Il canto della gatta, inedito di Paolo Polvani.
Il canto della gatta
La mia gatta ha una poesia stampata sulla lingua,
in equilibrio sulla coda ha un canto, un fremito,
una vocazione ai mugolii, alla sublime
estasi delle penombre. Ci sono tramonti
che inseguono la musica ma niente è più acuto
e dolce di quel canto di gatta che frigge nell’amore,
mangia i chilometri e le attese, inventa
gli anellini e le promesse. Ancora luminosa,
effervescente di desideri, in un istinto
di gentilezza e di possesso, la sua bocca
sigilla il senso della cura, lo imprigiona
nel mulinare delle lingue, in certi gemiti
che vanno a snidare l’alba.
che bella Paolo, la regalo a mio figlio Federico, finalmente apprezzerà la poesia 🙂
Grazie e un abbraccio e grazie soprattutto per il numero zero 😉
forse è una gatta, Paolo, ma a me fa pensare tanto ad una donna.
Che dipenda forse dalla mia vecchiaia ?
🙂 io non ci ero arrivata ma immagino che mio figlio apprezzi ugualmente eh eh eh
Decisamente gatti e gatte ti attraggono e solleticano la parte mollle di te estraendono gli umori migliori. Viva i gatti ( e le gatte) , sinuose, imprendibili,. ingestibili, magiche e profetiche.
ciao Paolo! la poesia mi piace, indipendentemente che ti sia stata ispirata da una gatta o una miciona 😉 un abbraccio!
grazie per letture e commenti, e si, i gatti mi ispirano, e le gattacce ancora di più 🙂