Don’t Touch my BREL
racconto di Flavio Scaloni.
Momento di delusione musicale. Nel cuore e nell’orecchio dei francesi al primo posto non c’è lei, la petite, Edith, ma lui, Jacques. Edith Piaf è universalmente riconosciuta come una grande interprete e una bandiera del paese, senza dubbio un’icona, la sua aurea però è stata intaccata dalla cultura pop, dalla pubblicità, da tutto ciò che ha contribuito a renderla commerciale, inflazionata e alla fine scontata. Mi dicono che la sua dimensione fosse quella, per l’appunto popolare, del ‘gran varietà’.
Il più grande, l’inossidabile, il sempreverde è quindi Brel, che anche in Italia gode di alta considerazione, ma non senza un alone di malinconico passatismo.
È a lui invece che è riconosciuta la levatura del grande cantautore e compositore, del poeta capace di emozionare in musica e di lasciare una traccia profonda nel sentire comune.
Il fatto che questo monumento nazionale sia in realtà un belga mi stupisce non poco, visto che nei confronti dei cugini francofoni persiste un radicale atteggiamento di ilare snobismo.
Evidentemente la musica ha il potere di superare ogni barriera, e successi come ‘Quand on n’a que l’amour’, ‘Le port d’Amsterdam’, ‘Les vieux’ e ‘Ne me quitte pas’ hanno segnato intere generazioni. In questo senso non sono meravigliato allora che Brel sia suonato e cantato da adolescenti in crisi e giovani artisti che, chitarra alla mano, si siedono lungo i quais della Senna con un’immancabile bottiglia di vino.
Scopro che Brel è stato anche un attore cinematografico impegnato e apprezzato, insomma un artista a tutto tondo.
La sua prematura scomparsa ha forse contribuito (pare sia sempre così) a consolidarne il mito.
Mi ritrovo quindi a rendere omaggio ad un personaggio che conoscevo appena fino a poco tempo fa e che in Italia non ricordiamo forse abbastanza (non che in Francia celebrino Battisti d’altro canto). Ecco alcuni sui versi:
‘Quand on n ́a que l ́amour
Pour parler aux canons
Et rien qu ́une chanson
Pour convaincre un tambour
Alors sans avoir rien
Que la force d ́aimer
Nous aurons dans nos mains,
Amis le monde entier’
Quando non abbiamo che l’amore / per parlare ai cannoni / e nient’altro che una canzone / per con- vincere un tamburo / allora senza avere nient’altro / che la forza di amare / noi avremo nelle nostre mani, / Amici, il mondo intero
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Questo racconto è tratto dal libro di Flavio Scaloni “Paris cest la vie”, Intermedia edizioni 2015.