Fiulin sperso in una notte, poesie di Luca Ariano.
Hai dovuto lasciarlo ancora il mare:
da un anno non lo vedevi così,
con la luna che inargenta l’acqua…
i tuoi passi sui sassi,
il corpo immerso nell’azzurro
e quell’appartamento simile.
Ora pensi a lei, alle sue gambe
da intrecciare, al suo sguardo
riccio di lunghi baci.
L’avevi in mente mentre dall’auto
entrava il profumo delle notti d’estate,
lì nel frattempo l’Amalia partoriva;
Emilio avresti voluto essere il padre?
Il tuo amore mai lo saprà
ma tu Enrico l’hai capito
quando Fiulin ti raccontava
dell’odore dei moscioli, della paura
di dimenticare il sapore.
***
Era l’anno dei mondiali,
quelli dell’Ottantadue
e voi eravate al mare Fiulin.
Giggino ti prendeva per mano
sulla spiaggia… giocava nell’acqua.
Una vita davanti… un mutuo,
una nuova casa e per te
tutto da scoprire.
Oltre trent’anni dopo siete lì:
prendi la sua mano nelle passeggiate,
lo sguardo lontano.
Ancora conchiglie e detriti portati
dalle onde ma non è tempo di coglierli.
Questa notte Fiulin pensi a Rosa,
a quelle spine che ti hanno graffiato
la pelle colorata di sole…
domani vedrai un’alba da regalare
in una foto: chissà se mai lei sarà lì?
Pensi ad un abbraccio mattutino…
ad un bacio lungo una stagione.
***
Fiulin sperso in una notte
senza la tua bicicletta:
ti sei visto in un film neorealista.
Era il vostro sogno pedalando
in notti d’estate con Rosa…
il tuo respiro affannoso verso casa,
di corsa sulle scale, poi teneri abbracci.
Ancora aspetti quella colazione,
il profumo d’olio d’argan sulla pelle,
l’amore selvaggio sul copriletto.
Camminerete per le strade di Milano
– lì da dove sei fuggito –
su quei navigli letti in tanti versi,
dove immaginavi sere…
Ci sarà lei a tenerti la mano?
Ti bacerà in un autunno primaverile.