Migrazioni di Narda Fattori.
I
fende la ruggine della prua le onde mollicce sottoriva
e con baldanza s’avanza dove il ventre è profondo
sul ponte Yusuf e Sahel ritmano sul tamburo
l’alba della savana lo scalpiccio dei buoi
dai fianchi magri e lo sguardo spento delle vacche
dalle mammelle vuote solo polvere rossa
non sopravvivrà nessuno loro hanno il cellulare
sanno cantare e ballare e le femmine li guardano avide
sono partiti Yusuf e Sahel con la carovana del nord
varcheranno il mare avranno donne bionde
con gli occhi azzurri e la pelle bianca e soffice
come la peluria delle gazzelle
sono sulla via della migrazione Yusuf e Sahel
e le attese inturgidiscono i muscoli del petto
e la sete e la fame e le spinte e gli sguardi irridenti
non spengono il bianco sorriso il tam tam del tamburo
dalla pancia del mare arriva il muggito del drago
che celato aspetta carne umana meglio se nera
sono partiti in duecento sono arrivati in cento
stremati senza voce senza un canto senza pianto
le bionde ragazze non li vedono nemmeno
li disinfettano li vaccinano e saranno pronti
alla migrazione di ritorno per il mostro che ride sul fondo.
II
Sono partiti in tanti con le valigie di cartone
il salame ben avvolto nello strofinaccio e una fame
secca stabilmente insediata alla bocca dello stomaco
sono partiti belli poveri e bianchi sono partiti
per fame a vomitare bile fuoribordo verso l’america
e Ellis Island era come un ramo per passeri spiumati
né lingua potè dire come rende brutti la miseria
come le miserie si trasformarono in pestilenze
e prosperarono mercinomi dentro e fuori
quasi come oggi – sì – puttane e lestofanti
qui restano i migranti senza riparo al sole
senza una stufa di gennaio per il calore.
III
Volano per cinquemila miglia le farfalle monarca
dal nord al sud fino alle Ande a tener compagnia
ai guanachi cinquemila metri sopra il mare loro un mare
d’oro di rosso di nero farfalle lievi e indomite
tornano solo i pronipoti farfalle in rosso in oro in nero
con il vestito elegante della sera.
Volano per pochi metri le farfalle efemeroptere
e il tempo passa e viene la sera che le ruba
agli sguardi dei predatori e se ne vanno a volo lento
come il soffio della brezza di occidente
Non migrano hanno la dignità degli sponsali
il resto conta poco – già lo sappiamo.
Non migriamo più- andiamo per soldi su campi
di battaglia e ride Tiresia che lo aveva profetato.