Nell’incavo deserto di un nido, inediti di Maria Grazia Di Biagio.
Maria Grazia Di Biagio è nata a Teramo il 22/ 12/ 1964.
Laureata in lingue e letterature straniere (Tedesco – Inglese) all’Università “G. D’Annunzio” di Pescara, dove attualmente vive e lavora, ha contribuito con la sua Tesi sul “Dialetto Vallese di Rimella”, alla stesura di un vocabolario a salvaguardia dei dialetti Walser in Piemonte.
Una sua silloge poetica dal titolo “Blue Songs” è stata semifinalista al Concorso “Ilmioesordio” della Feltrinelli e si è classificata al 3° posto nella I Edizione del Concorso Nazionale “Il lancio della penna” di Bari.
Nel 2012 vince la II edizione del Dieci Lune festival dell’Autore 2012 a Napoli con la silloge poetica “Nella disarmonia dell’inatteso”, in seguito pubblicata dalla Casa Editrice Bel-Ami di Roma, organizzatrice del Premio, con prefazione di Dante Maffia.
Il libro si è classificato al IV posto nel Premio di poesia e narrativa Albero Andronico VII edizione 2013– sez. Volume edito.
Suoi testi sono presenti in numerose antologie fra cui “Una poesia nel cassetto”-Flanerì 2011 e “La donna nascosta” – Lieto Colle 2013 e sulla rivista Internazionale Contemporary Literary Horizon.
Collabora saltuariamente con la rivista letteraria “Diwali- Rivista Contaminata” a cura di Maria Carla Trapani e con il Blog Letterario “La presenza di Erato” curato da Luciano Nota.
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Quando si rivoltano le zolle al campo
è un luccicare di pepite brune
Vero è che le ombre a ridosso
del solstizio si allungano più in fretta.
L’età dell’oro ha vita breve.
Pure vero che un autunno così estivo
non lo si vedeva da decenni
Ho le carte in regola per dirlo
– quasi un vezzo –
con l’occhiale in punta di naso.
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Nell’incavo deserto di un nido, si avverte
il vuoto reso da una galassia in fuga
Lo smarrimento che assale l’astronomo
all’ipotesi di un oltre che non vede.
Il vuoto sta ancorato all’y del ramo
per altre cove e schiuse, altre partenze
Verso il limite che acceca il telescopio
l’universo è più stellato – intero.
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Le mancanze si addensano
sui fili delle rondini
come per un’attesa
Fumano il narghilè col tempo
discorrendo del meno che pesa
nella fissità del posto
Un assolo di nebbia tace
il rossore esausto dei filari
Del diroccato mio castello – in aria –
butto le chiavi al drago.
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A volte provvede la nebbia
a mettere in chiaro le cose
Assorbe vuoti abitati da sempre
ne incolla i suoni alle ringhiere
L’iride impotente brancola nel bianco
annaspa – annusa assenze –
Hai forse smarrito qualcosa
in corsa – può essere
Bruciano vedute d’interni alberati
pitture a fresco di memoria
Tralci di avventate elisioni
omissioni innocenti e colpe.
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da “Nella disarmonia dell’inatteso” Bel-Ami Edizioni 2012
Imperfetta
Non vedo l’ora che arrivi domani
perché ogni giorno divento più bella
come la Terra nella nostalgia dell’astronauta,
la filigrana nel pensiero dell’orefice.
Sono imperfetta e sono anche futura
nell’idea pura, un’intenzione
prima che si tocchi la materia.
Se mi terrai così, presente e vaga
quando morirò sarò stupenda
e resterò immortale tuttavia
come un’utopia lasciata al tempo.
Brava Maria Grazia.
poetessa che adoro. grazie
Ringrazio Paolo Polvani e Claudia Zironi per l’invito e l’ospitalità, Sonia e Patrizia per il segnale di stima e affetto, tutti gli amici e le amiche che stanno leggendo e condividendo in rete.