ksar ghilane, poesie di Carla De Falco.
Carla De Falco racconta di sè:
Nasco alla frontiera tra la primavera e l’estate vicino al mare. Oggi insegno Lettere al Liceo, sono sposata e madre. Ho pubblicato il mio primo libro “Il soffio delle radici”, Laura Capone Editore a Milano nel 2012. E’ uscito nel 2013 il mio secondo lavoro, “La voce delle cose”, Montag.
Italianista di formazione, docente per vocazione, scrivo con stupore del sussurro della vita e del suo respiro franto e irregolare. Appartengo a quella categoria di persone da sempre alla ricerca di particolari, di segreti, di dubbi.
Libera di vivere la poesia come arte “inutile”, sono alla ricerca dei particolari apparentemente muti che sussurrano piccole verità ai margini delle strade percorse da tutti, da sempre.
***
ksar ghilane
dormii all’aperto nella straniera polvere
su un letto sporco, improvvisato e sghembo
con un tappeto di serpenti neri ai piedi
dune arancioni per morbidi cuscini
come coperta un cielo d’oro scoppiettante.
la sete ed il sudore del mattino
si fecero gelo viola nella notte.
lenta poi giunse una nuova alba,
di un dolce ed esitante rosa tiepido,
salutata dal sapore impavido
del cardioritmo di tamburi al vento.
da Il soffio delle radici, Laura Capone Editore, 2012.
***
il canto al tramonto
scende il canto fino nella valle
rotondo come bulbo d’amaryllis
maledetto come fiore d’agave.
scende il canto mio fino giù a valle
a commuovere anche i pensieri
seduti a cuccia nei salotti buoni
e a coprire, molto più dei tuoni,
tv,pc, playstation e telefonini.
scendi canto e vai fino a valle
e vola ovunque, ma tieniti basso:
il tuo traguardo sono cuori brevi
che grondano brevissimi tormenti.
ammira la potenza misteriosa
di ogni cosa che affiora dalla terra
come il fiore che sboccia inesorabile
tra le pieghe di una crepa livida.
nota la calma dell’inevitabile
che scuote fin dentro le viscere
adora il passo del mare immutabile
da sempre in tormentato viaggio
verso la riva morbida e ritrosa.
racconta ogni più piccola cosa e
l’intenso chiarore di giorni a ritroso
lucidati nelle aurore del ricordo.
conserva sempre, a qualsiasi costo,
l’orgoglio ferito e contorto
del tuo istinto forte del sud.
non schivare il vento se urla
e vuole rigarti la faccia.
non ti dispiaccia concedere ogni tanto
un sorriso impertinente e tentatore
che apra d’impeto una porta
con un colpo d’aria fresca e nuova.
scova la folla calda negli spazi angusti
e dille quanto a lungo l’hai cercata
che sei arrivato ora, qui al tramonto,
come un amore stanco ed affamato
che rientra a casa dopo lunga assenza.
da Il soffio delle radici, Laura Capone Editore, 2012.
***
la luce morta delle stelle
ci fermammo sdraiati sulla sabbia
sopra un letto di cenere e coralli
a guardare come sotto un incantesimo
quegli occhi che fissavano la terra.
la prepotenza della loro luce
piazzata come un faro su di noi
ci spinse, giovani entusiasti,
a scommettere di non addormentarci.
e viaggiammo da svegli quella notte
sognando di tornare fino al mittente
passando per un varco dentro il vuoto
tra pianeti, satelliti e comete.
per foreste di costellazioni
arrotolate come capelli argento
nello chignon delle antiche donne
arrivammo in un mondo lontanissimo
che vive parallelo eppur presente
e nel quale noi siamo già passati.
come riflessi ingannevoli di astri
già da secoli spentisi per sempre.
da la voce delle cose, Montag Edizioni, 2013.
***
verso gli anta
e vado lenta
lenta verso gli anta
verso la paura
di non essere più io
nell’ignoto lavorìo
di fili argento
che ondeggiano silenti
e mascherati
al vento nero
della mia dura testa.
cucio il sogno
d’una eterna resa
alla fama, alla felicità, alla forma
e ad un presente cupo
senza storia
senza memoria delle gioie tristi.
in prospettiva
d’un finale curvo
m’impauro
quando penso all’amaro della terra
e con sgomento
scopro che non ricordo il senso
né il suono
né la voce
di tutte quelle cose
che pure, un tempo, mi hanno emozionato.
da la voce delle cose, Montag Edizioni, 2013.
Ritorna sempre la poesia al miracolo della vita, anche in questi versi preziosi e semplici nell’immediatezza del loro disporsi sul foglio.
Nulla è più prezioso, e più vero, della fatica del dire semplice. Grazie della sua lettura e del suo commento.
Solo chi ha talento è capace di mostrare l’invisibile, complimenti a Carla De Falco e alla sua scrittura, vera voce degli occhi.
Ringrazio della sua lettura, tanto più perché il suo giudizio è limpido e mai conformato ad una certo mieloso garbo con cui alcuni poeti si elogiano a vicenda. Testimonianza ne sia un (piccolo) diverbio critico tra noi, altrove sulla rete. Al Poeta Almerighi tutta la mia immutata stima.
Una poesia densa, costruita su parole asciutte ed emozioni potenti, che si librano con incomparabile grazia dai versi di Carla de Falco.
Riconosco la vera poesia solo quando sento la danza. Grazie Carla.
Ringrazio dell’attenzione la drs. Torruso, scropolosa curatrice editoriale, e Giovanni Ibello, amico di poesia.