Intervista a Roberto Maggiani

Intervista a Roberto Maggiani, a cura di Paolo Polvani.

   

Come è nato e come si è sviluppato il progetto de LaRecherche.it?

È nato casualmente dall’incontro tra me e Giuliano Brenna, avvenuto verso la fine del 2005. Ci siamo trovati nella comune passione della letteratura, che in lui aveva più marcate le sfumature della narrativa, in me, invece, quelle della poesia. Volevamo mettere in piedi qualcosa che esprimesse al meglio il nostro comune interesse, lì per lì pensammo a una libreria; ricordo che andammo alla ricerca di un luogo fisico dove poterla avviare, volevamo dare voce a una vasta gamma di autori ed editori, dai minori ai maggiori, evitando i libri panettone e proponendo, semmai, autori solitamente messi da parte dalle grandi catene librarie, volevamo provare a suggerire buone letture, almeno secondo i nostri gusti, ovviamente. Il progetto non poté però concretizzarsi roberto maggianipoiché ci mancavano i soldi. Così, in alternativa, pensammo di realizzare una libreria online, ma anche quel progetto, per degli squattrinati come noi, non andò a termine. Allora pensammo di agganciarci a un progettino già esistente, un sito che misi in piedi nel 2002, www.lapared.it, la parete, in spagnolo; era mia intenzione creare uno spazio dove le persone potessero “attaccare” i propri messaggi, qualunque tipo di messaggio, ma quel sito rimase un po’ abbandonato a sé stesso, soprattutto per la scarsa interattività. Non appena con Giuliano ci mettemmo a ragionare su qualcosa che potesse dare voce ad autori minori o in erba in cerca di uno spazio di visibilità – perché questa è la nostra vocazione da sempre, dare spazio a chi non l’ha –, avendo escluso le librerie, mi venne in mente lapared.it; dalla passione di Giuliano per Marcel Proust, con la quale in breve mi contagiò, rinominammo lapared.it in larecherche.it e dopo aver definito le linee principali del progetto, mi misi a lavorare sodo per intere notti, due settimane, scrivendo i codici di quella che è, ancora oggi, la struttura portante del sito, il quale andò on line nel dicembre 2007.

Nel tempo, LaRecherche.it, si è sviluppata anche grazie ai molti autori/lettori che abitualmente hanno iniziato a frequentare il sito, in base alle loro esigenze si è meglio definito come grafica, funzionalità e contenuti. Inoltre, la Redazione ben presto si è arricchita dei contributi di Maria Musik e Franca Alaimo, a seguire arrivarono poi importanti collaboratori quali Loredana Savelli, Gian Maria Turi, Gian Piero Stefanoni e altri irrinunciabili. Non posso non segnalare e ringraziare la presenza di autori che sono di casa da sempre – mi viene in mente un nome tra tutti, quello della cara Lorena Turi – e gli svariati autori già noti che ci sostengono, cito tra tutti Elio Pecora che ci spinge a progredire con suggerimenti molto concreti. Ogni autore o lettore o commentatore, dal primo all’ultimo arrivato, è una miniera d’oro, è il nostro prezioso tesoro. Si va in cordata e si cresce… insieme… è la parola magica.

   

In che misura ritieni che luoghi come LaRecherche.it possano contribuire alla diffusione della poesia?

Ritengo che la poesia non abbia bisogno di diffondersi, poiché penso fermamente che essa sia già diffusa in ogni spirito umano, penso che la poesia sia una delle peculiarità di ogni uomo, così come lo sono le sue parti fisiche e l’intelligenza. La sensibilità al bello, alla pioggia, ai colori multiformi del giorno, ad una foglia che freme nella brezza della sera, al mare che spalanca le porte dei suoi abissi nella tempesta, la sensibilità alle dinamiche sociali, storiche e scientifiche, penso che tutte queste cose, ogni uomo, le porti con sé fin dalla nascita. Si tratta, semmai, di creare delle opportunità affinché la poesia possa destarsi in ognuno e diventare riconoscibile, è necessario lavorare affinché ogni individuo la riconosca in sé stesso e la possa esprimere. La poesia, ontologicamente parlando, dovrebbe diventare una cosa normale come respirare; se poi per poesia si intende la scrittura, allora c’è da lavorare sodo affinché un individuo che senta la necessità di esprimere la propria poesia in versi, possa farlo e nel migliore dei modi; si tratta di creare la cultura e i luoghi fisici e virtuali adatti affinché la poesia possa svilupparsi al meglio; bisogna abbattere ogni steccato o barriera che scaturisca dall’egoismo umano, anche in poesia non si può prescindere dalla condivisione e dall’accoglienza; il grande pregio di internet è proprio questo, quello di abbattere l’individualismo e con esso indebolire gli ipotetici quanto reali “baroni della poesia”, cioè coloro che danno il brutto esempio, ergendosi in alto su tutti fanno credere che essere poeta significhi arrivare dove loro sono arrivati e centellinare sé stessi, invece no, la poesia ha tante strade e diverse, tante quanti sono gli uomini. Volgendo uno sguardo alla critica, dico che è una buona cosa, è il braccio destro della letteratura, dunque anche della poesia, ma bisogna adoperarsi per liberare la strada dalla pesantezza della critica supponente e disfattista; un autore, per quanto abbia una scrittura scadente, ha un mondo poetico che preme per emergere, e noi tutti abbiamo il dovere e l’esigenza vitale di aiutarlo ad emergere, non farlo sarebbe come tarpare noi stessi. E qui entra in gioco Marcel Proust:

