L’ironia è una cosa seria, rubrica di Natalia Bondarenko: Luca Zaro.
Benvenuti nella rubrica che parla di cose serie: parla d’ironia. Perciò, benvenuti nell’ironia. Entrate dentro senza diffidenza e senza pregiudizi. Sorseggiate la leggerezza utile a nascondere (magari, per pudore) la profondità della vita, usate la vostra immaginazione e cercate di non prendervi troppo sul serio perché in questo spazio c’è posto per qualsiasi espressione ironica e anche quella, ancor più rara, autoironica: esagerata, colta, improvvisa, spumeggiante o docile e lirica. Niente satira però. Quest’ultima avrebbe bisogno di una rubrica a parte.
Benvenuti nello spazio dove non troverete mai le poesie di Sanguineti, Szymborska o Bukowski. «Vabbè», direte voi, «non sarebbe mica male?» Ma di loro è già stato detto/scritto tutto e anche di più. Infatti, non c’è niente di nuovo, nessuna novità sconvolgente, nessun miracolo letterario, niente di codificato come 2.0, perché la poesia ironica esiste da sempre. Ma c’è una percentuale minima di poeti che la scrivono. Perciò, benvenuti nello spazio di pochi, scelti… e viventi!
(Come vedete, la battuta vale non solo per i pittori…) N.B.
L’ospite di questo mese è Luca Zaro: lingua e linguaggio non solo poetico.
Un video può avere un suo linguaggio? Può essere una poesia, un racconto, un aneddoto o un saggio? Può parlare, manipolare, preservare? Sicuramente può umoreggiare rumoreggiando o (se vi piace di più) rumoreggiare umoreggiando.
Gli umori di Luca Zaro fanno rumori sinistri, avversi, funesti, minacciosi, scassanti, allarmanti, spiritosi, schizzati ed ironici (se avete conoscenza di altri improbabili sinonimi – potete aggiungerne a questo elenco un’altra vostra dozzina a piacimento).
È veramente sorprendente il ritmo delle immagini accompagnate dai suoni e dai rumori. La sincronia è perfetta. Sembra che l’autore voglia stupirci con l’unicità e anche con la bellezza delle cose ben fatte. Egli ripete incessantemente il suo volto senza stancarsi, anzi proponendosi da varie angolazioni e in vari possibili abbigliamenti. Per puro esibizionismo? Fare bella mostra di sé, come potrebbe sembrare? Potrebbe, ma non è sicuro. Intanto, nel momento stesso in cui si pensa una cosa del genere, ci si accorge che lo scopo è un altro. Infatti, alla domanda come gli è venuto in mente di fare questo video, lui risponde con una certa timidezza: “Stavo davanti alla webcam e iniziai a fare le facce e scattare le foto. Per gioco. Poi ho montato il video usando il sistema Mirror e ho inserito alcuni rumori e cigolii preregistrati con il registratore dal vivo”.
Infatti, quello che Luca Zaro sembra ci voglia dire in questo suo video, è che ognuno di noi, lo voglia o no, si trova a fare i conti con la propria cangiante personalità, si trova a sottostare al suo vertiginoso ritmo e non può far niente per fermarlo. Anzi a volte sembra proprio che il soggetto, nel caso specifico lui stesso, ci prenda gusto e nella ripetizione dei gesti e delle smorfie si compia il suo destino più giocoso. Sì, perché il prodotto finale è anche un gioco… un piacevole gioco. Chi di noi non ha provato a fare allo specchio le facce e le smorfie? Magari non visto, magari quando si vorrebbe cambiare umore o per atteggiarsi ad essere qualcun altro.
Si capisce anche che il parlare di se stesso non aumenta la sua figura, non la ingigantisce, ma anzi, la stravolge, la sconvolge, che è l’antidoto migliore per dichiarare la propria poetica. Sì, perché se la poesia in definitiva è sollecitare le emozioni, le più diverse, questo video è poetico in tutti sensi fino in fondo. Lo è, anche e soprattutto, perché il prodotto finale è marchiato di una evidente autoironia.
Infatti, in molte parti il video fa ridere. E non solo: il video spesso sconfina direttamente in una risata sincera e il risultato è evidente già nel titolo: “R-umori sinistri”. È proprio l’ironia a dominare tutte le sue creazioni, incominciando dalla scultura e finendo con i video. Luca Zaro sicuramente è un artista ‘tuttofare-multiforme’.
Qualche informazione su di lui? Non c’è problema, basta attingere dalla sua auto-biografia, naturalmente ‘stile Luca Zaro’: “Uomo bianco caucasico, daltonico. Altezza: metri 1,88. Impronta ecologica: ettari 1,4. Autodidatta. Nato a Udine nel 1964. Ha partecipato a diverse mostre di qua e di là e bla, bla, bla… Nel tempo ha realizzato oggetti vari, installazioni, disegni a china, video, golfini per i sassi, collage e bla bla bla. L’indagine artistica dello Zaro scaturisce da bla, bla, bla.”.
Il video è stato presentato durante ORCHESTRAZIONE #21 (Portogruaro) nel 2013: https://www.youtube.com/watch?v=1y3hpkqPAXc&feature=youtu.be