La figlia che dice che è felice, poesie di Gian Mario Villalta.
Gian Mario Villalta è nato a Visinale di Pasiano in provincia di Pordenone nel 1959. Dopo studi scientifici si è laureato in Lettere Moderne all’università di Bologna. Insegna in un liceo di Pordenone.
E’ direttore artistico del festival pordenonelegge.it – Festa del libro con gli autori.
La sua produzione letteraria spazia dalla saggistica, alla narrativa, alla poesia in italiano e in dialetto veneto periferico. Sue poesie sono tradotte in antologie e riviste in Francese, Inglese, Sloveno, Serbo, Olandese.
Ha scritto sulla poesia e sui poeti, ricordiamo Il respiro e lo sguardo, un racconto della poesia italiana contemporanea (Rizzoli 2005), ora in versione ridotta su e-book/Scuola Holden, e la cura dei volumi: Andrea Zanzotto, Scritti sulla letteratura, Mondadori 2001; Andrea Zanzotto, Le Poesie e prose scelte, I Meridiani Mondadori 1999 con Stefano Dal Bianco. Una raccolta di racconti e quattro romanzi (tutti pubblicati presso Mondadori) testimoniano il suo impegno nella narrativa. Tra i suoi precedenti libri di poesia: Vose de Vose/ Voce di voci, Campanotto 1995 (Premio Lanciano) in dialetto (veneto periferico); Vedere al buio, Sossella 2007; Vanità della mente, Mondadori, 2011 (Premio Viareggio, Premio Diego Valeri).
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La figlia che dice che è felice
I
Non la sopporto a volte, tutta questa fiducia.
Non ricordo di essere stato
mai così come te sprovveduto
nell’affidarmi a qualcuno
o crederci così tanto.
Così tanto che io provo vergogna
per il tuo spudorato amore.
Io sono uno che sposta la testa
se gli fai una carezza. Ho mille ragioni
per spiegarlo, ma nessuna che valga un millesimo
della tua delusione, perciò chiedo subito scusa
e offro il collo.
Resto quello che sono,
nonostante la commozione
e lo spavento. Eppure (me ne vergogno,
a volte, sì, anche di questo) non sono preoccupato,
non penso al tuo futuro.
Sto con te, più che posso, sto bene,
se pure resto quello di sempre: mi fai più fondo il tempo,
più presente il presente.
II
“Papo rassegnati, staremo sempre insieme,
anche dopo che sarai morto”, testuali parole.
La bestia che sopravvive alla prole
ama la sua catena, per ammattire bene
ogni giorno: l’ho visto accadere.
Io a volte ho pensato te una catena
e che per destino spezzandosi
ne sarei stato liberato: anche questo
accade a volte a una mente.
Ma poi sùbito – neppure un istante –
estratto era a sorte il vuoto dal niente:
specchio due volte raddoppiato
della mia inguardabile morte.
III
“Ti voglio bene, e tu?”, se vedi
che esito, fissi gli occhi più fondi.
Non è il bene, o volere per te
più ancora del bene… – “Rispondi!”
mi obblighi – ….non è certo questo
che trattiene tra me la risposta…
… quando si sposta sui figli
il discorso… l’amore, ecco là, la fatica,
ah, l’impegno a tutte le ore!,
io sempre resto senza parole
perché la vera cosa che so di te
da sempre è che non c’è uguale
in nessuno luogo per me in nessun tempo
come il tuo stare al mondo.
IV
“Sono così felice oggi
e non so perché”, mi dice
alzando le braccia, mia figlia.
L’abbraccio e tra me “Neanch’io”
penso “saprei dire perché
fa felice anche me”.
V
L’ho mai detto, io, ai miei,
agli amici, agli alberi, al cielo,
anche quando davvero potevo,
a qualcuno ho mai detto: “Sono felice”?
Mia figlia lo dice, senza pudore,
senza paura che qualcuno le invidi
la felicità, senza pietà per suo padre
che la stringe in silenzio e se dice “Anch’io”
poi deve correggere “in questo momento”.
Poesie selezionate dall’autore da “Telepatia”, Lietocolle ed. 2016
È davvero contagiosa la felicità che trabocca da queste splendide poesie di Gian Mario Villalta.
Una figlia felice di una felicità piena. Intera perché bambina. Non ha bisogno di conferme e anche se chiede, la piccola sa di avere un padre a cui lei sa fare “più fondo il tempo, più presente il presente”, un padre che vuole per lei “più ancora del bene”, che sa gioire fino a spaventarsi quasi di questa felicità perché:
“la vera cosa che so di te/da sempre è che non c’è uguale/ in nessuno luogo per me in nessun tempo/ come il tuo stare al mondo.
Così sarà sempre per questo padre, anche quando la vita, inevitabilmente, qualcosa sottrarrà alla felicità bambina. Resterà comunque questo marchio del loro amore, questo sarà il metro con cui anche in futuro si misurerà il rapporto. “Papo rassegnati, staremo sempre insieme”.
Complimenti vivissimi al poeta.
Annalisa Rodeghiero
Felice di avere conosciuto oggi, Gian Mario Villalta alla Fiera delle Parole di Padova. Complimenti per il suo intervento sulla poesia e sull’uso della parola poetica.
Grazie per la lettura “sentita” di una delle poesie scritte per la “figlia felice”.
Annalisa Rodeghiero