L’uomo nella follia tutto si squaderna, poesie di Marisa Cecchetti.
1)
“L’uomo nella follia
tutto si squaderna
ed esprime se stesso
libero” ripeteva Tobino
quando sedevo accanto al tavolino
dove Dante attendeva
vicino al Machiavelli
ed io me ne stavo
timida coi fiori in collo
che gli avevo portato .erano rose-
e lo ascoltavo
che parlava di legge centottanta
priva di infrastrutture
a accogliere i malati
-non più malati, all’improvviso
liberi di affogarsi
nei canali e nel fiume-
-Informi – diceva
posandomi addosso quegli occhi
staccati da scene lontane
e il volto già pallido
si rosava di luce.
Mi ritorna Tobino
quando incontro un volto
dagli occhi vuoti
che mastica frasi sconnesse
-cani senza padrone per strada
o serrati in casa
tana al delirio e prigione per gli altri-
2)
Ritorno dentro un pomeriggio caldo
pedalo nel viale
raggiunta dalle spezie del kebab
che rotola già cotto sullo spiedo
nella bottega a lato della via
ciangottii in lingua ignota
si affilano nel vento.
Dorme il palazzo dentro il sole,
le ortensie dell’aiuola
-una massa che investe la facciata-
si piegano sfiancate verso terra, un gatto
ha cercato riparo nella siepe
e ciondola la coda rilassata,
fila sottile e silenziosa
l’acqua della fontana.
Un urlo – un barrito – si fa corpo
massa concreta a nera dietro ai vetri
forza le stecche di metallo
sale lungo la gronda fino al cornicione
ed esplode nell’aria,
si dilata come fungo atomico
va ad oscurare il sole.
3)
Di notte nella fase
del primo sonno
-avevo visto un film quella sera
una fiaba d’amore
e stavo per sposarmi
con l’uomo che ho più amato
e lui mi voleva lo stesso
nonostante l’età
e il mio corpo ferito-
di notte uno sciacallo ha urlato
intorno a queste mura
e ha interrotto le nozze.
Era una voce non più umana
ma io ho riconosciuto
-prima di pronunciare il sì-
quel grattare di gola
che vomitava il male
come uscissero rospi dalla bocca
rospi che si gonfiavano nel buio
e schizzavano gli occhi dalla testa
e gli occhi partorivano altri rospi
che gracidavano forte verso il cielo.
Nel cielo zittito di spavento
schizzavano le stelle
e sfrigolavano folli
-mai visto a San Lorenzo-
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da Come di solo andata, Il Foglio edizioni 2013