L’evento conclusivo del “Premio Versante ripido per poesia edita e inedita 1^ edizione 2019”, reportage di Paolo Polvani.
Versante ripido è nata da un incrocio fortuito di destini, e fin dall’esordio ha avuto chiara la sua missione: offrire ai poeti uno spazio di visibilità, favorire la diffusione e la conoscenza della poesia. Leggiamo spesso nelle interviste che la poesia viene ignorata, bistrattata, relegata ai margini. Bene, noi la rimettiamo al centro, le restituiamo l’importanza che merita. In questi anni abbiamo pubblicato alcune centinaia di poeti, organizzato letture pubbliche, ci siamo persino inventati editori di poesia. Proporre un premio è soltanto una delle possibili prosecuzioni alla attività che ci siamo scelti, una fruttuosa ramificazione.
Dunque sabato primo giugno siamo riusciti a portare al traguardo questa nuova impresa. Il bilancio è positivo. Già dalla scelta dei giurati percepivamo l’importanza di favorire l’incrocio di destini, far incontrare e collaborare persone che probabilmente si conoscevano virtualmente, ma che mai si erano incontrate nella realtà.
Abbiamo ricevuto libri da settantaquattro autori e sillogi inedite da cinquantadue. Siamo rimasi piacevolmente sorpresi nel ricevere libri e testi di autori conosciuti e di ottimo livello, e sappiamo che la giuria ha incontrato non poche difficoltà nello stilare una classifica.
Il giorno della premiazione il Costarena finalmente risplende del sole di una prima giornata estiva. Per alcuni è il momento di passare da una conoscenza virtuale ad un incontro reale, così ricorre più volte una frase che ricorda gli algoritmi, e siamo fortunati a poter realizzare quel famoso auspicio del giovane Holden: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”.
Così ora alcuni nomi si materializzano nel fascino di ragazze, o signore, o nella sorpresa di autori che non riuscivamo a immaginare.
La cerimonia di premiazione è stata preceduta da una lettura corale dell’Infinito di Leopardi da parte del direttivo di Versante ripido, ci siamo così uniti ancora una volta alle celebrazioni per il duecentesimo anno dalla sua composizione. Chi pensava, come me, che il povero Giacomo si sarebbe rivoltato nella tomba nel sentire strapazzata una delle sue creature più belle, si è subito ricreduto di fronte all’emozione, all’intensità delle voci che riprendevano un verso, ne sottolineavano la profondità, ne restituivano una bellissima e originale rappresentazione.
Dopo i saluti di rito della presidente Claudia Zironi, la cerimonia veniva presa per mano da Silvia Secco ed Enea Roversi, con la semplicità, la spontaneità, la bravura che riconosciamo a entrambi. All’esito finale abbiamo già dato pubblicità e risalto. e ci pare superfluo ricordare che una classifica finale doveva pur esserci, ma che questa non rappresenta una scala di valori In futuro sarebbe bello premiare tutti a pari merito e riconoscere a ognuno l’importanza del suo lavoro, della sua ricerca e impegno.
Sezione edita e inedita hanno visto avvicendarsi sul palco i loro eroi di un giorno. L’eroismo della poesia si dispiega nel quotidiano drizzare le antenne al cospetto della realtà. La lettura delle poesie è a cura di Emanuela Rambaldi, che ancora una volta ne valorizza le pieghe nascoste, senza enfasi, con la partecipazione di chi la poesia la ama e la vive. Le composizioni musicali del bravo Alessandro Baro hanno scandito la successione delle letture. I momenti di convivialità sono risultati altrettanto preziosi e importanti. Noi crediamo che favorire gli incontri, favorire la nascita di nuove amicizie sia un gesto politico. Una situazione di solitudine è quanto ci regala un sistema in cui la competizione ci rende tutti possibili rivali e quindi potenzialmente nemici. Così riunirsi intorno a una passione scoprire percorsi comuni, ci fa sentire meno soli, più combattivi rispetto a una realtà che sempre più degrada verso il basso, incantata dal richiamo di paura e odio frutto di propaganda e mistificazione.
Fabrizio Bregoli durante la lettura seguita alla premiazione ha letto una poesia molto bella, e un verso mi ha particolarmente colpito (cito a memoria e l’autore non me ne voglia se sbaglio): “Poesia è questo porgere le mani”. E’ esattamente questo gesto di fiducia, di apertura, che ha contraddistinto l’intera giornata. Era quello che volevamo: favorire gli incroci di destini, la nascita di conoscenze e amicizie, di scambi, di relazioni umane e poetiche, di collaborazioni. Una rete, un barlume di comunità. perfettamente in linea con gli scopi per cui Versante ripido è nata.
Qui potete trovare i nomi dei vincitori:
E queste sono le foto dell’evento di premiazione:
Immagine di testata: Alzando lo sguardo al cielo, Lara Steffe, 2012
Una gran bella serata. Una rievocazione lucida e commossa. Un manifesto di intenti.