Loredana Borghetto.
Benvenuta Loredana, ci dici qualcosa di te?:
Mi chiamo Loredana Borghetto. Sono nata a Treviso, nella “marca gioiosa”, dove ho condotto i miei studi fino al diploma delle Superiori. Mi sono laureata in lingua e letteratura italiana all’Università di Padova.
Da una trentina d’anni vivo in provincia di Belluno, nel mitico scenario delle Dolomiti (I monti pallidi), tra paesaggi che sono “poesia”.
Ho insegnato in un Istituto Superiore del Capoluogo, fino a qualche anno fa.
Ci racconti il tuo percorso poetico ?
Grazie al mio curriculum scolastico e alla mia attività di insegnante, ho “frequentato” da sempre Dante e Petrarca, Foscolo e Leopardi, Montale e Ungaretti, Quasimodo e Saba, Luzi e Sereni…..Da sempre mi sono mossa tra allegorie e metafore, tra litoti e metonimie, tra ossimori e sinestesie, tra chiasmi ed inversioni….Per questo mi piace pensare di essere stata “necessitata” alla poesia, anche se ci sono arrivata da poco, quasi inavvertitamente.
Come scrivo una poesia(parola troppo grande per i miei scritti)? Ebbene, succede che un’immagine, uno sguardo, una sensazione, un pensiero… mi “si appiccichino addosso” e non riesco a scrollarmeli finché non li trasformo in parole, in immagini…in versi.
Vivo la poesia come un “vizio” coltivato quasi in segreto, con pudore, un vizio che mi procura piacere quando mi sembra di aver trovato la perfetta (?!) alchimia tra significato e significante, tra parola e musicalità…. Spesso mi propongo di abbandonare questo vizio, ma non ci sono ancora riuscita.
Cosa pensi dei concorsi di poesia e letterari in genere ?
Ammesso che siano organizzati con serietà, i concorsi di poesia e letterari in genere possono essere una vetrina in cui chi lo desidera si propone e/o si misura con altri autori. Per chi ha interesse è senz’altro un motivo di vanto poter inserire nel proprio curriculum la partecipazione e/o la segnalazione in qualche concorso.
Personalmente considero più stimolante un confronto leale, aperto tra autori, confronto in cui ognuno spassionatamente esprima le sue valutazioni (anche negative) sull’opera in esame ed eventualmente proponga soluzioni alternative, che potranno essere accettate o meno dall’autore, ma che in ogni caso stimolano un processo di autocritica. Sono dell’avviso, però, che questa via non sia facilmente percorribile, per mancanza di tempo ed anche a causa della reticenza narcisistica tipica di poeti e artisti in genere.
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Tre poesie di Loredana Borghetto:
Frammenti di vite
Una grinza calcarea
nel pallido gigante
culla
case addormentate
aspettando
improbabili risvegli.
Ragnatele di crepe
su muri vissuti
imprigionano
il buon odore
di semplici certezze
germogliate sotto il cristallo
fragile del cielo.
Ciuffi di erica
tra cardi selvatici
leniscono
le piaghe della fatica
istoriate in quel mondo
di pochi passi
aperto al soffio
infinito della montagna.
In una corte
un carro abbandonato
alza al cielo
le sue inutili braccia
invocando ritorni
per ricominciare
l’antica avventura.
***
Dedicata a un ranuncolo
Ha acceso una luna
su un angolo di vita
impacchettata d’ombre
un ranuncolo spuntato
sul ciglio liquido del buio.
Ha oscurato annoiate ossa
sotto abiti trasparenti,
nodose architetture
stanche di resistere,
pietre levigate
dalle lacrime del tempo.
Ho sparso polline di luce
sui petali del ranuncolo
arpeggiando melodie d’amore
che conducono nei prati
dove fioriscono le stelle.
***
Alba d’inverno
Un rossore liquido
macchia la purezza
dell’alba d’inverno.
Una luce fasulla
come olio fine
macera le ore
che si sciolgono
in un tramonto
di fuliggine
raffreddata.
Visualizzo la staticità della non vita, provo tenerezza e gratitudine per il ranuncolo, dipingo l’alba d’inverno…grazie delle tue poesie
Hai saputo cogliere il significato più recondito dei miei versi ed hai operato una mirabile sintesi.
Grazie Luigina
forse il mio piccolo bagaglio culturale non mi permette di raccogliere tutta la cifra della tua poetica. Tuttavia, e forse per questo motivo, Alba d’inverno è la poesia che più mi affascina, ma anche in Frammenti di vite, – per il mio sentire – la chiusa con quell'”invocare ritorni” è veramente efficace. Grazie! Luciano
Grazie Luciano. Molto probabilmente non sono riuscita a comunicare quello che avevo negli occhi,nella testa e nel cuore. Per esempio in “frammenti di vite” (ma forse il titolo é poco efficace) volevo descrivere uno dei tanti paesini abbandonati sui crinali o sulle valli delle Dolomiti (i monti pallidi). Grazie di aver letto le mie “minuzie” e di aver voluto postare il tuo commento.
Alba d’inverno ha la bellezza di un acquerello semplice e pulito
ma intensissimo.
Luigi,ho molto apprezzato il tuo commento. In effetti era quello il mio intento e sono felice che tu lo abbia colto. Grazie, grazie!