La vera vita, la vita finalmente riscoperta e illuminata, la sola vita, dunque, pienamente vissuta, è la letteratura. Vita che, in un certo senso, abita in ogni istante in tutti gli uomini non meno che nell’artista. Ma essi non la vedono perché non cercano di illuminarla. E così il loro passato è ingombro di innumerevoli negativi, che restano inutili perché l’intelligenza non li ha ‘sviluppati’. La nostra vita, e anche la vita degli altri; perché lo stile per lo scrittore, come il colore per il pittore, non è una questione di tecnica, ma di visione. È la rivelazione, che sarebbe impossibile attraverso mezzi diretti e coscienti, della differenza qualitativa esistente nel modo in cui il mondo ci appare, differenza che, se non ci fosse l’arte, resterebbe il segreto eterno di ciascuno. Solo attraverso l’arte possiamo uscire da noi, sapere cosa vede un altro di un universo che non è lo stesso nostro e i cui passaggi rimarrebbero per noi non meno sconosciuti di quelli che possono esserci sulla luna. Grazie all’arte, anziché vedere un solo mondo, il nostro, lo vediamo moltiplicarsi, e quanti sono gli artisti originali, altrettanti mondi abbiamo a nostra disposizione, più diversi gli uni dagli altri di quelli che ruotano nell’infinito; mondi cjhe mandano ancora fino a noi il loro raggio inconfondibile molti secoli dopo che s’è spento il fuoco – si chiamassero Rembrandt o Vermeer – da cui esso emanava.

(da Il tempo ritrovato, trad. G. Raboni, I Meridiani Mondadori)

Ecco detto, da Marcel, come LaRecherche.it, che a lui si rifà, vorrebbe contribuire alla diffusione della poesia, niente di meno… ma si sa che la perfezione non è di questo mondo.

    

E al miglioramento della qualità? In rete si assiste al proliferare di luoghi dedicati alla poesia, tuttavia la qualità appare sempre più scadente.

Sul sito, nella pagina Chi siamo, si legge:

Questo è, prima di tutto, un luogo di partenza, di aiuto reciproco, di lavoro comune e di confronto sulla scrittura: da qui si parte, non si arriva; o meglio, qui si arriva soli per partire insieme…

