Il rogo necessario, poesie di Stefano Iori.
Stefano Iori, mantovano, è giornalista professionista. In gioventù ha recitato per il Teatro Autonomo di Roma e poi fondato la compagnia Ipadò, per la quale curò otto regie tra il 1979 e il 1984. Nel 1992 firmò Scritture del Teatro, ricerca dedicata alla scena internazionale con foto di Luciana Mulas (Edizioni La Casa del Teatro). Si è rivelato alla critica e al pubblico con l’apprezzata monografia critica I Grandi del Cinema: Tinto Brass (Gremese Editore, 2000). Varie le sue collaborazioni, tra cui la cura di testi di promozione culturale dei territori per l’Editoriale Giorgio Mondadori. Ha firmato tre sillogi poetiche: Gocce scalze (Albatros Il Filo, 2011), Sottopelle (Edizioni Kolibris, con prefazione di Gio Ferri, 2013) e L’anima aggiunta (Edizioni Seam, testo italiano-inglese, con prefazione di Beppe Costa, 2014). Numerosi i premi e le segnalazioni nel suo curriculum poetico. Alcune liriche dell’autore sono pubblicate su prestigiose antologie, fra tutte l’Enciclopedia di Poesia Contemporanea (Fondazione Mario Luzi, 2013). Nel maggio 2015 uscirà, per i tipi Gilgamesh Edizioni, La giovinezza di Shlomo, suo primo romanzo.
Vi proponiamo cinque poesie: le prime due inedite, le altre tre tratte da L’anima aggiunta (SEAM Edizioni 2014, testo italiano – inglese, con prefazione di Beppe Costa:
Salmo nuovo
Ascolto distratto
quel tanto che basta
a carpire schegge
di voci chiassose
Annullo toni
enfasi
e bersagli
Trascrivo parole
di seguito
sole
lavate dal tanfo
di nomi scaduti
Le conto e le canto
pulite infine
Salmo negato
se l’udito è corrotto
***
Oltre parola
Cercando
Creando
Euforica assonanza
che soffia verso il sole
che illude il minatore
che scava dentro il verso
Nel buio c’è l’ignoto
che scrive le sue note
con penna di fantasma
***
Singolare perfetto
“Io” perduto
dissipato
in frammenti
e connessioni
Il recinto è cancellato
Il confine si dissolve
Ed è gioia e vita piena
Desiderio che si infila
nelle pieghe del racconto
ch’è celato nell’ascolto
Niente “io”
Non il mio
Singolare compiacenza
che dà frutti
a voce d’altri
E li bevo senza sete
senza rito e senza regno
***
Il rogo necessario
Essere ardenti
bruciare al fuoco dell’altare
offrire l’ego in sacrificio
S’avvicina così l’animale al Divino
Chi divampa con acuto crepitìo
e chi sfuma in docile sordina
L’importante è andare in fiamme
Per poi poter volare
***
Verginità Nuova versione
Rompo l’argine
scivolo al cielo
con la pelle che s’allunga
trasudando nubi stolte
di furore abbandonato
Al vagìto del non detto
ogni giorno mai si specchia
nel bottino della vita
Batte il martello di mattina
Tuba il colombo a mezzodì
Frullano rondini
nell’aria della sera
La notte solo ai sogni
Oggi è l’alba delle idee
sempre vergini di luce
Sei buono