Le motivazioni del poeta: “Semplicemente” di Aurora Lissandrello

Le motivazioni del poeta: “Semplicemente” di Aurora Lissandrello

Questa rubrica si prefigge di scoprire, facendocelo raccontare dal creatore stesso dell’opera, cosa sta dietro alla nascita di una composizione poetica. Gli scrittori sono restii a fornire informazioni e chiavi di lettura di solito, quindi il valore di queste uscite allo scoperto è decisamente altissimo.

Lasciamo la parola in questo numero a Aurora Lissandrello e alla storia della sua vita:

Una breve presentazione di me: sono nata a Messina, nel 1931. Durante l’infanzia e l’adolescenza ho dovuto spesso adattarmi (ma era una festa) ad ambienti nuovi seguendo i trasferimenti del padre: Ancona, Torino, Palermo Roma, Catania, dove sposatami, mi sono fermata per circa 40 anni per attendere alla famiglia e all’impiego presso il 41° Stormo di Sigonella.

aurora1 In pensione, dal 1995 sono residente in Noto. Come conseguenza degli anni difficili trascorsi a Roma durante tutto il periodo segnato dall’ ultimo conflitto mondiale, per motivi di salute ho lasciato gli studi scolastici, ma ho sempre coltivato con passione il mio amore per le lettere e per la poesia in particolare. Fra i poeti che ebbi cari nella mia prima giovinezza figurano il Pascoli, non ne comprendevo i limiti, ma ne sentivo la sofferenza d’ animo, quella foresta scura da cui salivano le espressioni più elevate della sua poesia. Il Pascoli de “La mia sera”, del “X agosto”. E naturalmente mi innamorai del Leopardi, specie negli “Idilli”, della sua acuta capacità di sofferta introspezione, del suo elevarsi al di sopra della realtà “nei sovrumani silenzi e profondissima quiete” degli interminati spazi dell’ “Infinito” Erano sentimenti molto vicini al mio sentire, al mio stato d’animo. E poi il Foscolo, e la scoperta del Montale e di Ungaretti, della loro nuova scuola, di cui era già un inizio la poetica nuova, sintatticamente più libera del Leopardi. Una poesia non solo estetica, ma volta a rendere l’interiore con espressioni intense e stimolanti, scarni di sovrabbondanza decorativa; un linguaggio nudo, essenziale. Ciascuno di questi poeti mi ha insegnato qualcosa nel mio faticoso e non originale “noviziato poetico” , iniziato solo dopo la pensione, concluso il mio ruolo di figlia, di madre, di moglie. Sono, i miei, versi che nascono da un sentimento che cerca corrispondenze armoniche nella semplicità ritmica del respiro quotidiano, tra gli affetti e la memoria tessuta di immagini, di gioie e dolori umani. Una necessità dell’ anima di richiamare eventi alla memoria come legami necessari alla vita; un mondo immaginale intrecciato di desideri e rimpianti, di attimi irripetibili, di impronte fissate nella materia di cui è fatta l’ anima. Così nasce la poesia dedicata a MIO PADRE, come altre che ho dedicato ai volti della mia famiglia.
Il dolore è stato spesso presente nella mia vita e a volte esso si esprime nella mia poesia in delicato equilibrio tra l’ indicibile che viene tratto fuori e l’ armonia che lo risolve nella matura e serena accettazione che trasforma l’inquietitudine in poesia, in dono e in preghiera che consola e salva. Così è nella poesia SERA dove la dolcezza armoniosa, liberatrice, struggente del tramonto prossimo alla notte lenisce la tristezza o in altre poesie, dove è l’ incanto e la bellezza della natura a confondere il dolore sciogliendolo in un canto d’ amore – Nessun artificio stilistico nei miei versi, non ne sarei neppure capace, solo la nuda essenzialità e l’intensità dell’emozione .

*


A MIO PADRE

Come immagine perduta nella sera,
scolora e con me muore
il ricordo di te: colma d’ ombre
il tempo i luoghi della memoria
e i giorni, la casa bianca
che ridea di luce e della festa
dei tuoi ritorni. Ma così tanto
ancora di te resta in me
che in porto mi conduce.

E’ una presenza che con me
cammina, indistinta da me,
che fino in fondo ad ogni fibra
sento: calda linfa
che nutre ogni pensiero
e sentimento diviene,
canto, sorriso, pianto.
E’ questa forza
che per le vene scorre
e da te viene
per ignote vie.

