La poesia come lingua dell’attenzione: verso le parole, verso il silenzio, verso noi stessi e verso il mondo.
Di SABRINA GIARRATANA
Risvegliare la nostra attenzione, fin da quando siamo bambini, verso il suono, il valore e il senso delle parole, verso il potere che hanno nella creazione continua del mondo, credo sia il primo ruolo della poesia. Esiste un inquinamento ambientale dato da un eccessivo consumo e spreco delle parole. In un mondo che spesso abusa delle parole, che ne produce e diffonde in grande quantità ma senza troppo curarsi di quali, la poesia può far crescere invece la consapevolezza che le parole hanno un grande valore e vanno scelte con cura. La poesia può anche risvegliare la nostra attenzione, fin da quando siamo bambini, verso il silenzio. Nella poesia anche il silenzio ci parla. Ci dice che le parole sono importanti, sono potenti se scelte con cura, ma non possono dire tutto. Esiste l’indicibile. Esiste il mistero meraviglioso e infinitamente grande di cui facciamo parte. I primi luoghi in cui da bambina ho prestato attenzione ai silenzi sono stati i luoghi della natura. Dall’amore per i silenzi della natura, in cui si stagliavano i suoni e le lingue misteriose delle altre creature, anche di quelle che popolavano la mia immaginazione, credo sia nato poi il mio amore per la poesia.
Conta il silenzio tra le parole
Per ascoltare la luna e il sole
Conta il silenzio tra dire e fare
Per ascoltare la terra e il mare
Conta il silenzio tra tanto e poco
Per ascoltare la luce e il fuoco
Conta il silenzio così com’è
Per ascoltare anche te. (1)
Credo che la poesia possa incidere profondamente sulla nostra coscienza ambientale e accrescere la consapevolezza che il respiro di ciascuno di noi è collegato a un respiro più grande dal giorno in cui veniamo al mondo.
Primo respiro lieve e profondo
Sei benvenuto in questo mondo
A respirare questa tua vita
Alito fresco sulle tue dita
Senti il respiro di alberi e fiori
Respira dentro, respira fuori
Respira il seme, respira il frutto
E il tuo respiro si unisce a tutto. (2)
La poesia risveglia l’attenzione verso noi stessi, verso gli altri e verso tutte le cose che ci circondano.
Ci rivela che la parte più originaria e pura di noi stessi è collegata alla parte più originaria e pura di tutto l’universo. La poesia risveglia l’attenzione verso ogni più piccola creatura la vita offra al nostro sguardo e al nostro ascolto, non ci fa sentire soli e ci dona la possibilità di sentire l’altro, di ricongiungerci alla sua anima e all’anima del mondo per vibrare insieme.
Bisogna avere gli occhi dei passeri
Per mettere a fuoco certi esseri
Bisogna muoversi a piccoli passi
Farsi silenziosissimi e dimessi
Cercare di capire da lontano
L’attimo, per avvicinarsi piano
Poi restare semplicemente fermi
Così vicini da scoprirsi inermi
Vibrare insieme, accogliere il suono
Ringraziare e custodire il dono. (3)
La poesia può portare soccorso a noi stessi e al mondo. Forse non salva e non cura, ma può soccorrere.
Soffia sulla ferita, soffia come
quando soffi forte forte un soffione
e pensa, pensa a tutti quei frammenti
che volano via nell’aria, non senti
che il dolore, mentre tu stai soffiando
come un soffione si sta frammentando?
soffia sulla ferita, soffia come
quando soffi forte forte un soffione
e pensa, pensa che non c’è più niente
è svanito nell’aria lentamente. (4)
In un mondo anestetizzato dall’individualismo, la poesia accoglie l’altro, le voci di chi non ha voce. Può essere una forma di resistenza etica e pacifica di una lingua che si prende il tempo per mettersi in ascolto dell’altro, senza fretta, con lentezza, da contrapporre all’invasione di un linguaggio dominante basato sulla rapidità di sopraffazione attraverso le parole, sul parlarsi addosso e sull’aggressività che non lascia tempo alla riflessione.
Una pietra aspetta sulla riva
forse oggi arriverà un bambino
e forse la terrà un poco in mano
e lei si sentirà di nuovo viva
sarà come avere ali e piume
e anche piedi per saltare più forte
quando lui la lancerà nel fiume
tra tante pietre un tempo raccolte
e lo sa che non deve avere fretta
intanto prende il sole mentre aspetta. (5)
Credo che la poesia sia la più ecologica delle lingue e che nella poesia il respiro armonico dell’umanità possa trovare spazio, accoglienza, attenzione e ascolto, per contribuire a traghettarci verso un sistema di vita più rispettoso e costruttivo per noi e per la terra. Credo che la frequentazione di quei luoghi in cui il respiro trova spazio, attenzione e ascolto sia importante non solo per stare bene, ma anche per tenere acceso il nostro sguardo di meraviglia sul mondo, l’unico che può salvarci nei periodi più bui, nonostante tutto, e anche durante una pandemia, l’unico che può aiutarci a vedere con occhi nuovi il mondo, a trasformare la paura in opportunità di crescita e cambiamento, a ricercare nuove vie di salvezza e rigenerazione. (6)
NOTE.
- Conta dei silenzi da Amica Terra (Fatatrac 2015)
- Canto del primo respiro da Canti dell’attesa (Il Leone Verde 2015)
- Bisogna avere gli occhi dei passeri da Poesie nell’erba (AnimaMundi 2021)
- Soffia sulla ferita da Poesie nell’erba (AnimaMundi 2021)
- Una pietra aspetta sulla riva da Poesie nell’erba (AnimaMundi 2021)
- Estratto da “Respiro, narrazione e infanzia” di Sabrina Giarratana dal libro “Il senso del respiro” (Castelvecchi 2020, AA.VV., a cura di Luciano Minerva e Ilaria Drago

Sabrina Giarratana è nata a Bologna nel 1965 da mamma olandese e papà siciliano. È autrice di numerosi libri per bambini e ragazzi, tra cui Amica terra (Fatatrac, 2008), Selezione White Ravens 2009 della Internationale Jugendbibliothek di Monaco, La bambina delle nuvole, una storia del Sahara (Rizzoli, 2009), nato da un viaggio nei campi profughi Sahrawi di Tindouf in Algeria nel 2007, Poesie di luce (Motta Junior, 2014), vincitore del Premio Rodari nel 2015, Canti dell’attesa (Il Leone Verde, 2015), Poesie nell’erba (AnimaMundi Edizioni, 2021) vincitore del Premio Pierluigi Cappello nel 2021. Sempre nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo per adulti, La parola muta (Giulio Perrone Editore).