Francesco Paolo Dellaquila.
Abbiamo proposto alcune brevi domande al poeta e musicista Francesco Paolo Dellaquila per conoscerlo meglio.
– La tua poesia si concentra su alcuni temi specifici? Quali?
La mia poesia non può prescindere da quella guida perenne che s’impone come fulcro indispensabile perché possa definirsi poesia. Tra le infinite fonti da cui traggo personali stimoli all’avviamento della composizione poetica, c’è la “madre” di tutte le fonti e di cui, a mio parere, nessuno può fare a meno: l’amore! Pur nella molteplicità dei temi trattati, l’amore, nella sua più ampia espressività, è presente anche quando mancano specifici riferimenti. L’amore lo si riconosce dal senso di una inconfondibile impronta di piacevolezza d’animo che si percepisce alla fine della lettura di ogni componimento.
Attraverso la capacità di trasferire tutto ciò che ‘aprendo le braccia’ posso accogliere e poi donare con amore attraverso la poesia, si desume quanto ho a cuore il bene di tutto ciò che mi circonda. L’incolmabile fame e sete della conoscenza, l’inarrestabile esigenza di indagare in ogni mistero, la ferma volontà di adattamento ad ogni esperienza e l’inspiegabile, quasi frenetico desiderio di manifestare le mie percezioni prevaricando le realtà concrete per crearne sempre altre nuove, non lasciano dubbi di quanto abbia molto ancora da poter dire.
– Ritieni utile il confronto per la tua crescita personale?
Non solo ritengo sia utile il confronto per la crescita personale, ma ho certezza che sia soprattutto indispensabile. Se ci chiudessimo in noi stessi sarebbe come se chiudessimo il nostro corpo, e con esso il nostro pensiero, in una stanza senza porte e finestre e, quindi, non solo senza possibilità alcuna di sviluppo ed evoluzione, ma di possibile sicura condizione all’immobilismo che porta inesorabilmente verso la fine! L’apprendere ciò che può arrivarci da altri attraverso un confronto aperto e diretto non può che essere oggettivamente, un sostegno e un’apertura verso un’indispensabile personale arricchimento. Se non riuscissimo a comprendere quanto rilevante sia l’apprendimento che possiamo ricevere attraverso il confronto con gli altri, saremmo una pianta sterile in un deserto, una barca senza vela alla deriva, una pianta senza l’humus della terra.
È nella molteplicità dei pensieri altrui acquisiti che il proprio pensiero può evolversi e diffondersi.
***
Vi proponiamo ora le sue poesie.
Io sono anche dall’altra parte
Io sono anche dall’altra parte
dove i papaveri
non hanno la testa china
e le pagine della terra
si possono leggere senza sfogliarle
Sono dove riposano i pellegrini
per la notte a raccontarsi
dove si odono le voci lontane dei muti
e si vedono i colori dei cieli
oltre un sole accecato
Sono dall’altra parte
dove partoriscono le madri
con le loro mani
e sonnolenti richiami
si diffondo senza dolori
Sono dove oltre questa parte
nulla vive e nulla muore
ma per tempo un velo azzurro
m’avvolge
e per capelli mi salva
***
Spesso mi capita di ritrovarmi
Spesso mi capita di ritrovarmi
ci sono stato tante altre volte
ogni ritorno lo scordo
uomo, donna
forse anche una pianta
o anche un granello di sale
Il centro è alle mie spalle
sotto i piedi qualcosa si muove
tre le dita l’acqua scivola nuova
I capelli me li taglia il cielo
l’ha imparato appena ieri
quando ha visto un profilo lungo
disturbare l’andare delle nuvole
Sulla sedia il fondo è legno duro
io sono troppo leggero
mi fa paura, non posso dormire!
***
Il suono si propaga
raggiuge l’ultima parola
ed anche questa diventa un canto.
Lentamente il rigo musicale
si ricopre di note
e collane di versi danzano
come libellule volteggianti nell’aria.
In un’unica melodia
si ritrovano tutti i nemici del mondo
…nella musica
il mio pianoforte ha vinto!