Festival internazionale Virgilio di Mantova: la poesia incontra i giovani, reportage di Antonella Lucchini.
Quanti anni luce dista la poesia dai ragazzi? Basta spingere sull’interruttore.
L’organizzazione di Mantova Poesia – Festival Internazionale Virgilio ha avuto l’idea di creare un evento a loro dedicato, durante la kermesse di maggio, scommettendo sul coinvolgimento delle scuole mantovane.
La risposta è stata inaspettatamente entusiastica, non solo per l’interesse mostrato dagli insegnanti di molte scuole, che hanno voluto incontrare Stefano Iori (direttore artistico del festival) e Antonella Lucchini (referente per il progetto) per avere dettagli riguardo l’evento, ma anche per il grande coinvolgimento con cui gli studenti di un liceo multidisciplinare (Scienze Umane e Musicale/Coreutico) hanno dialogato con i due poeti, durante un incontro propedeutico alla mattinata che li riguarderà direttamente.
Dell’ora e mezza che avevamo a disposizione, non più di venti minuti sono stati dedicati all’esposizione dell’evento, perché quelle giovani bocche erano aperte a sapere, spalancate alla poesia, rivolte a poeti vivi, lì solo per loro, per dare loro la possibilità di confronto, di discussione e di lettura delle loro poesie. Una cinquantina di corpi agitati o irrigiditi dalla timidezza ma curiosi, con quell’ansia bella del nuovo.
Per alleggerire la tensione e invogliarli a leggere, ci siamo proposti noi, con una nostra poesia, a testa. Poi, pungolati dagli insegnanti (a parte Damiano che non vedeva l’ora di leggere il suo testo, in inglese) hanno aperto i loro fogli, lentamente, come se aprissero una verifica di cui temevano il voto e ne hanno affidato la lettura a noi. Parole semplici e belle (d’amore, quelle di Kevin) belle e pesanti (parole sulla difficoltà dei giovani, quelle di Chiara, che ha sofferto di un ritardo del linguaggio e che scriveva, invece di parlare). Sara invece non scrive poesie ma riflessioni e il suo riferimento al femminicidio mi ha dato molta speranza per il suo e il futuro di tutte le donne.
Damiano: prolisso, che si sbrodola teneramente di parole, ne mangia metà e l’altra metà però arriva dritta in faccia. La sua consapevolezza sull’esagerazione del voler apparire, sul risvolto arrogante e presuntuoso dei profili social, sul suo impegno nel ricordare e far ricordare la storia. Damiano che forse non sa nemmeno di aver scritto la sua poesia, sulla battaglia di Solferino e San Martino, usufruendo di una parola difficile che si chiama intertestualità, ispirandosi alla poesia “The Blue and the Gray” di F.M. Finch.
Perché lui fa orgogliosamente parte di un gruppo di rievocazione storica e considera fondamentale risentire il bubbolìo dei cannoni e gli spari per sentire meglio quelli delle mille guerre di oggi e per dire basta.
Giovani poeti, giovani anche solo appassionati di poesia!
Giovani che hanno detto “quella mattina vogliamo soprattutto sentire leggere i poeti!”
Ciò che il Festival Virgilio vuole offrire, venerdì 19 maggio, a Mantova, è la poesia fuori dai libri di testo, la poesia fatta di ascolto dal vivo, la poesia che passa da una pelle ad un’altra, il poeta che si fa vedere, lontano dagli stereotipi che gli si possono attribuire. Un poeta che si legge è un’ esperienza unica, le parole giocano insieme alla voce del loro creatore, diventando emozione plastica, tridimensionale. I poeti che saranno presenti (Claudia Zironi, Natalia Bondarenko, Paolo Aldrovandi) parleranno e leggeranno di loro, delle loro esperienze, faranno sentire i poeti che li hanno ispirati e ascolteranno le poesie dei giovani poeti mantovani, dialogando con loro.
Di questo hanno bisogno i ragazzi: di essere ascoltati, di essere considerati, e di non essere massificati. Per quel gruppetto di cinque tra ragazzi e ragazze che mi hanno riempito i timpani di bestemmie e turpiloqui, durante un breve tragitto in autobus, ce ne sono altri 50, 100, che invece scrivono poesia, che invece sono interessati ad un uso più efficace e costruttivo della parola.
Cosa aggiunge al proprio animo ascoltare poesia e, viceversa, cosa toglie non ascoltarla?
Ce lo diranno i ragazzi che riempiranno la Loggia del Grano, i ragazzi a cui abbiamo acceso l’interruttore.