La gioia di scoprire pensieri, inediti di Paolo Carnevali.
Paolo Carnevali, nato a Bibbiena (Arezzo) nel 1957, ci fornisce alcune sue note bibliografiche:
aderisco al Movimento per il Disarmo Unilaterale di Carlo Cassola. Pubblico “I dialoghi di Ebe e Liò” ed. Lalli dal cui testo è stata realizzata una pièce teatrale (1984). Nello stesso anno redigo “Poetica città”, un poetry-zine adatto alla distribuzione underground. Pubblico in ciclostile “Poesie contro la guerra”, distribuite in serate di lettura in pub di Londra. Nel 1985 entro nella redazione del Circolo Letterario Semmelweis di A. Australi a Figline Valdarno. Pubblico la plaquette poetica “Trasparenze” ed Tracce (1987) recensita sul Manifesto (1988) da A.Lolini e sul Corriere Adriatico (1990) da G. Ghiandoni. Pubblicato sulle riviste: Abiti-lavoro (1983), L’Ortica(1990), Stazione di Posta (1996), La Collina (1996), Il Segnale (1997), Zeta (2004 e 2005), Gradiva (2008 e 2015), il blog Rai news di L. Sorrentino, il blog Altritaliani.it italo-francese di C.Demi e altri…
La gioia di scoprire pensieri uno dell’altra
seduti qui assieme,in uno spazio inedito,
ma comune di dialogo: le relazioni degli sguardi.
Con la poesia che offre immagini alla vita
lasciando spazio tra il confine del senso
e del pensiero, così da incontrarci nelle parole
e nell’intermittenza delle figure.
Simuliamo le nostre voci,
dentro i destini delle nostre esistenze.
I vincoli legano etica e storia,
la continua ricerca di speranza,
episodi che nascondono solitudini.
Tu mi parli dell’importanza
di un singolo individuo alla società,
io di un vuoto romantico.
Nel nostro cammino esiste una distanza,
travolti da smarrimento esistenziale
in questo mondo dell’apparenza
cerchiamo di annullare l’individualismo
nella massificazione di comunità armoniose.
Qualunque ideale che vada a migliorare
la condizione umana, non è utopia,
perchè non esiste vita al di fuori della comunità.
***
Una nebbia sottile nascondeva St.Paul
Londra viveva frenetica la sua guerra urbana.
Come formiche indifferenti al pericolo
parlavamo di pace,della vita che di giorno in giorno,
nascondeva guerre dimenticate.
C’era aria di tempesta in Cannon Street
che muoveva le foglie caduche dagli alberi,
calpestate e portate dal vento.
Una scritta parlava di Missioni di Pace,
ci guardammo nell’opprimibile menzogna
di una pace inquinata e ormai bugiarda.
“Dobbiamo costruire una storia nuova,
nuovi stili di vita,rifiutare le armi.”
Dicesti, incrociando il mio sguardo.
Il respiro si faceva nuvola di vapore
quando indicasti London bridge.
Mi piaceva quella tua passione
per tutte le cause nobili.
***
Passeggiavamo verso St.James park,
Nelson ci osservava alle spalle.
Una Londra frenetica,batteva i ritmi veloci,
nell’indifferenza e il fascino di colori grigi.
Camminavi nervosa nel tuo trench bianco
prima che ti prendessi per mano
ed entrassimo nella tranquillità del parco.
Ricordo bene quel foulard bleu e verde
nascosto dalla coda nera dei tuoi capelli
che danzava con il tuo passo nervoso.
Parlavamo di letteratura e disarmo
di nostalgie provinciali e affanni contemporanei.
Del tentativo di recuperare gli oggetti perduti
dell’infanzia della vita. Delle scuole di analisi.
Il bisogno in cui l’altro assume le sue estreme
possibilità di sopravvivenza.
Io ti parlai di un mondo minacciato
tu elencasti tutte le guerre che non terminavano mai.
***
Mi ricordo parlammo di gatti,
del tramonto,di un luna park,
come in un fumetto a colori.
Come due bimbi per mano.
Si può rinascere per caso
semplicemente guardandoti
come quei fiori che nascono ovunque
e come nei sogni immaginare una fiaba:
Roma nei tuoi occhi era il mondo.
***