Il poeta analfabeta, poesie di Alberto Cini con nota introduttiva e disegni dell’autore.
Preferisco l’aspetto ludico della vita, il gioco non è una parte nel tempo della vita a volta diviene un sfondo costantemente presente, sfondo che diviene protagonista in certi momenti.
Scrivere poesia in rima e spiritose, legate ad un pubblico potenzialmente infantile mi ha divertito, è stato far emergere quella mia parte originale che vuole comunicare divertendosi.
Non avendo un argomento specifico ho pensato che la poesia stessa poteva essere oggetto e soggetto della raccolta. Queste poesie sono state utilizzate come parti di animazioni per l’infanzia nelle mie performance giovanili, dove amavo molto dedicarmi al teatro. Divertente è stato farne le illustrazioni. Divertente sarebbe recitarle ancora e fare ridere i bambini.
Ridere in poesia è l’azione artistica che trovo più trascendentale nell’esistenza. AC
Poesie dalla raccolta inedita IL POETA ANALFABETA:
Il poeta serio
C’è un poeta molto serio
Si fa chiamar Tiberio
ma il suo nome è Valerio
Lui vuol essere l’imperatore
della lirica senza cuore
Non mostra mai un desiderio
se qualcuno ride fa un putiferio
Il sarcasmo per lui è deleterio
Sta al tavolino tante ore
senza mai cambiar umore
Lui fa tutto con criterio
e se gli scappa un improperio
chiede scusa a tutti…
agli animali
agli insetti
anche al più piccolo batterio!
Così fa il poeta serio
La poesia leggera che mi piace
Mi piace la poesia
perché vive in un tondo
grande un secondo
Vive l’attimo
e trova l’ottimo
…scontata!
Passa l’istante
e già è abbondante
…scusate!
Lo scatto veloce
dell’idea fugace
Bagliore di luce
poi già tace
…giochetto loquace!
Il pensare conduce
in una terra
che si fa capace
di guerra e di pace
…poi si tace però
Ecco la poesia
che mi piace
*
Il poeta magro
Tutti devono mangiare
Il camionista e l’impiegato
il contadino e il letterato
il dottore e l’infermiere
l’alpinista e il pompiere
Digiunare è un divieto
anche per l’agente segreto
Solo il poeta ispirato
dalla pallida gota
come qualcuno denota
può aver la pancia vuota
Impara l’arte e mettila da parte!
dice il proverbio antico
meno male che il poeta
ha sempre un’amico
che per qualche verso in poesia
gli offre un pasto in osteria
La poesia che fa la cacca
Ma dai!
Ma che orrore…
vuoi dei guai con l’editore?
E’ possibile che in tutto il pianeta
abbiamo incontrato il solo poeta
che tira fuori con follia
dalla sua enorme sacca
di bella poesia
proprio solo quella
che fa la cacca?
Scusa… si può sapere per curiosità
lei sul water sta a sedere?
Ma certo! sei un poeta esperto
e poi tira l’acqua?
si insapona e poi si sciacqua
c’è il verso…
la rima c’è?
e usa anche il bidè?
Inusuale si l’ammetto
ma comunque
si compone anche al gabinetto
Poi la fa scritta in stampatello o in corsivo?
e sa mettere pure il congiuntivo…
Ma orpo! quante storie
per una poesia che va di corpo
Cercate nelle vostre memorie
e non troverete
una come lei così pulita
Prima che la lirica sia finita
e arrivi ai vostri orecchi
ha già lavato sanitari e specchi
Perché lo sappiamo
che se la poesia non da guadagno
almeno che pulisca il bagno!
*
Il poeta parrucchiere
Far poesia
è come farsi i capelli
Non hai scampo
se vuoi versi belli
devi fagli lo shampoo
Poi l’accorci e l’allunghi
la tiri o la tagli
le togli tutti quanti gli sbagli
la declami a voce alta
per sentire come si sente
Quando ti esalta
gli fai la permanente
così non cambia più
Perché già un altra
ti gira nella mente
anche se è un’idea vaga…
Ma il conto chi lo paga?
immagine di apertura Lewis Line, “Ragazzo che consegna giornali dorme seduto sulle scale”, Jersey City, New Jersey, febbraio 1912, Met Museum