L’ironia è una cosa seria, rubrica di N. Bondarenko: Di Lorenzo e Gaeta

L’ironia è una cosa seria, rubrica di Natalia Bondarenko: Francesco Di Lorenzo e Ferdinando Gaeta.

   

   

Benvenuti nella rubrica che parla di cose serie: parla d’ironia. Perciò, benvenuti nell’ironia. Entrate dentro senza diffidenza e senza pregiudizi. Sorseggiate la leggerezza utile a nascondere (magari, per pudore) la profondità della vita, usate la vostra immaginazione e cercate di non prendervi troppo sul serio perché in questo spazio c’è posto per qualsiasi espressione ironica e anche quella, ancor più rara, autoironica: esagerata, colta, improvvisa, spumeggiante o docile e lirica. Niente satira però. Quest’ultima avrebbe bisogno di una rubrica a parte.
Benvenuti nello spazio dove non troverete mai le poesie di Sanguineti, Szymborska o Bukowski. «Vabbè», direte voi, «non sarebbe mica male?» Ma di loro è già stato detto/scritto tutto e anche di più. Infatti, non c’è niente di nuovo, nessuna novità sconvolgente, nessun miracolo letterario, niente di codificato come 2.0, perché la poesia ironica esiste da sempre. Ma c’è una percentuale minima di poeti che la scrivono. Perciò, benvenuti nello spazio di pochi, scelti… e viventi!
(Come vedete, la battuta vale non solo per i pittori…) N.B.

Gli ospiti di questo mese sono Francesco Di Lorenzo e Ferdinando Gaeta con il loro “Dizionario dei perfetti”.

    

Ideali sociali e democratici novecenteschi…
Siamo ad una certa distanza dai movimenti di massa del secolo scorso, che sono stati molto spesso utili e liberatori; movimenti operai, studenteschi, femministi e antirazzisti… Oggi abbiamo black bloc, canale 5 con Belpietro e Barbara D’Urso, qualche vegano che sputa nel nostro panino con il prosciutto e altre piccole realtà abbinabili alla parola “bullismo” e non si capisce in che materia vogliono affermarsi. È giusto chiedersi cosa c’è di ironico in tutto questo contesto?
Il tema del Comunitarismo mi ha fatto patire davvero. Ma scavando un po’ nella mia libreria casalinga, ho trovato un libro che mi ha aiutato a schiarirmi le idee. Vi ricordate quei due raccontini ‘francesi’ (“Madame Bovary e Gustave Flaubert” e “Yves Montand e Simone Signoret”) già pubblicati su Versante Ripido tempo fa, presi dal libro “Coppie” di due autori napoletani Francesco Di Lorenzo e Fernando Gaeta?
Questa volta si tratta del loro primo libro scritto insieme, che si intitola “Dizionario dei perfetti”.
“Fu scritto per gioco, mentre si tentava di scrivere cose molto più serie…” dice Francesco Di Lorenzo. Insomma, mentre si scrivevano articoli contro il degrado ambientale, i due autori si ritagliarono uno spazio per la fantasia, lo scherzo, l’ironia e la satira. Il libro una volta finito restò nel cassetto per parecchio tempo. Poi, quasi per caso, è finito nelle mani di una giovane casa editrice napoletana, la Homo Scrivens, che non solo ha apprezzato il gioco letterario ma ha anche pubblicato e diffuso il testo con un discreto successo.
Ma tornando al discorso che ci interessa di più… una caratteristica del libretto è certamente un voler giocare con la parole e in alcuni casi si è trattato di veri e propri giochi linguistici. Un prendere in giro e giocare sull’effetto che offre la caratteristica che ognuno vorrebbe o pensa di avere: la ‘Perfezione’. In pratica, si tratta di una Perfezione che è proprio il contrario di quello che appare, e cioè… una grande Imperfezione. L’imperfezione però simpatica.
Piccoli raccontini con i titoli orecchiabili: Il perfetto amico, Il perfetto imbecille, Il perfetto camionista, Il perfetto Papa… e a volte bastano solo i titoli per aprire le porte ad una curiosità sfrenata che vi permette di leggere questo libro in poche ore.
E per finire… Sappiamo benissimo che l’ironia non sarebbe completa se non ci fosse un’arma potente come l’autoironia, che si nota nelle righe in tutte le sue sfaccettature. Ecco la prova:

