I figli dei poeti: Airaghi, Cecchetti, Magnavacca

I figli dei poeti: poesie di Giuseppe Airaghi, Marisa Cecchetti, Anna Magnavacca.

    

    

Vi proponiamo il punto di vista sul tema del mese di diversi autori, con una sola poesia a testa, a esemplificazione e dimostrazione di come la parola poetica possa fornire una molteplicità di spartiti aderenti a un medesimo assunto:

      

di Giuseppe Airaghi:

Di padre in figlio, ancora

In un sogno sgradito,
che avremmo tentato di dimenticare
una volta spalancate le persiane,
un figlio (restiamo sul generico)
colpiva in pieno volto il padre con un pugno,
rompendogli gli occhiali comprati da poco,
un patto considerato implicito
e i progetti per le vacanze future.

Ma al di là dello strepito incluso
e dei rimorsi,
che verranno velocemente elusi,
a quella drammatica scena mancò
una reazione conseguente
e una colonna sonora appropriata
(a parte il sottofondo singhiozzante
del pianto responsabile della madre).

Si compiono gesti che appaiono enormi
eppure non sortiscono conseguenza alcuna.
Non solo non producono una reazione
proporzionale all’enormità del gesto compiuto
ma rischiano addirittura
di passare in cavalleria.

Il figlio uscirà comunque
incontro alla sera che lo aspettava
uguale a mille altre che l’hanno preceduta
conservando nelle tasche dei calzoni
lo sconforto di qualcosa di perduto
a cui non si potrà più chiedere “per favore”.

Il padre, inabissato in un divano accondiscendente,
capirà di avere sprecato un dono
per il quale non era giusto
pretendere riconoscenza.
Capirà che tutti avevano ragione tranne lui.
Seguiterà a seguire in televisione
(gli occhiali tenuti insieme dal nastro adesivo)
la seconda parte di un documentario
su di un pittore morto suicida.
Terrà a bada l’anima
sotto una coperta con le frange
rimpiangendo i tempi in cui aveva una bella voce
e amava cantare
illudendosi di essere
un contemporaneo.

***

di Marisa Cecchetti:

Lieve il respiro tuo di sole

Lieve il respiro tuo di sole
figlia, mi sfiora e il tuo sguardo
protegge con cura celata
il mio passo non lesto. Capisco e sorrido.

Lesto il tuo sguardo percorre
ogni mio gesto, madre, e l’orecchio
controlla parole
che sgorgano dentro. Conosco
il tuo sguardo che avvolge
in silenzio. Capisco e sorrido-

Nel lento fluire dei giorni
tu madre ed io figlia
e poi tu figlia ed io madre
e ancora daccapo in questo
nostro eterno scambio d’amore.

***

di Anna Magnavacca:

PARIS CAFE’

Sediamo a mezzogiorno
nel piccolo bistrot
al tavolo con i fiori viola.
Contrasta la mia gonna gialla,
troppo gialla.
Bevande fresche
leccornie
caffè macchiato.
Ostenta la collana di opalina
l’ habitué dell’angolo,
il signore in blu
accarezza uno Chardonnay,
la ragazza mordicchia
uno snack rosato.

Fiume di verde, oggi,
i tuoi occhi
di figlia tanto amata.

                 

La nostra vita, Daniele Luchetti, 2010
La nostra vita, Daniele Luchetti, 2010

2 thoughts on “I figli dei poeti: Airaghi, Cecchetti, Magnavacca”

  1. Pensavo che il pugno di poesie da me inviate fossero finite dritte nel cestino.
    E’ stata una piacevole sorpresa trovarne una pubblicata tra le pagine della vostra meritoria fanzine.
    Grazie
    Giuseppe Airaghi

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