre visioni erotiche”, le sue impensabili angolazioni di osservazione dell’animo umano pero’ a me ancora stupiscono 🙂
grazie amiche care, ma………non è detto che le mie angolazioni dalle quali osservo un certo momdo femminile alternativo, siano corrette.
potrebbe essere semplicemente un ” bluff poetico “
Ho sempre creduto che una delle tue cappacità maggiori, optre a sa per fare poesia, naturalmente, fosse quella di sapere entrare nella mente delle donne. Un po’ come quel film in cui l’attore Mel Gibson, in seguito ad una scarica eletttrica, riesce a sentire ciò che le donne pensano….