Fermati anima, diciassette haiku dell’inquietudine di Giovanna Iorio.
”Fermati anima” è un esperimento ovvero la traduzione in haiku del “Libro dell’inquietudine” di Fernando Pessoa. Di prossima pubblicazione. G.I.
*
le imbarcazioni
passano nella notte
senza un saluto
vivono insieme
in un unico corpo
il re e il suo schiavo
è terribile
ma solo in apparenza
la monotonia
il saggio è colui
che rende monotona
la sua esistenza
e tra luci e ombre
il mattino si scioglie
sulla mia città
è domenica
anche in me, il mio cuore va
in una chiesa
tutti i rumori
tagliati da un coltello
silenzio freddo
solo le nuvole
sono reali oggi e il cielo
inesistente
assurda e fredda
la tenerezza che provo
per un passante
la strada è un libro
colgo conversazioni
ombre di discorsi
un gallo ignaro
che canta nella notte
come un bambino
vivere è essere
un altro, essere nuovo
a ogni alba
il vecchio cielo
dove tutte le stelle
ricominciano
e comincia in noi
l’autunno, un vago sonno
ci invade i gesti
un fiammifero
è il suono del primo tram
illumina il buio
siamo dei climi
aleggia la minaccia
di un temporale
e ho voglia di
gridare nella testa:
Fermati anima!
Perché si vuole chiamare Haiku qualcosa che non è per nulla Haiku?
Questi scritti di Giovanna Iorio non hanno nulla a che vedere con la raffinata e complessa poetica Haiku.
Se si vuol fare poesia e/o aforismi e/o filosofia è una cosa, ma non si dovrebbe mai chiamare “queste cose” Haiku
In effetti, la logica per la quale questi scritti vengano definiti “Haiku” è inesistente.
La struttura dei componimenti in 5/7/5 sillabe non basta, è solo uno degli elementi di questa poetica (e nemmeno il più importante), ma la logica e lo spirito dello haiku è assolutamente assente.
Forse l’autrice pensava di poter scrivere haiku basandosi unicamente sulla “struttura”. Suggerisco di leggere (o rileggere) le opere dei grandi maestri haiku e di capire meglio le peculiarità di questa straordinaria poetica.
Saluti
Tommaso