Certo, non è facile seguire tutti quanti gli autori – siamo in pochi, non si tratta del lavoro con cui noi della Redazione ci sosteniamo, essendo ogni servizio de LaRecherche.it gratuito, nessuno di noi ci guadagna –, tuttavia ci proviamo, fiduciosi che gli autori/lettori pian piano inizieranno a conoscersi e a interagire tra loro aiutandosi l’un l’altro in un processo di condivisione e critica che possa fare crescere ognuno; tale processo è lento, ma lo rileviamo… talvolta è necessario abbattere l’arroganza poetica, se così si può dire, cambiare i paradigmi, mettersi in gioco. Normalmente, gli autori possono pubblicare liberamente e mostrare i propri lavori mettendoci direttamente la propria faccia, tuttavia, per aiutare lo sviluppo della qualità, se così si può dire, oltre ai commenti, abbiamo dedicato alcune sezioni del sito alla pubblicazione di testi selezionati dalla Redazione, è un modo per distribuire, lungo la costa della poesia, alcuni fari luminosi che possano essere adocchiati dai naviganti/poeti al fine di tenere una certa rotta; tra le sezioni adibite a tale scopo si trova quella rigorosa delle Recensioni, in cui proponiamo pareri sulle letture che facciamo dei molti libri che ci arrivano in Redazione, non solo di poesia; oppure la sezione Poesia della Settimana, uno spazio in cui proponiamo testi editi o inediti di autori noti o meno ma che possano in qualche modo essere dei fari per chi scrive; oppure, che è attualmente uno dei lavori più impegnativi, proponiamo in eBook, nella collana Libri Liberi o Indovina chi viene a cena? o eBook da Poesia condivisa (quest’ultima in collaborazione con la rubrica Poesia condivisa del blog Poesia 2.0) raccolte di poesia, narrativa, saggistica e arti varie; abbiamo all’attivo già molte pubblicazioni, anche di poeti noti, ma soprattutto di poeti che altrimenti dovrebbero pagare contributi per pubblicare e non possono permetterselo, però sono validi poeti, ai quali interessa essere letti più che venduti, e va detto che l’eBook permette un’ottima visibilità che dura nel tempo, il libro è gratuitamente scaricabile, è sempre disponibile e non costa niente, né all’autore né al lettore; solo a noi redattori costa, il tempo, il prezioso tempo che abbiamo deciso di dedicare agli uomini e alle donne che vogliono donare qualcosa di sé… e noi abbiamo scelto di essere tra i veicolatori di quei doni, come dicevo più sopra.

Ecco, dunque, come cerchiamo di tenere alta la qualità della poesia, distribuendo fari lungo la costa della navigazione poetica.

    

Come definiresti la qualità in poesia?

Questa è una domanda difficile, perché la qualità è caleidoscopica, ha molte facce e sfumature. La qualità è insita nella misteriosa simbiosi tra forma e contenuto, per me è un mistero. Ma di una cosa sono certo, la qualità può essere raggiungibile da chiunque, qualcuno gli sta più vicino per dote naturale, qualcuno dovrà raggiungerla, ma lavorando sodo, con serietà e capacità autocritica, è possibile – anche aiutati da chi è più avanti in tale percorso – migliorare la qualità della propria poesia, fino a raggiungere una certa autonomia e finalmente scrivere ottimi testi in versi, anche chi non pensava di poterlo mai fare.

    

Ricordi episodi, o aneddoti simpatici legati all’attività del sito?

Io vedo il sito sotto molteplici punti di vista, come autore, lettore, commentatore, fondatore e redattore, ma anche come webmaster e sviluppatore dei codici che lo caratterizzano. Insomma, è come un bambino che ho sempre in braccio, me lo godo pienamente, ma è anche un peso, specialmente quando tutto si assomma in un susseguirsi di richieste e, qualche volta, pretese. La cosa divertente sono le singole persone che, appena arrivate, pubblicano i loro testi come vomitandoli, in un solo giorno a diecine, intasando il sito e rendendosi visibili solo loro; allora le avviciniamo spiegandogli che conviene pubblicare non più di tre testi al giorno per dare la possibilità ai lettori di leggere ed anche commentare, che la poesia è questione di qualità, più che di quantità, in tal modo si rilassano, avendo trovato una casa accogliente e non un luogo in cui imporsi. Ma la cosa divertente è l’estate. Devo dire che le liti tra utenti, sul sito, sono rarissime, anche perché stiamo molto attenti ai rapporti che si instaurano, nonostante ciò, tutte le estati si “scatena” una persona, magari appena registrata, la quale pensa di essere il più grande critico della storia o il più grande poeta incompreso, ed avvia una sorta di lite su più fronti, pensa che tutti ce l’abbiano con lui e inizia a scalpitare; non ho ben capito il motivo per cui d’estate capiti questo, sempre quando la Redazione è in vacanza, a causa di ciò ci troviamo nella situazione di dover trovare un computer che ci permetta di accedere a internet per poter togliere alcuni commenti tendenzialmente offensivi; non sempre è facile trovare un accesso a internet, perché siamo in vacanza, in luoghi isolati, magari all’estero. Ricordo che un’estate, io e Giuliano, abbiamo praticamente assediato, per un’intera mattina, una biblioteca di una località portoghese, dovevamo togliere dalla pubblicazione una scia di commenti segnalati come offensivi; nella fretta – volevamo andare al mare – ci siamo sbagliati e abbiamo tolto dalla pubblicazione gran parte dei testi pubblicati su LaRecherche.it, gli utenti hanno iniziato a scriverci, insomma è stata una giornata interessante, una vacanza animata sul fronte internet. Poi non racconto delle proposte di pubblicazione che ci inviano per gli eBook, alcune sono veramente divertenti perché totalmente sgrammaticate; non lo nego, diventa una lettura interessante… ma non abbandoniamo nessuno, un consiglio cerchiamo di darlo, quando è accolto con piacere.

