Love poems di Alessandro Canzian.
Alessandro Canzian (1977), vive e lavora a Maniago (Pordenone). Collabora a varie riviste e blog (tra questi il blog della RAI di Luigia Sorrentino). Nell’ottobre 2008 ha fondato la Samuele Editore. Come autore ha pubblicato Christabel (Ed. Del Leone, 2001), La sera, la serra (Mazzoli, 2004), Canzoniere inutile (Samuele Ed. 2010, pref. di Elio Pecora, di cui un testo su “Tuttolibri” nel 2007 con critica di Maurizio Cucchi), Cronaca d’una solitudine (Samuele Ed. 2011), Luceafarul (Samuele Ed. 2012, prefazione di Sonia Gentili) e il saggio su Claudia Ruggeri: Oppure mi sarei fatta altissima (Terra d’ulivi 2007). Con la stessa editrice e nello stesso anno del saggio ha pubblicato Distanze, una collaborazione fotopoetica con Elio Scarciglia. Ha partecipato a varie rassegne letterarie. Nel 2013 Alessandro Agostinelli lo inserisce tra i poeti italiani nell’articolo “Penisola dei poeti” uscito nell’Espresso.
Love poems
Perderti è stata una mia colpa.
Eppure ora mi chiedono le tue
poesie, qualche foto, magari
delle copertine. S’immagina
dovrebbero esserci i tuoi occhi
nelle foto, le tue gambe
in quelle un po’ più spinte o
le tue mani, tanto fa lo stesso.
*
Dicono che un poeta non dovrebbe
mai scrivere d’amore. Non oggi
almeno, che piove, che la crisi
ci uccide nelle aziende. È chiaro
che questa non è poesia d’amore.
È solo la mia mancanza
ogni giorno d’una tua parte.
*
Oggi mi mancano le tue
ginocchia, ieri i gomiti, l’altro
ieri la tua spalla destra
e ancora prima quella sinistra.
Domani non so quale malattia
o sorriso di te mi mancherà.
O quale passo, quale neo, o
quale modo di lisciarti i capelli
per far scendere la pioggia.
*
Curo la casa come tu fossi
con me, spazzo la polvere,
ti chiedo d’aiutarmi con lo
straccio, ma tu non rispondi.
E prendo anche il tuo sedere
tutto tra le mani ma tu
non dici nulla, non dici
“dobbiamo lavare a terra, dai”.
*
Eppure così tu mi manchi.
Come nemmeno sai, il fianco
chiaro di mattina, la pelle scomparsa
alle lenzuola ed una pioggia
che fa tutta la giornata. Così mi
mancano le dita dei tuoi piedi,
il contarle che non ne manchi una
che sia una disgrazia trovarti nuda
ma diversa ogni mattina.
E non riconoscerti al risveglio.
*
Questa vita è una via Mamaluch
dove fin da bambino passavo
per fare spesa alla Standa.
È il suo muro lungo e grigio
fatto di lucertole e telecamere
che nemmeno so se accese.
Ci passo anche oggi, senza te.
E nemmeno faccio la spesa.
*
La dolcezza e il gusto, l’odore.
Se mi chiedessero cosa provano
le mie mani alla tua assenza
direbbero esse stesse che è la pelle
ciò che più mi manca, il fiato
dei capelli, l’orrore degli affetti.
La colpa non basta a cancellare
come dovrebbe la tua mancanza.
delicate, tenere, dolcissime e tristemente doloranti ( scusa la banalità del mio dire ) queste poesie d’amore.
grazie per questo regalo che ci fai.
Grazie a te del commento
Altri versi:
http://alessandrocanzian.wordpress.com/2013/11/05/love-poems/
http://alessandrocanzian.wordpress.com/2013/11/29/erotic-poems/
http://alessandrocanzian.wordpress.com/2013/11/25/al-supermercato-un-lunedi-mattina/
http://alessandrocanzian.wordpress.com/2013/12/02/trieste-e-una-donna/
“Dicono che un poeta non dovrebbe
mai scrivere d’amore”
Infatti non sono poesie d’amore, l’atmosfera è statica, dolorosa e piena di rimpianto.
Molto belle insomma 🙂
caro Alessandro..adesso capisci che si scrive d’amore quasi sempre quando finisce..in amore non si ha tempo per scrivere..
Daniele
Vero Daniele vero….