Le motivazioni del poeta: Pierluigi Daglio.
Pierluigi Daglio, nato il 10 Dicembre 1963 a Novi Ligure. Fra i suoi interessi, la poesia del novecento, la pittura informale, l’architettura minimalista e la musica, in particolare il rock progressivo di cui è profondo conoscitore. Ha pubblicato alcune poesie occasionalmente su Antologie e molti dei suoi componimenti viaggiano da anni su internet. Scrive testi per canzoni.
Le mie poesie, molto vissute e sincere, mettono in luce le mistificazioni della società, ipotizzando l’esistenza di uno spazio onirico parallelo in cui rifugiarsi e liberare le proprie fantasie. Probabilmente sono un sognatore, mi piace vivere al limite della razionalità, con improvvisi sconfinamenti in una dimensione alternativa, in cui perpetrare scorribande sia manifeste che semplicemente immaginate. L’amore, la felicità, la solitudine, la brevità della vita, gli affetti familiari, il tempo che passa, l’attenzione per le piccole cose, l’importanza di cogliere l’attimo fuggente per riviverlo come ricordo o semplicemente come rimpianto sono i temi portanti della mia poetica, da cui parte il viaggio per tentare un’esplorazione più profonda dei sentimenti e dell’inadeguatezza dell’uomo moderno. Le mie liriche assumono una dimensione prevalentemente minimalista con un incedere lento, riflessivo e volutamente faticoso, che obbliga il lettore a soffermarsi e a pensare. Spesso iniziano con immagini brevi di due sole righe per poi articolarsi in strutture più complesse mano a mano che si procede verso il finale, costringendo il lettore a un maggiore sforzo sia lessicale che interpretativo, rallentandone intenzionalmente l’incedere. Questa struttura a complessità crescente dei testi può essere intesa come una metafora della vita, che dalla spensieratezza della gioventù si complica e diventa più ostica nel procedere degli anni. Negli ultimi tempi ho fatto anche alcune sperimentazioni poetiche ispirate al mondo del non-sense e dell’immaginazione. P.D.
Forza e coraggio
Seduto su un infame paracarro
di granito e serizzo in Via del Corso
stavo pensando alle mie miserie
a cose sul faceto e a cose serie
Passa veloce un barbone in bicicletta
con i capelli da rastaman vibration
mi guarda un po’ schifato e un po’ stupito
gridando poi a gran voce tra la folla
forza e coraggio vecchio rimbambito
Così ad un tratto mi sovvien l’eterno
capisco tutto il mondo in un instante
le incongruenze della vita, le sue grane
evidenziate da quel filosofo geniale
Mi giro per risponder ma è fuggito
sulla sua bicicletta sgangherata
rimanendo come un bischero a guardare
io sono quello che deve sopportare
La vita è quella strana meraviglia
che vola via se si fa tutta d’un fiato
con delusioni di varia metratura
se si vuol anche far sfoggio di cultura
***
Quattro cose
Quattro cose io salvo della vita
l’amore, la gioia, la musica ed il vino
tutto il resto va e viene, ma che importa,
si scioglie al sole come neve del mattino
Quando arriva, l’amore ti conforta
e rende bello ogni tuo momento,
ma come un vento candido e leggero
spesso ti lascia solo sul sentiero
La gioia ti accarezza un solo istante
poi spesso la realtà si tramuta in abitudine
a volte anche in tristezza e isolamento
ma in quei momenti sei davvero grande
La musica ti prende da bambino
e ti accompagna per la vita intera
non cambia, come il vento della sera,
ma rischiara per sempre il tuo cammino
Il vino è come una specie di collante
ti rende vivo nei tuoi giorni migliori,
esalta amore e gioia, mitiga i dolori,
e ti consente di tirare avanti
le rime (in ordine accidentato) e la metrica sottolineano tutta la distanza che l’ironia è capace di interporre tra sé e il mondo
una piacevolissima lettura di lavori scritti da una persona che di certo non si prende troppo sul serio.
bravo