La fucilata di Ivan Pozzoni.
Lasciamo prima la parola a Ivan Pozzoni e alle sue ricche note bio-bibliografiche, a seguire due suoi frammenti ametrici:
Sono nato a Monza (MB) il 10-06-1976. Presso il Liceo Classico Bartolomeo Zucchi di Monza ho ottenuto la maturità classica nel 1996; mi sono laureato in Diritto all’Università Statale di Milano nel 2003, con una tesi in teoria del diritto intitolata La filosofia del diritto di Mario Calderoni. Durante i miei studi ho esteso i miei interessi culturali, avvicinandomi a filosofia, scienze della mente, letteratura, storia e scienze sociali.
Collaborando con docenti e ricercatori di tutt’Italia, miei contributi sono stati inseriti in riviste filosofiche italiane e internazionali, miei contributi e frammenti ametrici sono stati inseriti in riviste d’arte italiane e internazional.
Sono uscite mie raccolte di versi fra le quali: Frammenti ossei (2011), Labyrinthi I (2012) e Labyrinthi II (2013); sono stato inserito in antologie come: Centocinquant’anni di scienza e filosofia nell’Italia unita (Limina mentis, 2011), Scienza e linguaggio nel Novecento italiano (Limina mentis, 2012) e Pensare la modernità (Limina Mentis, 2012); sono usciti miei volumi e volumi collettivi da me curati, gli ultimi: Voci dal Novecento II (Limina mentis, 2011), Voci di filosofi italiani del Novecento (IF Press, 2011), Voci dall’Ottocento II / III (Limina mentis, 2011), La fortuna della Schola Pythagorica. Leggenda e contaminazioni (Limina mentis, 2012), Voci dal Novecento III e IV (Limina Mentis, 2012), Pragmata. Per una ricostruzione storiografica dei Pragmatismi (IF Press, 2012), Grecità marginale e suggestioni etico/giuridiche: i Presocratici (IF Press, 2012) [mon], Le varietà dei Pragmatismi (Limina Mentis, 2012), Elementi eleatici (Limina Mentis, 2012), Pragmatismi. Le origini della modernità (Limina Mentis, 2012), Frammenti di filosofia contemporanea I (Limina Mentis, 2012) e Frammenti di cultura del Novecento (Gilgamesh Edizioni, 2013).
Nel 2012 è uscito il numero unico di rivista, da me curato, Le bonhomme.
Con Limina Mentis sto curando Frammenti di filosofia contemporanea II III, IV e V (2013), L’oscurità di Eraclito d’Efeso. Frammenti e «leggenda» (2013), Voci dall’Ottocento IV / V (2013), Voci dal Novecento V / VI (2013), l’antologia seriale di versi Labyrinthi(2012/2013) e stendendo la nuova monografia Il frammentismo di Benedetto Croce. Etica e Politica; con IF Press sto curando il volume collettivo Lineamenti post-moderni di storia della filosofia contemporanea (2013) e stendendo la nuova monografia Il pragmatismo analitico italiano di Giovanni Vailati (2013).
Uscirà la mia raccolta di versi: Scarti di magazzino (Limina Mentis, 2013).
I miei ambiti di studio si sono chiariti cammin facendo; ora si distribuiscono su varie strade:
a] ri-costruzione storica della filosofia italiana di Ottocento e Novecento (Pragmatismo analitico italiano di Calderoni e Vailati; Benedetto Croce), con interessi nei confronti della filosofia analitica novecentesca;
b] etica, nell’obiettivo di accostarmi alla scienza etica in tutte le sue varianti (meta-etica; etica descrittiva; etica normativa) e in essa a tutti i suoi massimi autori;
c] teoria del diritto e storia della teoria del diritto, con intento di abbozzare una storia della teoria del diritto del mondo antico; d] contaminazioni tra etica, diritto e letteratura (Law and Literature / Ethics and Literature); e] letteratura moderna e contemporanea.
Dal 2007 al 2013 ho assunto il ruolo di Direttore Culturale della casa editrice solidale Limina Mentis Editore; nel 2010 ho fondato la rivista culturale L’arrivista. Quaderni democratici; nel 2012 ho fondato la collana filosofica Nidaba con Gilgamesh Edizioni; nel 2013 ho fondato la collana di storia della cultura Fuzzy con Decomporre Edizioni.