Le debolezze mie sostiene,
questa presenza muta,
misteriosa e forte,
che ad incontrar la morte
oggi mi aiuta, come allora
con te lungo la via,
m’ aiutavano, padre, a scoprire
il mondo, i tuoi occhi buoni,
ridenti d’ ironia.

padre


SERA

Di cremisi e d’ oro
ad occidente si veste
la sera. Malinconica scende
nel suo talamo di tristezza
e la notte attende.
Respira quieto il mare,
abbandonato all’ onda
della marea che sale.
S’ apre l’ occhio fisso
del cielo ad osservare,
fra palpebre di nubi,
la terra che si oscura.
Un’ ansia di pianto, tenerezza,
preghiera l’ anima prende,
mentre la notte copre
i bagliori della sera.
Vagano nell’ aria bruna
i desideri che a un bisogno
rispondono del cuore:
fantasmi di impossibili amori
cercano la carezza del sogno.

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ARMONIA

Leggero si leva il canto dl vento
che fra i boschivi spazi le foglie
affascina con fruscii di seta,
e il canto dell’ acqua, che per i clivi
balza cristallina e ristora e disseta.
Un canto possiede la luna
che fra le nubi passa, pellegrina,
uguale al canto del fiore
che, in suo silenzio assorto, nel sole
si schiude e il suo gentile odore
effonde.
Non sai cosa sia quel canto
che il dolore illude e in dolcezza
l’ amaro confonde. Non è gioia,
tristezza, allegria: è la chiara
Armonia che si spande
dove quieta respira Natura.

A me oscuro viene il canto,
che nel profondo graffia e frisce,
all’ ombra chiusa e fra i sassi
del cuore dove nasce e mi nascondo.
Forse, se accanto all’ albero
sulla terra mi stendo,
come il fiore sarò: avrò radici
leggere e tenderò al sole.
S’ apriranno corolle d’ anima
e lievi fioriranno parole
vestite di silenzi e di attese.
E il mio canto udrai allora
d’ amore.

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SONO IL SASSO

Sepolto nel silenzio è il mio canto,
non sgorga in pianto la fonte del dolore.
Nel pantano del cuore s’ è persa
la perla lucente della mia tristezza.
Ho solo false gemme in mano
raccolte nel deserto della mente.
Avevano per me anche le cose,
le cime dei monti e le colline
nel lor mistero chiuse,
un intimo segreto, una silente voce.
Ora più non la sento.
Sono il sasso sul greto del fiume
consumato dal suo scorrere lento.

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5 thoughts on “Le motivazioni del poeta: “Semplicemente” di Aurora Lissandrello”

  1. Poesie intrise d’amore e delicatezze estreme. Il lirismo e il ritmo coinvolgono il lettore che ne rimane estasiato. Sapevo che Aurora fosse brava, ora la certezza si è rafforzata. ud

  2. Non scopro certo adesso Aurora, poetessa che appena ho cominciato ad apprezzare, ho subito voluto invitarle in Cenacolo e seguirla con l’attenzione che meritano i suoi versi: essenziali e delicati, melanconici ed armoniosi, limpidi e profondi, come se Aurora avesse voluto intrecciare dicotomie estreme con un ago di sottili fili d’oro, resistenti e lucenti,ed intendo dire con questo che i suoi versi scanditi dalla forza di un animo che ha raggiunto vette di saggezza e di equilibrio esistenziale così alte (che mi augurerei e che augurerei a tutti…), trasmettono un’intensa pacatezza che si risolve invitandoti ad immergerti completamente nella natura attraverso la purificazione un bagno panteistico di umiltà…guardando pure al divino!

  3. Grazie per questo lusinghiero commento , caro Giancarlo. Sai, io ho l’ impressione che il tuo giudizio sia anche suggerito da una sorta di rispettoso affetto per me, per la tua sensibilità e la tua capacità di leggere nel profondo dell ‘ anima delle persone. E me ne sento onorata e commossa. Grazie anche a voi tutti amici. Serena notte

  4. Sai ormai, Aurora, quanto sia la mia stima ed affetto per te, se mi credi, ma dopo la lettura di questi tuoi gioielli poetici, resto folgorato. Una persona che ti introduce nel suo intimo e ti fa scoprire pieghe del suo vivere, del tesoro dei suoi ricordi, senza maledire e senza provare rimpianti, ti educa e ti rasserena dinanzi a tutti i contrasti e contraddizioni. Tu dici di essere alunna di Leopardi e questo io te lo contesto perché il poeta di Recanati ha spesso maledetto il suo destino, tu ne sei scevra. Forse sei stata rapita dal fascino di alcuni versi che sono preghiere verso l’ignoto e l’infinito. Lo siamo stati tutti da giovani, ma poi è subentrato l’equilibrio e la filosofia dell’impegno per non essere sopraffatti dalle difficoltà.
    Da oggi ti vorrò ancora più bene.

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