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6 thoughts on “Intervista a Roberto Maggiani”

  1. Ringrazio la Redazione di Versante ripido e Paolo Polvani per questa pubblicazione, mi sono soltanto dimenticato di precisare che il dominio lapared.it, che cito nell’intervista, è stato dismesso dopo la registrazione del dominio larecherche.it e dunque non più di mia/nostra proprietà. Grazie.

  2. Grazie a Paolo Polvani ed alla Redazione di Versante ripido per aver dato voce, attraverso Roberto, a tutta LaRecherche.it. E grazie a Roberto, l’Infaticabile, che (come Giuliano) non tiene mai “tutto per sè” ma spezza il pane della parola, scritta e letta, con quanti vogliano accettare l’invito.

  3. Bene ha fatto Roberto in questa intervista a ricordare le parole di Proust sull’arte, perché davvero questo è il credo della redazione.
    Detto questo, la qualità che si espande dalle parole di Roberto è la sua trasparenza etica, assai rara oggi. Mentre tutto viene commercializzato, lui ( e con lui Giuliano, altrettanto infaticabile ed entusiasta fondatore della rivista) ci ricorda che ci sono cose su cui non si può mettere un cartellino con il prezzo ( e che , guarda un po’, sono le più preziose), come lo spirito, gli ideali, i sentimenti, e l’arte che da essi prende alimento. Ho ringraziato Roberto tante volte, una in più gli farà egualmte pi piacere.

  4. Roberto e Giuliano, sono dei rarissimi mecenati di poesia, intendendo il loro mecenatismo come dono preziosissimo di tempo e capacità per la diffusione di poesia. Ho avuto modo di conoscere la loro visione limpida e mai individualista, della “accoglienza” di voci poietiche anche sconosciute attraverso la rubrica Poesia Condivisa, da me ideata, con cui Roberto collabora con entusiasmo attraverso la realizzazione di bellissimi e-book gratuiti per l’autore scelto e condiviso dai lettori. Ogni bimestre un dono. Per questo e per la grande apertura proustiana allo spirito universale della poesia, ringrazio Roberto, anche a nome della redazione di Poesia Condivisa.
    Annamaria Ferramosca

  5. “Ritengo che la poesia non abbia bisogno di diffondersi, poiché penso fermamente che essa sia già diffusa in ogni spirito umano, penso che la poesia sia una delle peculiarità di ogni uomo”

    Sacralità di un pensiero libero, che esula da preconcetti e sa che ogni essere umano è portatore della stessa luce.
    Grazie a Roberto per averlo espresso con tanta chiarezza e per la generosità con cui questo pensiero si realizza nell’impegno costante su LaRecherche.

    “Ecco, dunque, come cerchiamo di tenere alta la qualità della poesia, distribuendo fari lungo la costa della navigazione poetica.”

    Un poeta che ha la straordinaria capacità di leggerla negli altri, è un faro a sua volta.
    Ottime le domande, dense e poetiche le risposte.
    Grazie ancora, anche a tutti i suoi collaboratori.

    Cristina Bove

  6. Quando Antonio DeMarchi-Gherini mi segnalò il blog di LaRecherche mi accorsi subito di avere in Roberto Maggiani e in Giuliano Brenna due outsider allenati al prodotto lettarario senza steccati e di sicuro riferimento. Di tempo ne è trascorso, ma il contatto con il blog e i due, ora grandi amici, è stato proficuo e stimolante. La prova del nove fu l’iniziativa di ricordare gli anniversari di Proust con la messa in opera di antologie dall’indiscusso valore letterario, ne dà testimonianza l’enorme contributo di tanti autori di razza e in progress. Condivido, in definitiva, le parole di Roberto fino in fondo quando sostiene che nella Recherche tutti hanno diritto d’asilo, sempre che i testi abbiano la dignità del poetare per vocazione e non per occasione “domenicale”.
    Infine, mi si perdoni l’autocitazione, ricordo agli amici Roberto e Giuliano che un testo da me scritto per il terzo anniversario di Proust recentemente sono stati premiati al “Rhegium Julii” e al “Città di Partanna” e allora grazie per essere accattivanti autori tanto per sè quanto stimolatori per gli altri. Un forte abbraccio, Eugenio

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