JANA WENT TO PRAGUE
Jana went to Prague
chiudendo a chiave in un cassetto
tutta la dolcezza dei suoi cristalli di bohèmienne,
si sente in trappola, chiusa fuori da ogni gabbia,
e, rimanendo alla finestra, abbracciata alle sbarre,
osserva incuriosita la confortevolezza della non libertà.
Jana went to Prague
mettendo nella sua borsa tutti i suoi dipinti, le sue idee,
la sua interpretazione triste della ferinità brutale di ogni maschio,
inchiodato sulla carta, condannato, come mero organo,
a suonare nelle chiese durante i funerali,
a trasportare l’inaffidabilità dei propri ormoni
come macigni di Tantalo.
Jana went to Prague
col cuore scoraggiato dalla noia della solitudine,
dimenticando il coraggio di noi free spirits
nel resistere alle svendite o ai saldi di emozione,
moderando i nostri istinti alla soddisfazione,
tiene stretti nelle sue mani d’artigiana,
fredde come sanno essere fredde le mani delle ragazze di Karlovy Vary,
i disegni di un drago, i segni degli incisivi dell’amore di sua figlia
incastonati, come fosse ambra, nella dura plastica di un sex-toy.
Jana went to Prague
con il suo sorriso da diamante smarrito in un giardino
a mettere in discussione il suo indiscutibile valore
davanti a un bicchiere di vino e di imbarazzo,
l’imbarazzo angosciato di noi dirty persons,
quando cerchiamo di rateizzare le nostre schiavitù,
affidandoci alle braccia di chi ci mostra scarso interesse.
Jana è andata a Praga, e non so se tornerà,
inebriandomi ancora col sapore del suo sorriso
con la contagiosità del suo profumo,
con l’entusiasmo della sua pelle,
Jana è andata a Praga, e io sarò lì, con lei.
*
LA FUCILATA
La chiarezza delle nostre anime, sofferenti,
è stata come una fucilata, sparata sulla mia mano
impegnata a racchiudere il tuo cuore dentro a un pugno,
sparata alle 23.00 di una domenica sera, come ce ne saranno tante,
maciullandomi falangi, falangine e falangette,
da te che hai studiato mani, e ferite, sui tuoi libri di anatomia (comparata).
L’amore, a volte, è una fucilata nella schiena,
in alcuni casi, una fucilata sulle mani,
nei casi estremi, una fucilata al lobo occipitale,
e tu me l’hai spedita sulla mano destra,
obbligandomi a un battito mancino sui tasti,
consigliandomi ch’è meglio continuare a scopare, nel frattempo,
con chi abbiamo tra le mani (nel caso mio, tra la mano),
e a prepararci, sempre nel frattempo, una dignitosa via di fuga,
che, magari, col tempo, ci costringa a innamorarci,
vittime: a] della mia mente diffidente e
b] della tua inidoneità a dare un taglio a situazioni invivibili;
e cammini in strade senza uscita, con la lupara in spalla,
lupus in fibula, scrissi una volta, costringendomi a scrivere cazzate ametriche,
che raffazzonati critici abruzzesi, in concorsi dove si vincono maialini da latte,
valuteranno degni di un novello Cecco o, magari, di un becco Burchiello.
Lasciami aperto un angolo del tuo cuore
appoggiaci il fucile, e, presa la mira, spaccami anche la mano sinistra,
cosicché non abbia nessun modo, nessuno, di ricordarmi di te.
Ironia / autoironia / senso del paradosso e della commedia umana , ampiamente proscritti dalla quasi totalità della poesia italiana di questi anni . I versi di Ivan sono la cattiva coscienza di tanti papaveri che vanno per la maggiore . Se almeno si degnassero di leggerli…
leopoldo attolico –
una poesia come ” la fucilata ” è un capolavoro tra l’ironia e il calembour.
basterebbero questi versi per classificarla ” grande ”
lupus in fibula, scrissi una volta, costringendomi a scrivere cazzate ametriche,
che raffazzonati critici abruzzesi, in concorsi dove si vincono maialini da latte,
valuteranno degni di un novello Cecco o, magari, di un becco Burchiello.
Lasciami aperto un angolo del tuo cuore
appoggiaci il fucile, e, presa la mira, spaccami anche la mano sinistra,
cosicché non abbia nessun modo, nessuno, di ricordarmi di te.
Il finale è geniale a dir poco.
bravissimo
Ironia e angoscia si spatiscono le due poesie, belle , intense e originali, specie “La fucilata” che raggiungi vertici di perfezione metrica , lessicale e contenutistica.
Narda