L’angelo ha forma di cane, poesie di Simone Zafferani

L’angelo ha forma di cane, poesie di Simone Zafferani.

    

    

Simone Zafferani (Terni, 1972) vive a Roma.
Ha pubblicato i libri di poesia Questo transito d’anni (Casta Diva, 2004), vincitore del premio Lorenzo Montano 2006, Da un mare incontenibile interno (Ladolfi Editore, 2011), finalista ai premi Sulle orme di Ada Negri 2012 e Laurentum 2012, e L’imprevisto mondo (La Vita Felice, 2015).
Sue poesie sono uscite in riviste, in plaquette e in antologie.
E’ autore del blog imprevistoverso.it

*

l’angelo
ha forma di cane
odore di tutti coloro che lo toccano
sapore di terra e attese, sonno e sospiri. Aspetta
un cenno di vita per andare
e resta immobile se
nessun segno appare. L’angelo veglia
con pazienza di biancospino, occhi liquidi,
rassegnato amore. E porta notizie d’amore. Sembra
che sappia tutto, tutto ciò che ci attende, e ce lo lasci fare.
Ha una suprema
immensa calma, eppure vive con passione,
in una quieta vicinanza, devotamente.

***

i primi a svegliarsi sono gli animali.
Chiamano a sé le cose, l’usanza
la prossimità. Fanno della luce
un cono prospettico dell’avvenire fiutando se la giornata
sarà buona, fedeli a una tessitura
che basta a se stessa, senza storia. Contano sulla fiducia
che nasce dalla ripetizione, eppure sempre scoprono
l’approssimazione – il senso della caccia
è nelle orme di chi caccia. Paralleli a noi,
ci precedono di poco in vita e ce la spianano
con gli esili suoni del mattino, dalle fondamenta.

***

eppure io giurerei che la pianura pianse
per quelle ossa di cane, per quelle scaglie lasciate a macerarsi.
Penso che abbia sospirato e socchiuso gli occhi
e forse chiesto a una sorgente sotterranea
di deviare il suo corso e andare a benedire
quel residuo di vita senza nome.
Avrà accresciuto il suo calore, si sarà assestata con piccole scosse
per far posto a quel nuovo venuto, perché l’anima non patisse
nessuna incertezza e nessun rimpianto
ma vedesse invece come la terra col suo caldo abbraccio
toglie peso al corpo e rilascia il perdono.

     

Dal libro “Da un mare incontenibile interno” (Ladolfi Editore, 2011)

                 

Diadema della febbre 005
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