Flora impazzisce, poesie di Loris Maria Marchetti.
Primavera, Brianza
I
Aprile. Ma forse non è aprile.
Primavera ed autunno si sposano
in questa campagna sul lago,
sono una cosa. L’aria dei monti
si uguaglia alle piante, alle foglie
che nascono o cadono ed hanno
lo stesso sorriso. Il tempo qui muore
e nella sua fuga indistinta
trascina un rigurgito d’acque.
II
Nell’ansa del fiume
vive il segreto delle piante.
Pallide teorie di pietre
trasparenti reggono silenzio
e rinascita, la voce
delle case si fa muschio.
E se ai colli si allunga lo sguardo
uno spazio, un tempio di luce.
Ogni anno il mistero si rinnova.
[da Il prisma e la fenice, Editrice Forum 1977]
***
Flora impazzisce
Sì, questa è la stagione
dei turbamenti. Lo spicchio
di vita che bruciano
i temporali nel sole d’un tratto
oscurato. Si dondola sull’altalena
la giovinezza (forse s’ignora…)
l’età matura (forse si scorda…)
le ore si fanno minuti
e il cuore improvviso è confuso,
attende un sorriso dalle gemme.
E’ questa la stagione
che ipnotiche figure semideste
arrecano i debiti d’amore
sopra il dorso d’un vento scivoloso,
spingono silenzi lacrimanti
parole straziate dentro un prisma.
Flora impazzisce o cade in estasi
e ci si guarda in volto
per deridersi e infrangere la luce.
[da Il prisma e la fenice, Editrice Forum 1977]
***
Quadratura del cerchio
Se non sai nemmeno dove
non rammenti neppure il perché…
(vertiginose giornate di giugno
e magici profumi a primavera)
l’angoscia dello spazio negato,
del tempo interdetto, felicità
fittizia sul vero mutilato
(il loro sorriso invitante
e i giochi d’amore fluttuanti)
tu sei fermo e la strada ti cammina
sotto i piedi e il sudore t’impregna
e mai hai cercato con tanta acribia
la quadratura del cerchio
(chimere di stagioni a venire
e il sapore dell’oro fatto proprio)
che il tuo io ti narra inattuabile
ma ti ostini a perpetrare con gli occhi
vuoti puntati alle luci
di un’irraggiungibile menorah.
[da Le ire inferme, Edizioni dell’Orso 1989]
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Le piogge a primavera…
Le piogge a primavera –
queste irruzioni dell’autunno
fuori tempo –
non intaccano la chioma degli alberi
accrescono soltanto lo stridìo
delle gomme sull’asfalto –
e il nostro sogno resta intatto
anche se ridotto di misura,
è un messaggio la pioggia in primavera
segno per i giorni a venire
quando la gloria dell’estate
(se mai sfolgorante) indurrà
in inganno e allora sì che il sogno
rischierà di spaccarsi in frantumi
trascinando impietoso brandelli
nostri di anima e carne nel buio
reale di una notte infinita.
[da Creatura di vetro, Edizioni del Leone 1990]
***
D’un tratto esplode la primavera…
D’un tratto esplode la primavera
poi l’estate e le ragazze
si vestono di bianco e di azzurro
in realtà si svestono
sono sempre più luminose
profumate levigate
colore oro miele mogano
fuoco – dense come le promesse
degli oceani, vibranti come l’illusione
di una peonia sorridente.
[da Creatura di vetro, Edizioni del Leone 1990]
***
Tempo di Pesci e di Ariete
Marzo, ultimogenito d’inverno –
cieli azzurri cangianti con destrezza
irridono alla neve e a un breve sole
prossimo di enigmi. Nell’ora ancipite
tracima in un crepuscolo incolore
un parco di altalene e di toboga:
tu, io, un grumo di parvenze,
pinete che si stagliano su lastre
di linoleum indurito, occhi
gonfi d’attesa verso una galleria
di cieca uscita, forse franosa. Marzo,
testimone ed emblema, che si eclissa
ammiccando con il suo passo ambiguo.
[da Regesti del Cosmo, Edizioni dell’Orso 2011]