Il perfetto scrittore inesistente

Fa il distaccato, il superiore. Dice che del successo non gliene importa niente, roba per arrivisti e leccaculi (mezze cartucce).
Solo se messo alle strette, alla fine, confessa: vorrebbe esistere, essere importante, essere considerato il migliore di tutti. Ma poiché nessuno lo fila, allora per ripicca cerca di passare inosservato e di non farsi riconoscere. A volte, si mimetizza mettendosi in coppia, così degli insuccessi potrà sempre incolpare l’altro. In questo caso, essendo pigro, ha anche il vantaggio di scrivere solo mezza frase lasciando che l’altro la finisca. Una bella pacchia.
Il massimo della perfezione però, (ma è anche un problema che sfiora il dramma) lo raggiunge quando esiste veramente e si trova inserito nell’enciclopedia degli scrittori inesistenti.

Questo libro non ha bisogno di essere introdotto da molte parole perché lo capirete leggendo alcuni raccontini qua sotto: ognuno si presenta e parla da sé.

     

IL PERFETTO CAPITALISTA

Non stupitevi se a casa sua c’è una copia del Capitale di Carl Marx. L’acquisto fu un errore dovuto al titolo. Lo comprò pensando di aver trovato l’agognato manuale che insegnava a fare i soldi. Quando gli fecero notare lo sbaglio ci rimase male, cercò di rivenderlo ai suoi amici ma non ci riuscì. Allora lo buttò da una parte e non volle più toccarlo.
Adesso non ricorda nemmeno di averlo. Seduto di fronte alla libreria, ogni tanto lo colpisce il colore della copertina. La cameriera nel vederlo fa un sorriso ironico, lei conosce l’edizione a fumetti.

    

IL PERFETTO EX MILITANTE COMUNISTA

Adesso nella sua vita c’è la certezza di aver sbagliato tutto. Di conseguenza sa che deve cambiare e si impegna al massimo.

      

IL PERFETTO INDIFFERENTE

Imperturbabile, lascia che gli eventi gli passino accanto. Guarda il fiume scorrere, le estati passare, i fiori sfiorire, la moglie ingrassare, la figlia laurearsi…
Se anche gli dite che è scoppiata la guerra, non si scompone. Ne prende atto ma non si pronuncia al riguardo.

    

IL PERFETTO OPERAIO

Non si fa prendere in giro. Se pure gli assicurano che la fabbrica è anche sua, non ci crede.

    

IL PERFETTO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

A dispetto del nome, non chiede mai consigli a nessuno. Né ai ministri né ai deputati né al presidente della Repubblica, il che non è affatto grave. Il problema è che non chiede consigli ne- anche alla moglie, e quindi capita spesso che esca di casa con le mutande non abbinate ai calzini e con i pensieri non aderenti alla realtà.

     

IL PERFETTO RAZZISTA

Non fa mai storie sul colore della pelle. Bianchi o neri, per lui è lo stesso. Basta che siano cotti a puntino.

*

    

Gli autori:

Francesco Di Lorenzo ha pubblicato vari testi scolastici e racconti su riviste e antologie. Ha pubblicato i libri: Ministri-Pubblica Istruzione (Uppress, Bologna, 2012), “Dizionario dei perfetti” e “Coppie” (Homo Scrivens, Napoli), un E-book di racconti “Romanzetto familiare” . Collabora con Fuoriregistro, rivista online di cultura e cronaca scolastica. È redattore della rivista cartacea “Psicologia e lavoro”.

Ferdinando Gaeta ha partecipato a diversi volumi tra cui “Forza Napoli! Una vita in azzurro” (Giulio Perrone, 2013), “Dei trenta e più modi di perdere l’ombrello” (Homo Scrivens, 2013), “Nanoracconti” (Homo Scrivens, 2015), “Napoli in cento parole” (Giulio Perrone 2014).

Entrambi curano il sito letterario ‘Il Candelaio’.

www-mondadoristore

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