La poesia degli alberi,
antologia a cura di MINO PETAZZINI.
Recensione di LUCA ARIANO
In un’epoca dove fioriscono disparate antologie e cervellotiche mappature, Mino Petazzini ha confezionato un’antologia particolare e unica. Petazzini è il Direttore della Fondazione Villa Chigi che gestisce il Parco Villa Chigi, un’area verde sulle colline di Bologna di 28 ettari con filari di alberi da frutto, boschi di faggi e piante autoctone ed esotiche. Negli anni, un po’ per passione, un po’ per lavoro, Petazzini ha raccolto centinaia di poesie sugli alberi di tutto il mondo e, con Luca Sossella Editore, è nata questa interessante antologia. Si tratta di un lavoro immane, un libro di oltre mille pagine che raccoglie poeti di tutte le nazionalità e di tutte le epoche storiche. Il libro si apre con un testo di Giovanbattista Marino tratto dall’Orfeo che ci introduce subito alla materia. Non vi sono solo testi di poesie, ma anche di prosa, come per esempio un estratto da un racconto di Francesco Guccini e tanti altri. La prima sezione Prologo degli alberi si apre con una poesia di Umberto Saba intitolata Alberi: “La colomba che preda la festuca / e la porta nel nido invidio, e voi/alberi silenziosi, a cui le foglie/ ben disegnate, indora il sole; belli/ come bei giovinetti, / o vecchi ai quali / la vecchiezza è un aumento! […]” Numerosissimi sono i poeti di questa sezione che si chiude con Kikuo Takano passando per tantissimi classici e contemporanei tra i quali possiamo citare Camillo Sbarbaro, Robert Frost, Emily Dickinson, Fernando Pessoa, Ezra Pound, ecc. Si tratta di una sorta di prologo che termina con un’ampia bibliografia per approfondire sia i poeti sia le opere da cui sono tratte le poesie. L’antologia prosegue con poesie dedicate agli alberi in ordine alfabetico, dall’Abete alla Vite. Per ogni albero c’è una piccola introduzione che aiuta a conoscere la pianta e poi vi sono poeti e scrittori che hanno scritto su quell’albero o arbusto. Decine sono i poeti, prevalenza hanno gli italiani ma non solo. Si parte dai classici latini e greci per arrivare ai poeti viventi italiani del Secondo Novecento come Fabio Pusterla, Umberto Fiori, Antonella Anedda. I classici del Primo e Secondo Novecento sono tutti presenti, dai già citati Sbarbaro e Saba passando per Giorgio Caproni, Vittorio Sereni, Eugenio Montale, Mario Luzi, Leonardo Sinisgalli, Franco Loi, Giampiero Neri, Attilio Bertolucci, Andrea Zanzotto e, naturalmente, Pier Luigi Bacchini. Di quest’ultimo sono numerose le liriche presenti e non potrebbe essere diversamente visti l’argomento dell’antologia e la poetica del poeta parmigiano ormai divenuto un classico e un punto di riferimento per tanti poeti contemporanei che si accostano all’argomento. Vi sono poesie da quasi tutte le sue raccolte tra cui gli haiku di Cerchi d’acqua: “Accanto all’angolo della casa / odorano / antiche primavere”. Non solo poeti italiani, come accennato, sono presenti in questa voluminosa antologia, ma anche poeti di tutto il mondo con una certa attenzione ai poeti orientali. Particolarmente importante l’indice, diviso, oltre che per la tipologia di albero, anche per Paese di provenienza dei poeti. Franco Pedrotti, nella sua prefazione, chiarisce le linee guida di questo lavoro e l’interesse da parte dell’uomo per gli alberi non solo in poesia, ma anche nell’arte e aiuta un po’ a capire il senso di questo lavoro molto interessante. In un periodo storico dove l’attenzione verso la natura e le specie vegetali, da parte dell’uomo sono venuti meno e certi equilibri che duravano da milioni di anni sono stati drasticamente interrotti e, in molti casi, rovinati per sempre, leggere una monumentale antologia di poesie e prose dedicate a questo argomento, ci fa capire quanto sia importante riscoprire una certa armonia e come la poesia, da sempre, abbia trattato il tema dei vegetali e delle piante assieme a tanti temi universali come la vita, la morte, l’amore. Questo libro si legge come un’enciclopedia della poesia dai suoi albori ai giorni nostri e ci aiuta a riscoprire, rivalutare, collocare nella giusta dimensione anche tanti poeti magari un po’ dimenticati o poco letti o classici intramontabili come Sandro Penna: “Ditemi, grandi alberi sognanti / a voi non batte il cuore quando amore / fa cantare la cicala, quando il sole / sorprende e lascia immobile nel tempo il batticuore alla tenera lucertola /perduta fra due mani in un dolce far niente? Anche a me batte il cuore eppure non sono io /del fanciullo vittima innocente.”