La folla alta dei passeri, inediti di Franco Buffoni.
LA CERVA
La cerva che dal fiume si ritira
Messi gli occhi di sbieco
Serva anziana,
Qui e ora dal ciottolo marrone
Al cuscino di muschio, posa il sesso
Nel tempo suo concesso.
Non altro né di più
Quello che basta
E senza fretta.
Altre avranno altro tempo
In capo al mondo.
*
LA FOLLA ALTA DEI PASSERI
La folla alta dei passeri
– E uno sempre dopo
E dopo ancora un ultimo –
Che lascia il grano al campo d’improvviso
Gridando in volo alle robinie d’alpe,
Crede che te ne accorga,
Che ti volga ostilmente dal sentiero.
Oscilla poi per questo appesantito il ramo.
Per questo fatto che non c’è l’ultimo vola.
***
IL GATTO FERITO
Quella mattina che trovai il gatto ferito
Dove perde l’asfalto la stradina
E diventa sentiero di una villa sola,
Vidi il bianco e il rosso respirava
Gonfiava il corpo ad ogni colpo di fiato
Dalla bocca aperta
Immobile tra un cartoccio di cibo
Un piattino di latte non toccato.
È lì da ieri disse una voce alle mie spalle
Con in mano altro cibo.
Mi voltai e quella faccia da cristiana
Mi vide raccogliere il mattone
Per lasciarlo cadere esattamente
Con due mani.
Smise il gonfiore urlava barbaro
Mentre scostavo la terra tra le felci.